Lacrime e dolore

Folla commossa ai funerali di Roberto Fagnano: “Meritava di più dalla politica molisana”

Lacrime e dolore per l'addio all'avvocato stroncato a 56 anni da un infarto. Familiari, amici, colleghi di lavoro e politici hanno partecipato alla celebrazione officiata dal vescovo Bregantini. Presenti anche il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l'assessore alla Sanità Nicoletta Verì, con il gonfalone listato a lutto. Commosso il professore Gianni Di Giandomenico: "Una persona fuori dal comune". I nipoti: "Non dimenticheremo mai i valori che ci hai trasmesso".

Amato e stimato da tanti: familiari, colleghi avvocati, amici che ne condividevano la passione per lo sport. Erano presenti in tantissimi, così come c’erano numerosi politici. Tanto che la chiesa Mater Ecclesiae di Campobasso era troppo piccola per contenere tutti coloro che questa mattina – 31 ottobre – hanno partecipato ai funerali di Roberto Fagnano, l’avvocato stroncato a 56 da un infarto che non gli lasciato scampo.

Una persona che ha lasciato un’impronta indelebile con la sua umanità. Un professionista serio, competente e onesto che stava rimettendo in piedi la sanità molisana. Un uomo dalle mille sfaccettature, ricordato con dolore durante la celebrazione officiata dal vescovo Giancarlo Bregantini e alla quale hanno partecipato i vertici della Regione Abruzzo, in primis il presidente Marco Marsilio e l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, con il gonfalone listato a lutto.

gonfalone regione abruzzo Fagnano

In rappresentanza del Consiglio regionale Quintino Pallante.

E poi, mischiati tra la folla, gli ex assessori regionali Rosario De Matteis e Antonio Chieffo, l’ex commissario alla Sanità Isabella Mastrobuono, l’ex presidente dell’associazione degli ex consiglieri regionali Gaspero Di Lisa e il massimo rappresentante del Consiglio comunale di Termoli Michele Marone.

Fagnano funerali

Composto il dolore della moglie Valeria e della figlia Giulia che dal secondo banco hanno seguito la celebrazione. In prima fila i nipoti che hanno offerto uno spaccato intimo dello zio leggendo un ricordo dall’altare: “A Teramo ti sei sentito come a casa. Con te potevamo parlare anche di calcio, del Teramo calcio e ma soprattutto del Campobasso Calcio”. Fagnano è stato un grande tifoso dei colori rossoblù e puntualmente, la domenica, era in tribuna allo stadio di contrada Selvapiana. “Amavi molto la tua città per la quale adoperavi sperando sempre che compisse un salto di qualità”. Infine, “per noi nipoti sei stato punto di riferimento, porteremo a portare avanti valori che ci hai trasmesso”.

Particolarmente commosso il professore Gianni Di Giandomenico, docente di diritto privato all’Università del Molise e attuale rettore dell’Università Pegaso, forse colui che si potrebbe considerare il suo mentore. L’avvocato è stato il suo “consigliere politico e amministrativo”.

Roberto era una persona fuori dal normale: era stimato per il suo attaccamento al lavoro, per la capacità di comprendere i problemi, per la grande visione delle cose”, il suo pensiero dall’altare. Ne ha tratteggiato la “personalità elegante” e la capacità di “essere pronto al dialogo anche quando subiva un torto sempre pronto ripresa del dialogo”. Di Giandomenico ha ricordato l’inizio del percorso di Fagnano che “ha frequentato i gruppi politici vicini a La Penna. Roberto militava nel Movimento giovanile della Democrazia Cristiana”. E ancora: “Ha avuto solo un difetto: era troppo modesto”. Tanto è vero che quando la politica gli offrì la candidatura al Comune di Campobasso e l’anno scorso alla Regione Molise “lui ha rifiutato”.

Fagnano ha lasciato un segno profondo nella nostra terra”, le parole del governatore abruzzese. “Con il suo lavoro e con il suo impegno costante è riuscito a dare un’impronta importante all’Azienda sanitaria di Teramo avviando un nuovo sistema di ospedalizzazione nella nostra regione”.

Da poco la Regione Abruzzo ha ottenuto il finanziamento per costruire il nuovo ospedale di Teramo. E c’era anche il lavoro di Fagnano dietro a questo straordinario risultato.

Peccato che la sua professionalità non sia stata messa al servizio della disastrosa sanità molisana.

Alla fine resta l’amaro in bocca e il rammarico che la sua terra avrebbe potuto valorizzare l’arguto manager in maniera migliore.

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