Termoli

Cerca di violentare la figlia dell’amico, ma lei va dai Carabinieri: 40enne arrestato. Il Colonnello: “Denunciare serve alle vittime, ma anche agli aggressori”

E’ accaduto diversi giorni fa ma solo nelle ultime ore l’episodio è stato confermato dal Colonnello Fabio Ficuciello che coordina la Compagnai dell’Arma di Termoli. La vittima, una 27enne, è stata aggredita in auto da un amico di famiglia nella zona industriale. La ragazza si è difesa con forza dall’assalto, riportando ematomi e graffi medicati in Pronto Soccorso. Dopo la sua denuncia la verifica nelle indagini e la misura restrittiva: l’uomo è agli arresti domiciliari per violenza sessuale.

Nei giorni in cui si discute di violenza sulle donne, un fenomeno dalle proporzioni allarmanti, che registra un abuso ogni 15 minuti e con un numero di delitti che hanno il sapore amaro di una strage, una indagine di polizia giudiziaria certifica l’importanza della denuncia. I carabinieri di Termoli, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino, hanno verificato la denuncia di una giovane donna termolese arrestando il suo aggressore per violenza sessuale.

È accaduto la settimana scorsa, quando un cittadino termolese, approfittando di un passaggio che aveva dato a un’amica di famiglia più giovane, ha cercato di abusare di lei. L’evento che ha fornito l’occasione non era dei più festosi, visto che i due si sono spostati fuori dalla cittadina per andare a fare le condoglianze a un amico comune. Al ritorno a Termoli è accaduto l’inaspettato: il conducente dell’auto, che conosce la ragazza da anni essendo un “fidato” amico di famiglia, ha parcheggiato la vettura all’altezza della zona industriale e le è letteralmente saltato addosso, usando violenza non solo verbale ma anche fisica.

Tanto che la giovane donna ha riportato ematomi, lividi e graffi, come racconta il referto del Pronto Soccorso di Termoli.

In quegli istanti drammatici in cui ha subito la violenza ha reagito, difendendosi con tutte le sue forze. Alla fine l’uomo è stato costretto a rinunciare al proposito e l’ha riaccompagnata a casa, certo di non correre alcun rischio. Ma dopo lo choc, lo sconcerto e l’umiliazione per l’accaduto, la vittima ha deciso di recarsi dai Carabinieri di Termoli per raccontare tutto.

Insieme con la denuncia è arrivato il referto del Pronto Soccorso, con alcuni giorni di prognosi per i segni evidenti che aveva addosso, conseguenza del tentativo di stupro.

Ne è nata una attività di indagine con il coordinamento della Procura della Repubblica di Larino che si è conclusa con la misura della custodia agli arresti domiciliari. L’autorità giudiziaria ha concordato con i risultati delle investigazioni svolte dai carabinieri, che hanno verificato in ogni aspetto la denuncia mettendo insieme atti che hanno convinto il Gip, dando concretezza alle accuse mosse nei confronti del quarantenne, ora in arresto per violenza sessuale.

L’episodio è emerso durante l’intervento dal tenente Colonnello Fabio Ficuciello, che comanda la Compagnia dell’Arma di Termoli, ieri pomeriggio – 25 novembre – a Campomarino. Palazzo Norante ha ospitato un approfondimento sul tema in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con una platea in larga prevalenza femminile che ha apprezzato moltissimo le parole del  Colonnello, il suo intervento mirato alla sensibilizzazione – nei panni del massimo rappresentante territoriale dell’Arma carabinieri impegnata in prima linea a difesa delle vittime, donne ma anche minori – contro gli abusi che si consumano con frequenza preoccupante.

“Aprirsi è fondamentale – ha chiarito il Colonnello – e che lo si voglia fare con i carabinieri, con i servizi sociali, con il centro antiviolenza non importa: l’importante è non tenersi dentro certe problematiche, ma denunciare, raccontare per permettere di avviare e sviluppare un’attività di sostegno alla vittima”.

“Ma la denuncia – ha proseguito Fabio Ficuciello – non è solo un modo per salvare se stesse, ma anche per salvare gli aggressori, i quali una volta che vengono puniti o quantomeno nel momento in cui si rendono conto di dover affrontare la responsabilità di certi gesti sono obbligati a una riflessione. In assenza di questo si sentirebbero liberi di reiterare questi comportamenti con un’altra vittima”.

Da una vicenda attuale dunque lo spunto per spingere e convincere dell’opportunità a denunciare, che garantisce la messa in campo di una rete di protezione e nello stesso tempo fornisce un aiuto concreto alla collettività: la giovane donna che è stata aggredita la settimana scorsa e ha trovato la forza di denunciare, accantonando vergogna e convenzioni sociali, talvolta principali responsabili di un silenzio deleterio, ha salvato oltre a se stessa una sorella, un’amica, un’estranea: tutte potenziali vittime della stessa violenza che l’uomo ha esercitato su di lei.

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