Su una spiaggia deserta, ai piedi del monte “Buona Giornata”, sotto la regia di “Salve Buondì”, va in scena un lungometraggio sul saluto, espressione di rispetto, segno di educazione, accoglienza e pace. Non appena fa capolino l’alba, entra spavaldo il “Buongiorno”, può essere usato con chiunque fino al tramonto, toccasana per ogni occasione, un classico evergreen. Quello più imbarazzato è senza dubbio il “Buon Pomeriggio”, poco impiegato, non é una prima scelta, se non siete amanti dei mass media, è una rarità ascoltarlo.
La primadonna al maschile è “Ciao”, l’omaggio più confidenziale, immediato e giovanile, non conosce distanze visto che può essere fatto anche in lontananza. Dietro la palma, ecco spuntare, come il gatto e la volpe, “Arrivederci” e “Addio”, il primo congeda le persone con la certezza o la speranza di rivedersi in futuro, il secondo è un commiato definitivo, è un ti raccomando a Dio, il più commovente e suggestivo, rammarico o rimpianto per qualcosa che si è perduto. Dopo il tramonto si affaccia il “Buonasera”, è l’auspicio di una buona serata, nonostante ci sia capitata una brutta giornata, è attendere la fine del giorno ringraziando per quello che si è avuto.
Al calar della notte, dopo tanta attesa, appare trepidante il “Buonanotte”, è quello più paziente, attaccato alla famiglia, scherzoso a indicare l’impossibilità di rimediare a qualche inconveniente. Non esistono comparse, sono tutti attori protagonisti, sanno bene che il vero produttore cinematografico è il “Tempo”, senza il quale non esisterebbe nessun saluto.
(Alessio Toto ...Tra un motore e un cambio mi sono laureato in Sociologia e, scrivo poesie con lo scopo di arrivare al vostro cuore…)
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