Petrella tifernina

Straordinario avvistamento di “lupo italiano”, una rara specie che fu scoperta da un medico di Campobasso

I tre esemplari durante la notte si sono spinti fin dentro il paese. Il primo cittadino, Alessandro Amoroso, ha interpellato tecnici ed esperti che hanno accertato si tratta della sottospecie “canis lupus italicus”. Incontrarli in un centro urbanizzato è un fatto “fortunato ed eccezionale” ma la popolazione non deve avere alcuna paura piuttosto evitare condotte sbagliate che possano attirare i cinghiali. Gli ungulati, infatti, sono uno dei motivi principali che hanno portato gli esemplari di lupo nel centro cittadino

C’è l’orso russo, il drago cinese, il canguro australiano… insomma ogni Paese ha il suo animale di riferimento. Ce l’ha anche l’Italia e si chiama “Lupo grigio degli Appenini” (Canis Lupus Italicus).

Sottospecie del lupo grigio europeo comune, in tre sono stati avvistati nei giorni scorsi lungo le strade di Petrella Tifernina.

A fare la rivelazione è il primo cittadino Alessandro Amoroso, che dopo aver avviato tutti gli accertamenti del caso avvalendosi anche del parere di esperti che hanno visionato filmati e immagini scattate in paese ha deciso di chiarire la questione spiegando le caratteristiche dei tre lupi incontrati in paese e soprattutto rassicurando i suoi concittadini.

Ironia della sorte, il lupo grigio d’Italia è stato riconosciuto come sottospecie a sé nel 1921 da Giuseppe Altobello, medico chirurgo di Campobasso, che notò come la sua particolare morfologia cranica mostrasse somiglianze con quella dello sciacallo dorato.
La designazione come animale nazionale risale agli anni Settanta.

Lo stesso sindaco definisce l’avvistamento “Raro, insolito e fortunato”. Alcuni cittadini li hanno visti attorno alle 23.30 e hanno dato la notizia al primo cittadino che per rassicurare la popolazione ha interpellato gli esperti del settore. “Nessun allarmismo – secondo gli studiosi molisani – è un evento particolare ritrovarli in centro paese, ma non deve destare nessuna preoccupazione per la cittadinanza. Certamente seguivano qualche animale preda e si sono ritrovati in paese. Se le loro prede selvatiche infatti, come gli ungulati, si avvicinano sempre di più alle nostre città alla ricerca di cibo, è normale che i predatori come i lupi si devono pur adattare. Infatti numerose e recenti sono state le segnalazioni di alcuni individui di cinghiali nel centro abitato della piccola cittadina”.

Certo è  – e lo conferma pure Alessandro Amoroso – che la presenza o forse il ritorno del “lupo grigio” nella nostra provincia “va considerata una risorsa, una ricchezza in più”.

Il problema serio sono invece i cinghiali. La cui presenza nelle zone sta creando notevoli danni soprattutto alle colture. Sono i cinghiali, infatti che attirano i lupi nei centri cittadini. Ma come il meccanismo di una catena, i cinghiali si spingono fino al centro abitato perché attirati dall’odore del cibo che qualcuno è solito lasciare per gatti e randagi.

L’ordinanza sindacale di Alessandro Amoroso ricorda infatti ai cittadini che è vietato abbandonare rifiuti e scarti alimentari all’esterno delle abitazioni per evitare di attirare nel centro abitato animali quali volpi, cinghiali o cani randagi . Nella stessa ordinanza e per gli stessi motivi si ribadisce di non lasciare vagare animali domestici e di tenere i propri cani al guinzaglio.

Sull’emergenza cinghiali, Amoroso ha anche incontrato l’assessore regionale Nicola Cavaliere che ha assicurato una serie di iniziative per arginare il problema a cominciare dalla modifica della legge 157/92 e del 27 giugno del 2018. Ha però anche ricordato la “caccia selettiva” attivata in regione che consente a 300 cacciatori qualificati di essere attivati in caso di emergenza segnalando la presenza degli ungulati all’Atc.

Nel frattempo a sostenere la considerazione del sindaco Amoroso che la presenza del “lupo grigio” non è affatto un pericolo, c’è anche la valutazione dei tecnici: “È la testimonianza dell’elevato indice di naturalità della nostra regione – dicono – È auspicabile, nonché necessario ed indispensabile per la sua conservazione e una pacifica coesistenza con le attività zootecniche, migliorare innanzitutto la conoscenza sulla distribuzione del lupo e del cinghiale in regione, ottimizzare la gestione degli indennizzi dei danni agli allevatori e ridurre il randagismo canino”.

lupi petrella

Purtroppo, al momento nella nostra regione non esiste un programma di monitoraggio della specie e i dati ad oggi disponibili sulla sua presenza fanno riferimento solo a studi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e  a quelli pubblicati in provincia di Campobasso, in particolare nella Valle del Fortore,  dagli esperti Federica D’Amico e Luigi Mastrogiuseppe.

“Voglio rassicurare i miei cittadini sottolineando la singolarità dell’avvistamento – conclude il sindaco di Petrella Tifernina – che non deve essere fonte di preoccupazione, bensì deve essere interpretata come un valore aggiunto per il territorio. Potrebbe rappresentare una nuova opportunità per la valorizzazione delle risorse naturali locali”.

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