Allarme droga

Arrestato perché spaccia mentre è ai domiciliari ma il gip lo rispedisce a casa

Il giudice ha convalidato l’arresto senza prevedere una misura più afflittiva per l’uomo arrestato dai carabinieri perché continuava a spacciare nonostante fosse sotto custodia dopo il blitz della squadra mobile. In operazione “Lungomare” invece interviene la Cassazione a richiamare le disposizioni del tribunale del Riesame su richiesta della Procura

Il 36enne di Termoli arrestato le scorse ore dai carabinieri del nucleo investigativo di Campobasso, in collaborazione con i militari della Sezione Operativa della Compagnia di Termoli, per detenzione di droga ai fini di spaccio è tornato a casa agli arresti domiciliari.

Il gip del tribunale di Larino ha convalidato l’arresto ma per lui non si sono aperte le porte del carcere.

Ventisette giorni fa ad ammanettarlo ci avevano pensato gli uomini della squadra mobile. Stesso reato: spaccio. E con lui c’erano le stesse persone poi denunciate dai carabinieri nelle ultime ore.

In quella occasione il giudice per le indagini preliminari dispose gli arresti domiciliari ma il 36enne stando agli atti relazionati dagli investigatori avrebbe continuato a spacciare tanto nel fine settimana i carabinieri sono nuovamente intervenuti presso la sua abitazione per portarlo nel carcere di Larino.

Assieme all’uomo sono stati denunciati – dicevamo – i tre soggetti che erano con lui. Gli stessi di un mesetto fa.

Stesse dinamiche, stesse facce, stesso reato. Il Gip pur convalidando l’arresto ha rispedito a casa il 36enne in attesa di giudizio. A casa aveva 50 grammi di cocaina, eroina e hascisc; oltre mille euro in contanti e un bilancino di precisione.

Invece il 24 settembre scorso quando ad intervenire fu la squadra mobile durante la perquisizione furono sequestrati 14 involucri in alluminio con circa 31 grammi di marjuana, celati in una scatola da thè, nonché 13 involucri in plastica, per un totale di 10 grammi di eroina ed un bilancino di precisione, oltre a vario materiale per il confezionamento dello stupefacente.

Invece a bacchettare il Riesame di Campobasso è intervenuta una disposizione della Cassazione e questa mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Campobasso, hanno eseguito una misura cautelare dell’obbligo di dimora nell’ambito di operazione “Lungomare” che ha colpito e disarticolato, il 30 ottobre 2018, un’associazione a delinquere di matrice sanseverese, ma radicata in Molise tra il 2016 e il 2018 e finalizzata al traffico e commercio di sostanze stupefacenti.

La misura è stata disposta dal Tribunale del Riesame di Campobasso a carico di uno dei soggetti che le indagini collocavano tra le file operative del sodalizio perseguito.

Il provvedimento – dicevamo – è scaturito dalla sentenza della Corte Suprema di Cassazione che, accogliendo il ricorso del Procuratore della Repubblica di Campobasso, ha annullato l’ordinanza emessa dallo stesso tribunale il 23 novembre 2018 che aveva rimesso in libertà l’indagato per il quale invece il Gip di Campobasso aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere.

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