Casta & privilegi

La Regione come un bancomat. M5S denuncia: “Spese dei politici top secret, andiamo in Procura”

Il capogruppo in Consiglio regionale Andrea Greco denuncia: "I direttori dei Dipartimenti e il presidente Donato Toma ci hanno negato gli atti". Alla base della richiesta il sospetto dei pentastellati: "Per il 2019 il budget disponibile per le carte di credito sono state aumentate di 15.000 euro, al punto da chiedere un’apposita variazione di bilancio".

Era il 2003 quando l’allora governo targato Michele Iorio aggiunse un privilegio al lungo elenco di benefit di cui già godono politici e dirigenti della Regione Molise: autorizza loro ad avere in dotazione le carte di credito con un fondo di circa 30mila euro. In base al regolamento, tale somma può essere utilizzato per le spese di rappresentanza: in pratica, per pagare trasporto, vitto, alloggio in caso di missioni in Italia e all’estero oppure di seminari e convegni. Un bel ‘regalino’ per chi percepisce in busta paga 13mila euro lorde.

E chi controlla che le spese vengano fatte a norma di legge? “Il controllo è demandato al capo segreteria particolare o comunque ai più stretti collaboratori del politico o del direttore intestatario della carta. In pratica, a controllare le spese sono le persone messe al loro posto per incarico fiduciario e che, badate bene, per regolamento sono tenute a segnalare spese non ammesse o non conformi da detrarre dagli stipendi dei loro ‘superiori'”, spiega il Movimento 5 Stelle.

Per sapere “come vengono utilizzati i soldi pubblici” proprio M5S decide di vederci chiaro. Lo scorso 3 luglio perciò Andrea Greco presenta una prima richiesta di accesso agli atti. Richiesta inviata al governatore Donato Toma e al Servizio regionale Risorse finanziarie.

“Abbiamo chiesto – racconta Greco – gli estratti conto delle carte di credito regionali“. Da qui viene avviata una ‘trafila’ burocratica lunga e complicata.

Andrea Greco M5S Regione Molise

“Il Servizio regionale – riferisce ancora l’esponente pentastellato – ci ha risposto annunciando di aver chiesto all’Avvocatura Regionale e all’Avvocatura Distrettuale un parere per capire se potevano inviarci i documenti“.

E qui ricevono il primo ‘via libera’. In sostanza quelle erano informazioni che i ‘grillini’ molisani potevano ricevere, a detta dell’Avvocatura regionale, organo di ausilio della stessa Regione e guidata dall’avvocato Alberta De Lisio (da poco trasferita in Protezione civile su decisione del governatore Toma). “L’Avvocatura stabilisce che abbiamo il diritto a ottenere i documenti”.

Nonostante ciò, la domanda di Andrea Greco si scontra con una serie di ostacoli: il diniego da parte dei direttori dei Dipartimenti regionali II e III, rispettivamente Claudio Iocca e Massimo Pillarella. “La richiesta è troppo generica”, gli avrebbero risposto. “Così – continua il consigliere regionale – ho inviato una diffida ufficiale agli stessi Direttori e al governatore, in quanto legale rappresentante dell’Ente”. E poi “proprio per venire incontro all’accusa di richiesta generica, ho chiesto tutte le determine di spesa, numerate una ad una e riferite agli atti richiesti. A questo punto, però, ha risposto direttamente Toma che ha confermato il diniego”.

Insomma quelle spese dovevano restare ‘top secret’.

Il “no” provoca però la reazione dei 5 Stelle che hanno inviato la documentazione in Prefettura e ora minacciano di rivolgersi alla Procura. C’è un motivo importante alla base della richiesta: “Per il 2019 il budget disponibile per le carte di credito è stato aumentato di 15.000 euro, al punto da chiedere un’apposita variazione di bilancio”. Insomma, c’è stato uno spreco di soldi pubblici? E’ il sospetto dei pentastellati, che rivendicano il loro ruolo ispettivo come forza di opposizione in Consiglio regionale e che sottolineano il paradosso per i molisani che “rischiano di non avere nemmeno i servizi minimi”.

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