L'emergenza cibo

Aumentano i poveri: 6200 molisani non hanno da mangiare a sufficienza

Sempre più persone sono costrette a ricorrere ai pacchi alimentari o ad andare nelle mense per poter consumare un pasto. Nella nostra regione l'emergenza cibo riguarda 237 bambini con meno di 15 anni

Sono quasi 6200 i molisani che non hanno da mangiare a sufficienza. Fra questi quasi il 4% è composto da bambini: l’emergenza riguarda 237 piccoli e ragazzini che hanno meno di 15 anni. Un dato in aumento se si considera che nel 2018 sono stati stimati circa 4600 poveri.

Insomma un numero crescente di persone, nella nostra regione, ricorre ai pacchi alimentari oppure va nelle mense per consumare un pasto. Il dato emerge dal numero di aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).

A livello nazionale, invece, più di un italiano su dieci non ha risorse adeguate per garantirsi una corretta e sana alimentazione, una delle situazioni peggiori all’interno dell’Unione Europa. Il dato emerge da una analisi Coldiretti, sulla base dei dati Eurostat, diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione promossa dalla Fao in tutto il mondo oggi, il 16 ottobre.

In tavola ormai si consuma pochissimo la carne, il pesce e la verdura. “L’11% della popolazione italiana non può permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano. In Europa – prosegue la Coldiretti – la percentuale media scende all’8% ma stanno peggio dell’Italia solo Grecia (12%), Lettonia (12%), Ungheria (12%) Romania (16%) e Bulgaria (31%)”.

Tuttavia, accanto a questa emergenza, c’è lo spreco di cibo: alimenti che finiscono nella spazzatura.

Un paradosso – denuncia la Coldiretti – se si considera che in Italia sono finiti nel bidone dei rifiuti alimenti e bevande per un valore annuale di 16 miliardi di euro che sarebbero più che sufficienti a coprire il deficit alimentare del Paese. Non si tratta di un problema soltanto etico ma che determina anche effetti sul piano economico ed ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.

La crescente sensibilità sul tema ha tuttavia portato oltre sette italiani su dieci (71%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, a diminuire o annullare gli sprechi alimentari adottando, nell’ultimo anno, strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la richiesta della doggy bag al ristorante e la spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più”.

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