Il paese che insegna

Baranello, il comune che difende la libertà: “Rallentate! Qui i bambini giocano ancora per strada”

L’amministrazione si è espressamente schierata dalla parte dei più piccoli difendendo il loro diritto di riappropriarsi del loro paese, giocando lungo le vie e in piazza senza correre pericoli

Sbuchi a pochi metri dalla piazza di Baranello quando all’incrocio tra la strada che conduce in pieno centro e le due che portano vicino alla scuola, alla caserma, al Comune e al cimitero, ti trovi davanti una cartellonistica colorata che spunta allegramente tra una serie di indicazioni stradali cromaticamente monotone e tipiche di quelle che osserviamo ovunque.

È un avviso, un monito, un invito. Qualcosa che nel 21esimo secolo assume però il sapore di una notizia che vale la pena raccontare. Poco prima della piazza, l’amministrazione comunale ha fatto installare il cartello che recita così: “A Baranello i bambini giocano ancora per strada. Rallentare”.

Qualche anno fa incontrare lungo le strade gruppi di bambini pronti a giocare, era un fatto estremamente naturale. Oggi, con l’era digitale, l’avvento dei social e soprattutto di quei dannati giochi elettronici, il piacevole imprevisto di ascoltare ancora la conta dei numeri per il gioco del “nascondino”, quello di assistere alla scena di un pallone che colpisce la balconata della nonna inflessibile oppure (e diciamolo con onestà perché ognuno di noi l’ha fatto almeno una volta nella vita) l’amabile rischio di essere travolti dalla fuga di una banda di bricconcelli dopo aver suonato i campanelli per puro divertimento; tutto questo è improbabile che accada in molti dei nostri paesi e in tanti dei nostri quartieri.

Invece a Baranello, questo succede ancora. E aggiungiamo: per fortuna. Accade perché c’è un’amministrazione sensibile, e quindi attenta a tutelare quelle voci spensierate impegnate a giocare lungo le strade che, diversamente, sarebbero destinate ad essere deserte e tristi. Così come lo era stata quella di San Giacomo degli Schiavoni che fece un’iniziativa analoga (era il novembre 2016).

Un cartello che abilmente supera quel noioso “Benvenuti a…” o l’avanzato “Welcome to…” perché è in grado di accogliere il forestiero in un clima di fanciullezza tanto utile quanto salutare già solo al primo impatto. Sì, perché chi arriva a Baranello e legge quel cartello avverte subito i crampi dei ricordi. E la mente vola piacevolmente in una storia che ci appartiene e che l’evoluzione dei tempi rischia spesso di cancellare per sempre.

Quella frase così semplice che sembra apparentemente un categorico richiamo a rispettare il codice della strada evoca invece la magia di una invidiabile spensieratezza che per fortuna anima ancora qualche piccolo centro della nostra realtà regionale, sempre più vecchia e sempre più vuota.

L’idea dell’assessore Loredana Messano, accolta e sostenuta dall’intera amministrazione del sindaco Marco Maio, è stata vincente e avvincente: quando si arriva a quell’incrocio le lancette si fermano, le macchine rallentano, e lo sguardo cerca le testoline nascoste dietro muretti e panchine o scruta gli angoli in cerca di una palla che potrebbe sbucare e attraversare la strada. Ma è tutto irresistibilmente normale perché per fortuna “i bambini qui giocano ancora per strada”.

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