Lo scandalo

Corruzione in Vaticano, nell’inchiesta spunta il nome del broker molisano Gianluigi Torzi

Il finanziere di Larino, amministratore della Microspore spa, avrebbe fatto da mediatore per l'acquisto di un palazzo a Londra ricevendo - in base all'inchiesta pubblicata dal settimanale L'Espresso - una commissione da 10 milioni di euro.

Gianluigi Torzi. Se qualcuno lo avesse dimenticato, il nome del broker molisano, nonchè amministratore delegato della Microspore spa (che ha sede a Larino), finì nell’inchiesta della Procura di Larino sulla ‘famosa’ villa al mare dell’ex presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura.

Era l’estate del 2014 quando questa storia ebbe un’eco rilevante nelle cronache regionali e nazionali. Il caso scoppiò quando alla signora Maria Rosaria Cerio, affittuaria di un piccolo appartamento all’interno della villa, era stato impedito di entrare nell’immobile poiché, secondo i nuovi proprietari del complesso Pts Village, quel contratto di affitto era fasullo. L’appartamento in questione era stato ceduto a loro già nel 2010 dall’ex proprietaria, la signora Iole Varanese.

I proprietari dello stabile erano proprio l’ex governatore Frattura (la cui posizione poi venne archiviata) e Gianluigi Torzi, allora suo socio in affari.

Il nome del finanziere di Larino spunta ora nell’inchiesta che ha sconvolto il Vaticano e pubblicata in esclusiva dall’Espresso a firma di Emiliano Fittipaldi. Nelle pagine dei pm, che ipotizzano reati come l’appropriazione indebita, il peculato e la truffa, viene ricostruito un business colossale finanziato con i 650 milioni provenienti dalle offerte e dalle donazioni dei fedeli per opere di carità e utilizzati per una serie di affari e speculazioni finanziarie, fra cui l’acquisto di immobili dal valore di parecchi milioni di euro all’estero (a Londra, ad esempio).

Gli inquirenti parlano perfino di “un tentato investimento da 250 milioni di dollari del Vaticano in una piattaforma petrolifera davanti alle coste dell’Angola”, racconta Fittipaldi.

Secondo gli investigatori e la ricostruzione dell’Espresso, Torzi, attuale amministratore delegato di varie aziende (Vega srl, Solcap 2 srl, Microspore spa, Tag srl, Enerbio srl, Euroimprese export), avrebbe fatto da mediatore per l’acquisto di un palazzo a Sloane Avenue ricevendo una  commissione di 10 milioni che, secondo indiscrezioni riportate da diversi organi di stampa nazionali, sarebbero ancora fermi su un conto.

Diversa la ricostruzione che fornisce il quotidiano economico Milano Finanza: i 10 milioni sarebbero invece frutto della penale pagata a Torzi per interrompere in anticipo il contratto quinquennale di gestione dell’immobile stipulato nel 2018 fra il Vaticano e la Gutt di Torzi stesso.

Una inchiesta complicata dunque, i cui dettagli stanno emergendo man mano in queste ore e che nella sostanza è un terremoto per il Vaticano. “I milioni per i poveri – la sintesi degli investigatori – sarebbero finiti in operazioni economiche di dubbia eticità”. Tutto il contrario della povertà predicata da Papa Francesco per la ‘sua’ Chiesa.

(foto L’Espresso)

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