Regione più povera

La crisi della stampa: da oggi i molisani troveranno in edicola un solo quotidiano

Giornalisti licenziati e scenario editoriale molisano progressivamente impoverito in venti anni. Il 'quarto potere' ridimensionato dal calo drastico delle copie vendute, dalla chiusura delle edicole (non solo nei paesi più piccoli ma anche nelle città) e dalla brusca contrazione della raccolta pubblicitaria.

Da oggi, 1 ottobre, il Molise è più povero. Questa volta non c’è nessuno studio dell’Istat o della Svimez a certificarlo. Da oggi una ventina di ex lavoratori (e le loro famiglie) non avrà più uno stipendio.

Ieri è stato l’ultimo giorno in cui Il Quotidiano del Molise, fondato nel 1998, è andato in edicola dopo aver annunciato agli inizi di settembre ai propri dipendenti (giornalisti, grafici e amministrativi) che di lì a tre settimane sarebbero stati chiusi i battenti per problemi economici e debiti a cui la proprietà non era più in grado di far fronte.

E’ un ulteriore depauperamento dello scenario editoriale molisano, già messo a dura prova dal calo drastico delle copie vendute, dalla chiusura delle edicole (non solo nei paesi più piccoli ma anche nelle città) e dalla brusca contrazione della raccolta pubblicitaria in una regione in cui la maggior parte delle aziende fa fatica anche a sopravvivere. Nè hanno agevolato, in questo contesto, scelte editoriali e gestioni difficili. E a rimetterci, nel caso del Quotidiano del Molise, sono stati quei giornalisti che hanno studiato, per anni si sono formati per strada, lavorando sul campo e in un certo senso hanno raccontato la storia del Molise. I giornalisti licenziati in queste ore stanno riscuotendo sui social la solidarietà di colleghi e (pochi) lettori.

C’è ancora un clima tiepido attorno alla chiusura del Quotidiano, e soprattutto c’è l’imbarazzante silenzio della politica. Forse ancora non si comprendono il senso e gli effetti sia sulla vita istituzionale che sulla vita dei cittadini di un giornale che chiude, peraltro dopo 21 anni. In realtà questa è una sconfitta per il diritto all’informazione (che ricordiamo garantito dalla Costituzione) e per il pluralismo dell’informazione.

In venti anni il panorama dell’informazione molisana si è trasformato radicalmente: nei primi anni del Duemila, quando è nato anche Primonumero (era il 2000), la nostra regione ha vissuto il clou dal punto di vista della vivacità editoriale. Esistevano diverse testate (Il Tempo, Nuovo Molise, Il Quotidiano del Molise, Le Libertà, Molise Extra, Il Corriere del Molise, La Gazzetta del Molise, La Voce del Molise). Poi il declino, la crisi.

Il ‘quarto potere’ si è fortemente ridimensionato: da oggi nelle edicole esisterà un unico quotidiano.

In questa situazione si muove la nuova legge sull’editoria che ha avuto una genesi e un percorso difficili. Un provvedimento arrivato in Aula con una sorta di blitz del governatore Donato Toma che ne ha modificato il testo approvato in Quarta commissione con tre emendamenti. Tra questi l’abolizione del divieto di accesso al contributo da parte delle società editrici che hanno già usufruito di altri contributi pubblici e  la volontà di stabilire date certe e uguali per tutti i beneficiari per la determinazione della decorrenza del termine per il mantenimento dei requisiti occupazionali’. Con l’approvazione a maggioranza di questi emendamenti Telemolise può contare sul contributo pubblico regionale, dal quale era finora esclusa a causa dello sbarramento voluto anni fa dall’ex Governatore Frattura, il quale aveva fissato il “divieto di cumulabilità”.

Una notizia accolta con sollievo dai colleghi della emittente, che lamentavano legittimamente una ingiustizia sanata solo ora, dopo diversi anni. La modifica alla legge è stata invece interpretata dalla proprietà del Quotidiano del Molise come una ragione sufficiente a decretare la morte del cartaceo. Le accuse a Toma sono state rispedite al mittente, e anche l’associazione Molisana della stampa ha chiarito che “la chiusura del giornale, che si configura come una perdita per tutti, non ha a che vedere con la legge a sostegno del settore, non c’entra niente”.

