In Box

In box

SanStefar: oltre i numeri c’è molto

Riabilitazione, Neuroriabilitazione, Fisioterapia. In queste tre parole c’è ciò che da oramai dodici mesi riempie lo Spazio-Tempo di chi queste righe sta scrivendo.

Dopo un Ictus emorragico patito a fine agosto 2018, con  relativa paralisi degli arti a sinistra,  e dopo squasi sette mesi di degenza in Neuromed fatti di stabilizzazione clinica prima e neuroriabilitazione poi, una volta tornato a Termoli Il lavoro è poi ripreso a fine aprile presso l’istituto SanStefAr, Il Centro di riabilitazione Ambulatoriale di Termoli. Della struttura, sarò onesto fino in fondo, avevo sentito parlare, anzi avevo letto, delle vicende riguardanti i problemi amministrativi e gestionali, gli stipendi arretrati ed i rapporti con la Regione e l’Asrem, null’altro. Oggi ho elementi per andare oltre, molto oltre e valutarne i servizi offerti.

Ho dalla mia cinque mesi e più di sessanta sedute, ma presumibilmente si andrà avanti ancora, ahimè e per fortuna. Fortuna mia, certo, perché dopo il gravoso lavoro nella fase acuta portato avanti in Neuromed, questi  cinque mesi hanno dato già tanti frutti: miglioramenti sensibili e sotto tutti i punti di vista. Il tutto in convenzione con la sanità pubblica e “copertura” da invalidità 100%.

Tengo qui a sottolineare diverse cose perché pare che qualche problemino ancora ci sia  nella gestione, come in fondo di questi tempi è quasi normale, ma francamente non me ne sono mai accorto.

Clima accogliente, organizzazione, cortesia, lavoro incessante da parte di ottime professionalità che riservano si pazienti cure, attenzione, sensibilità  e dialogo a volontà. Oltre alla riabilitazione motoria l’istituto offre riabilitazione neurologica nell’adulto e nell’età evolutiva, logopedia , servizi sociali, riabilitazione psicomotoria e cognitiva. Servizi fondamentali.

Ho modo di ossservare quotidianamente casi ben più gravi del mio, che pure si  ” difende bene”, trattati non solo con grandi capacità in termini strettamente tecnici ma anche con un coinvolgimento praticamente “familiare,” di quei pazienti con patologie molto molto serie, un lavoro fatto anche e soprattutto di tanta umanità. Una volta constatato tutto questo sarebbe stato ingiusto non interpretare “l’altra campana” per descrivere l’importanza  della struttura.

Per me si tratta  della scoperta di una realtà bella, funzionale ed in grado di aiutare ad affrontare quella che, in casi come il mio o più seri e più invalidanti, è praticamente una nuova vita o meglio una nuova fase della vita, oppure è la vita da sempre per coloro che sono venuti al mondo con menomazioni di vario genere.

Con un aggiornamento di dotazioni ed attrezzature che è atteso da parte della proprietà / gestione si potrà arrivare a livelli ancor più alti.

Ricordiamoci che abbiamo anche nel nostro piccolo territorio della  buona sanità, soprattutto nel panorama attuale del ramo , ed è giusto far emergere anche gli aspetti positivi, comprenderli e diffonderli. Se li conosci, ti fidi. A volte anche i proverbi storici possono essere aggiornati.

commenta