Rapporto legambiente

Poco verde, tante auto e differenziata al lumicino: Campobasso e Isernia tra le peggiori d’Italia per l’ambiente

Il 26° rapporto Ecosistema urbano bacchetta i due capoluoghi di provincia molisani, che peggiorano rispetto a 12 mesi fa. I vari indicatori su acqua, aria, rifiuti, mobilità e ambiente non arridono quasi mai a Campobasso e Isernia, rispettivamente ai posti 81 e 99 (su 104) della classifica complessiva. Le due città spiccano solo per il basso numero di morti e feriti in incidenti stradali

Come sta l’ambiente nei capoluoghi molisani? Male, a giudicare da quanto emerso dal 26esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia. Campobasso e Isernia peggiorano rispetto all’anno precedente, con la prima che perde 4 posizioni e la seconda che tracolla di 43 (anche perchè molti dati non sono stati forniti).

Dal report, che si riferisce ai dati del 2018 e che stila la classifica di tutti e 104 i capoluoghi di provincia italiani, Campobasso e Isernia ne escono con le ossa rotte: posto 81 per il primo e posto 99 per il secondo. Dopo Campobasso c’è Pescara e poi città come Foggia, Bari, Napoli, Torino e Roma. Mentre Isernia fa meglio solo di 5 città del Meridione: Palermo, Ragusa, Catania, Siracusa e Vibo Valentia.

Una debacle, insomma, per il Molise ma in generale per il Sud se consideriamo che le 20 città più virtuose sono quasi esclusivamente appannaggio dell’Italia Settentrionale. Il risultato poco brillante delle nostre due città principali è addebitabile in particolare agli indicatori relativi all’ambiente e all’acqua. Il dato finale viene fuori infatti da 5 macroaree (ambiente, aria, acqua, rifiuti e mobilità). La ‘città ideale’ avrebbe 100 punti, quella che più vi si avvicina è Trento (che ottiene 81,2) seguita da altri due capoluoghi del Nord: Mantova (a quota 80,6) e Bolzano (76,4). Decisamente più staccate le nostre città molisane, tutt’altro che green: Campobasso ottiene 43,1 punti mentre Isernia si ferma a 34. Nel fondo della classifica c’è Catania (28.56) mentre Vibo Valentia e Siracusa restano fuori dalla classifica per insufficienza di dati.

Il dato complessivo è però la summa di tanti indicatori, vediamoli nel dettaglio.

Cominciamo dall’ambiente dove il rapporto Legambiente prende in considerazione le isole pedonali, gli alberi, il verde urbano, il solare termico e il fotovoltaico per finire con il consumo di suolo. Le isole pedonali sono una rarità o quasi a Campobasso che infatti è al 90esimo posto. Meglio Isernia che è esattamente a metà classifica. Quanto al numero di alberi ogni 100 abitanti, Campobasso e Isernia sono rispettivamente all’83esimo e 88esimo posto. Male anche il verde urbano (Campobasso 88 e Isernia 79) così come l’indicatore solare termico e fotovoltaico dove Campobasso è 84esima ed Isernia addirittura 101esima. Poco meglio per l’uso efficiente del suolo dove le due città si piazzano ai posti 62 e 55.

Per stare bene, si sa, l’aria che respiriamo nelle nostre città è un fattore fondamentale. Non va poi così male al capoluogo di regione che è sesto per quanto riguarda la concentrazione di Pm10 e 24° per quanto concerne l’ozono. 71° invece per i tassi di biossido di azono. Isernia è in fondo alla classifica di questi singoli indicatori semplicemente perché i dati a riguardo non sono pervenuti.

Altra macroarea importante, quella relativa all’oro blu. La classifica bacchetta un po’ Campobasso che si piazza all’80esimo posto riguardo ai consumi idrici domestici, con 168 litri per abitante al giorno consumati, tralaltro al 92esimo posto per la dispersione della rete idrica. Male anche la capacità di depurazione (91esimo posto con 79,8%) che invece è migliore ad Isernia (54esimo posto con il 93%).

Capitolo mobilità. Qui c’è un indicatore positivo che premia le due cittadine molisane, quello degli incidenti stradali che sono notevolmente inferiori in percentuale rispetto alle altre città italiane. Il dato considera sia morti che feriti ogni 1000 abitanti. Sul podio Isernia che è terza, Campobasso invece è quinta. Va ancor meglio a Benevento e Catanzaro. Napoli – potrà forse stupire – si piazza al 4° posto. Quanto al trasporto pubblico, l’offerta e il numero di passeggeri non sono affatto buoni nei capoluoghi molisani e il tasso di motorizzazione (numero di auto ogni 100 abitanti) è ancora troppo alto: Campobasso è 94esima su 104 città mentre Isernia fa anche peggio ed è quartultima in Italia. D’altronde anche il dato sulle piste ciclabili, unito a quello sul trasporto pubblico, spiega il perché di un utilizzo così massiccio dell’automobile. Vince Venezia in questo caso, ma il perché è presto spiegato.

L’ultima macroarea considerata è quella dei rifiuti, con due indicatori: la percentuale di raccolta differenziata e la produzione pro capite (per ogni cittadino, ndr) di rifiuti urbani. Ebbene, il capoluogo pentro è addirittura settimo nella classifica che premia chi produce meno rifiuti, il capoluogo è invece 19esimo, comunque nella parte alta della classifica. Quanto alla raccolta differenziata c’è ancora da migliorare, specie a Campobasso dove se ne fa solo il 22 per cento posizionandosi al 95esimo posto in Italia. Decisamente meglio a Isernia che con il suo 57,3 per cento di differenziata ottiene il 57esimo posto.

È una classifica a tinte fosche che non arride ai capoluoghi del Molise. E pensare che nel 2014 lo stesso rapporto metteva Campobasso al 35° posto. Da allora per la città dei Misteri è stato un inesorabile declino. Le città più virtuose in Italia nel 2018, oltre alle prime tre, sono Pordenone, Parma, Pesaro, Treviso, Belluno, Oristano, Ferrara, Verbania, Reggio-Emilia, Bologna, Cosenza, Macerata, Venezia, Cremona, Udine, Biella e Cuneo. Molto Nord, poco Centro e pochissimo Sud. Ancora una volta, c’è poco da essere contenti.

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