A incidere sulla “fine” del Quotidiano del Molise sono state ragioni che nulla hanno a che spartire con le modifiche alla legge,  ma rimane un fatto: da oggi a portare la ‘bandiera’ della carta stampata sarà solamente Primo Piano Molise, l’unico quotidiano molisano che si troverà in edicola in abbinamento con Il Messaggero, lo stesso che si acquistava assieme a Il Quotidiano del Molise.

Per noi è una grossa responsabilità – sottolinea a Primonumero il direttore di Primo Piano Molise, Luca Colella – perchè potrebbero venir meno gli stimoli rispetto ad una sana concorrenza che è fondamentale in qualsiasi lavoro. Superato questo, diventa una grossa responsabilità perchè l’Ordine e la professione ci impongono di essere guardiani di quello che accade, soprattutto della politica. Nello slogan di presentazione di questa avventura (perchè è tale) abbiamo scelto una frase in particolare: ‘Dal 1 ottobre nulla sarà come prima’. Pensare di andare in edicola, chiedere 1,50 euro ai lettori per propinare un comunicato stampa piuttosto che un fatto di cronaca, di cui per tante ragioni plausibili e giuste si è già parlato sui vari siti Internet o sui social, insomma pensare di fare un giornale con notizie già trattate non avrebbe senso, anzi sarebbe una sconfitta in partenza. Quindi la nostra intenzione è proporre ai lettori un argomento nuovo, un approfondimento di quello che accade o un fatto che dovremo cercare nel panorama dell’informazione. Per quanto il Molise sia piccolo, pur non avendo grandi numeri sia in termini di letture che di fatti che accadono, credo che lo spazio per fare bene ci sia”.

Luca Colella

Questi gli obiettivi: “Riavvicinare i lettori al cartaceo, ma credo che dovremo impegnarci tutti: non solo Primo Piano, ma anche Primonumero.it che per me rappresenta il web – lo riconosco al vostro editore (Massimo Servillo, ndr), con cui spesso mi confronto – perchè ha iniziato tanti anni fa, ha esperienza da vendere, conosce i metodi e le dinamiche. Dunque, non solo è importante riavvicinare i lettori al cartaceo, ma penso che anche se l’informazione sia veicolata via web il lettore deve capire la differenza tra le notizie e le fake news. Il dramma dell’informazione è questo: noi spesso riceviamo telefonate da parte delle persone che si lamentano per notizie lette su Facebook e non per averle apprese su Primonumero.it, sul Quotidiano del Molise o su un altro organo di informazione che ha un direttore responsabile, che ha una testata iscritta al Tribunale, che ha i dipendenti iscritti sul registro paga a cui dunque versa i contributi e tutto quello che prevede la normativa. Il problema è che c’è un fiore di blog, siti, organi di informazione di cui diventa complicato capire a chi fanno capo, se fanno capo a qualcuno e se ci sono delle responsabilità”.

Il Molise resterà senza giornali? “Il futuro dell’editoria sarà complicato, ma non può esistere un Molise senza giornali. Può cambiare il metodo per veicolare la notizia, ma la notizia va veicolata. Ognuno di noi si informa, vuole sapere e capire. Ma è impossibile pensare che in Molise i giornali possano autofinanziarsi con le vendite o con i click. L’informazione in questa regione ha futuro solo se la politica – la Regione Molise in particolare – convoca gli editori sani, ne capisce i problemi e cerca di capire le esigenze per formulare una normativa (che probabilmente scontenterà qualcuno) che non crei discrezionalità e disparità tra i vari soggetti. Poi ovviamente anche gli editori e i giornalisti devono metterci del loro. Al tempo stesso i lettori hanno diritto di trovare l’edicola sotto casa o di approvvigionarsi su Internet, ma occorre qualcuno che sostenga le iniziative editoriali perchè i numeri del Molise non sono quelli di Roma o Milano. Se dovesse esistere un Molise senza informazione, non dovrebbe esistere nemmeno il Molise come regione autonoma”.

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