Termoli

Concorsi ospedali, tutto fermo da mesi, e i medici “scappano” altrove. Emodinamica passa a Vasto: tempi difficili per gli infartuati

I bandi per l’assunzione a tempo indeterminato nei presidi ospedalieri molisani di ginecologici, specialisti in medicina d’urgenza, ortopedici, anestesisti, chirurghi, sono fermi al palo da mesi. La commissione esaminatrice non è stata nominata, soprattutto per i ritardi della Regione, e nel frattempo gli interessati si sono sistemati in altri ospedali. Il clima di incertezza favorisce l’esodo dei medici attualmente in servizio. La situazione sta arrivando al capolinea e ad aggiungere allarme è la “conquista” di Emodinamica da parte di Vasto. Chi in BassoMolise avrà un infarto potrà essere solo stabilizzato in Pronto Soccorso, ma per l’intervento chirurgico dovrà essere trasferito a Campobasso.  

La delibera firmata dall’ormai ex direttore generale Asrem Gennaro Sosto che apre al concorso pubblico per un dirigente biologo presso l’azienda sanitaria del Molise reca la data del 19 febbraio 2019. A distanza di 9 mesi però non c’è ancora la commissione esaminatrice, e quel concorso è fermo. Vale per tutti i concorsi decisi dalla Asrem con l’obiettivo di ridurre quantomeno la gravissima carenza di camici bianchi che ha mandato in forte sofferenza tutti gli ospedali del territorio.

I concorsi, oltre ad autorizzarli e annunciarli, bisogna poi farli. Ed è su questo punto che “casca l’asino”, o meglio, casca la Regione Molise, che dovrebbe nominare un suo membro per ogni commissione preposta a seguire la procedura e le prove. Non l’ha fatto: i concorsi sono tutti fermi al palo.

Anestesisti e rianimatori, ortopedici, medici trasfusionali, medici dell’Urgenza, ostetrici e ginecologi. Questo concorso in modo particolare, annunciato in pompa magna a maggio scorso e salutato come la “dimostrazione” della volontà di far sopravvivere il Punto Nascite di Termoli, è ancora solo una volontà espressa su carta. Di concreto non c’è infatti nulla, perché non ha avuto alcun seguito malgrado le rassicurazioni di “lavorare anche ad agosto” per scegliere la commissione. Siamo a novembre inoltrato, e la commissione non esiste.

“Non disponibile” si legge sul sito della Asrem, esattamente come per le altre commissioni da nominare. La domanda sorge spontanea: i concorsi per assumere medici, in Molise, si faranno mai?

Intanto è successo che i medici interessati a lavorare a Termoli, che già erano pochi, hanno dirottato le loro legittime aspirazioni verso “lidi” meno agitati e precari. Anche quei ginecologi che avevano annunciato la volontà di partecipare al concorso made in Molise nel frattempo hanno trovato lavoro altrove, non potendo chiaramente aspettare all’infinito.

E’ la prassi, d’altronde, quando hai una specializzazione che ti permette di lavorare dove vuoi perché in Italia la carenza di camici bianchi è un fenomeno diffuso e il “mercato” registra uno squilibrio fortissimo fra domanda e offerta: alta la prima, bassa la seconda.

Tanto più che il Molise non è sicuramente un territorio appetibile, “attrattivo” come si dice in gergo. Né gli ospedali molisani sono la terra dei sogni per chi svolge la professione medica.

I tempi dilatati dei concorsi non migliorano di sicuro la percezione, al contrario spingono i candidati a rispondere ad analoghi concorsi in altre regioni, dove invece la procedura è ben più rapida e per portare a termine una procedura concorsuale bastano 3 o 4 mesi.

Il clima di incertezza che si respira in Molise, dove tra l’altro il Piano Operativo sanitario 2019-2021 non è ancora noto ma rivelato a forza di indiscrezioni e chiacchiericci, è responsabile di una sorta di esodo che ha cominciato a manifestarsi nei vari nosocomi, San Timoteo in primis.

Qui ci sono già quattro o cinque camici bianchi con la valigia pronta, in attesa di andarsene. L’ultima notizia in ordine di tempo riguarda l’imminente “addio” di due radiologi del presidio termolese, che entro la fine dell’anno prenderanno servizio in altre regioni.

Non solo loro, perché “news” analoghe arrivano da molti reparti, specialmente quelli dove il carico di lavoro è inumano e le garanzie stanno a zero, come Medicina, Medicina Interna, Ortopedia.

Che scenario ci sarà subito dopo i botti del nuovo anno? Sicuramente difficile, sicuramente intriso di incertezza. Il Piano Operativo – che entro il 31 gennaio deve essere approvato e portato in visione anche alle parti sindacali e ai sindaci, oltre che al Consiglio regionale – contiene un’unica buona notizia per il San Timoteo, e cioè il ripristino di Otorino come Unità Operativa Complessa, dotata pertanto di un primario (il dottor Gianni Serafini). Tutto il resto è declassato, e del Punto Nascita oggetto di una battagliera presa di posizione da parte dei sindaci (ora in religioso silenzio) non c’è più traccia. E’ improbabile che il reparto di Ostetricia possa essere tirato in salvo dalle secche dello smantellamento generale, complice anche l’accordo di confine con Vasto dove le partorienti basso molisane saranno indirizzate giocoforza nell’immediato futuro.

E c’è anche un’altra grave situazione che, come racconta Antonio Dolce sul giornale telematico Zona Locale, riguarda la disattivazione della Emodinamica a Termoli. Proprio quella, un reparto salva-vita. E’ riportato nelle carte della Rete Ospedaliera 2019-2021 in Abruzzo. Il documento, che a fine ottobre è stato inviato dalla Regione al Ministero, contiene un passaggio specifico proprio alla luce – si legge – della ventilata disattivazione di Emodinamica di Termoli che “consentirebbe di implementare le attività di emodinamica presso l’ospedale di Vasto rispondendo a una logica di ottimizzazione dell’offerta su scala interregionale”.

L’atto conferma le paure espresse già diversi anni fa dai cardiopatici bassomolisani, che si erano resi protagonisti anche di un simbolico sciopero della fame e avevano mandato oltre 6mila firme al Presidente della Repubblica, che a ben vedere non sono servite a niente perché nel Piano operativo del Molise anche il reparto di Emodinamica di Termoli sarebbe stato depennato. Tradotto in soldoni significa che una persona colpita da infarto a Termoli potrà essere stabilizzata in Pronto soccorso, poi dovrà essere trasferita a Campobasso, alla Fondazione Giovanni Paolo II, per l’intervento chirurgico. Con tutti i rischi del caso.

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