Molise vietato ai minori

Un bambino su 5 è povero: aprire un libro, fare sport o giocare nel verde è un sogno per molti

Save the Children stima che in Molise quasi 1 bambino su 5 è in povertà relativa. Ci sono sempre meno nati negli ultimi 10 anni. Gli accessi ai servizi per la prima infanzia (nido) sono cresciuti così come la spesa sociale per famiglie e minori, ma sono percentuali tra le più basse in Italia. Diminuiscono i minori che abbandonano la scuola (-5%) ma crescono i NEET (+7%). Nella regione quasi 3 scuole su 5 non hanno il certificato di agibilità

Non è un Paese per bambini, e non lo è neanche la nostra regione.A certificarlo è Save the Children che stima che in Molise il 19,3% dei minori vive in condizioni di povertà relativa, un dato poco al di sotto della media nazionale che si attesta al 22%.Una condizione che coinvolge comunque quasi 1 minore su 5 nella regione, e che conferma come il tema della povertà minorile resti una vera emergenza. Basti pensare che a livello nazionale negli ultimi dieci anni il numero dei minori in Italia che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, dal 2008 al 2018: stiamo parlando di un milione e 200mila bambini. Un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014.

Una povertà che non è solo economica ma anche educativa e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel paese e nella regione. Una regione in cui – complice anche la congiuntura economica non positiva – negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 24,4% rispetto al 2008, con il 4,8% della popolazione dei minori nella regione costituito da bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana, figli di stranieri che per fortuna i figli continuano a metterli al mondo.

E mentre l’Italia continua a non avere un Piano nazionale per l’infanzia e a non investire risorse sufficienti in spesa sociale, alimentando gli squilibri esistenti a livello di servizi e prestazioni per l’infanzia, si condannano proprio i bambini e le famiglie più in difficoltà ad affrontare da soli, o quasi, gli effetti della crisi.

Sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente,il Molise negli ultimi 10 anni ha incrementato di 41 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area ‘famiglia e minori’, arrivando a 79 euro. Sempre troppo poco però, perché la nostra regione si posiziona al terzultimo posto nella classifica delle regioni italiane per interventi rivolti a famiglie e minori, meglio solo di Calabria (26 euro) e Campania (62 euro).

In Molise solo l’11,8% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia (nel 2008 era il 4,8%), con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 339 euro.

Anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente in tutto il paese dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni sono drammatiche e il Molise si attesta all’11%, un dato di poco al di sotto della media nazionale (14,5%), ma che è sensibilmente migliorato negli ultimi 10 anni, diminuendo di 5 punti.

Scuole che – tra l’altro, come noi molisani ben sappiamo – restano luoghi non sicuri per gli studenti, in un paese fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico: in un paese in cui gli indicatori sono drammatici, in Molise il 58,3% degli edifici scolastici è privo del certificato di agibilità, al di sopra del dato nazionale del 53,9% delle scuole italiane (tra quelle che hanno compilato il dato).

In un paese in cui si è disinvestito sulle politiche sociali e sull’infanzia, la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Basti prendere in considerazione alcuni indicatori: in Molise quasi un minore su 2 (49,7%) non apre un libro durante l’anno, un dato in linea con quello a livello nazionale e che è per giunta aumentato di quasi due punti percentuali rispetto a dieci anni fa (47,9%). La deprivazione culturale nei minori resta un tema di allarme: nel corso dell’ultimo decennio la quota dei “disconnessi culturali” è diminuita in tutto il paese di 4 punti, sebbene i minori che non svolgono sufficienti attività culturali restino ancora 7 su 10, con il Molise che si attesta al 74,1%.

Anche lo sport resta per molti un privilegio: in Italia meno di un minore su cinque (tra i 6 e i 17 anni) non fa sport e in Molise questo dato è del 12,9%. Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che non sono sottoposti a stimoli culturali, sono invece iperconnessi: nell’ultimo decennio si è assistito a una rivoluzione che ha portato all’aumento esponenziale dei minori che usano ogni giorno la Rete. Nel 2008 solo il 12,5% dei bambini e adolescenti molisani usava tutti i giorni internet, una quota che è passata al 54% nel 2018.

Un Paese sempre più “vietato ai minori”, insomma, questo si evince dall’analisi di Save the Children, in cui i cosiddetti NEET (sigla che tradotta indica coloro che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione) sono in Italia 1 su 4 tra i giovani tra i 15 e i 29 anni (23,4%), con il Molise che si attesta su una percentuale più alta (26,5%), in crescita di 7,1 punti rispetto a dieci anni fa.

L’impoverimento materiale ed educativo dei bambini in Italia si accompagna anche ad un impoverimento “ambientale”. Mentre il dibattito mondiale si accende sull’impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, i bambini e adolescenti italiani crescono in un paese in cui c’è sempre meno verde, con un aumento di 30mila ettari di territorio cementificato dal 2012 al 2018. Il fatto che ben il 44% dei bambini ed adolescenti italiani vada a scuola in macchina non stupisce (40% nella regione), soprattutto se si considera che il rapporto tra ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4 (di 1 a 2 in Molise).

Questi alcuni tra i dati – impietosi – messi in luce dal X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. La pubblicazione, a cura di Giulio Cederna e dal titolo evocativo “Il tempo dei bambini”, fa il bilancio della condizione dei bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni, e viene presentato quest’anno in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa.

“I danni provocati in quest’ultimo decennio dall’inerzia della politica, dai mancati investimenti nei servizi per la prima infanzia, nella scuola, nelle politiche sociali, dall’incapacità di varare una norma per riconoscere la cittadinanza ai bambini di seconda generazione sono sotto gli occhi di tutti e hanno colpito anche il Molise. Insieme alle diseguaglianze intergenerazionali, ci sono acuite le diseguaglianze geografiche, sociali, economiche, tra bambini delle aree centrali e delle periferie, tra italiani e stranieri, tra figli delle scuole bene e delle classi ghetto. Si sono divaricate le possibilità di accesso al futuro”, spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

L’organizzazione rilancia oggi la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo sesto anno, chiedendo proprio – attraverso una petizione disponibile al link – il recupero di tanti spazi pubblici abbandonati e inutilizzati su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. Chissà quanti sono quelli molisani.

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