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L’incertezza diventa paura: i motori ibridi si fanno già in Polonia, “Termoli che ruolo avrà?”. Incentivi ad andar via per 130 lavoratori

Incertezze sul futuro occupazionale della più grande industria del Molise e interrogativi aperti sulla produzione dell'ibrido, che nella fabbrica polacca è arrivato a quota 100mila. Domani si riaprono i termini per la mobilità di 130 dipendenti, mentre la Fiom Cgil chiede tavolo tecnico in Regione. "Problema urgente". La buona notizia: il Governo ha deciso di convocare un tavolo sull'auto. Lo fa il ministro Patuanelli.

Che ruolo avrà lo stabilimento metalmeccanico di Termoli nella produzione di motori ibridi, considerati gli eredi naturali del vecchio fire nonché l’unico prodotto in grado di garantire la sopravvivenza della fabbrica? Una risposta non c’è. O meglio: si attende da un anno ma non arriva, mentre si avvicina la data di scadenza del motore diesel inaugurato a Termoli nell’aprile del 1985 come una grande sfida tecnologica, alla presenza di Pertini e Gianni Agnelli. Il fire infatti uscirà definitivamente di scena nel 2021.

Lontani, lontanissimi i tempi in cui lo stabilimento Fiat di Termoli, principale azienda produttiva del territorio regionale, esultava per i piani di investimento che Sergio Marchionne aveva scelto di ufficializzare proprio a Rivolta del Re, con pioggia di milioni e di neo assunti 4 anni fa. Le nuove linee produttive inaugurate in un clima di fiducia nel futuro – anche occupazionale – dei motori di lusso T4 e V6 non possono certo bastare rispetto al numero di dipendenti da impiegare. Si tratta di 2800 persone, gran parte delle quali coinvolte da mesi da massicce ondate di cassa integrazione. Un patrimonio umano essenziale per la sopravvivenza dell’azienda e di riflesso del Molise. Se affonda Fiat, dove l’età media dei lavoratori è di 50 anni, affonda la regione.

I trent’anni del motore Fire con Sergio Marchionne

L’urgenza è forte, eppure di risposte chiare e puntuali non ne arrivano. Soprattutto in riferimento alla data dell’investimento annunciato dal piano industriale di Manley ormai un anno fa. “Le linee dovevano essere adeguate per la produzione di motori ibridi entro settembre, ma non se ne è saputo più nulla” dichiara, con la preoccupazione nella voce, il segretario regionale Fiom Cgil Giuseppe Tarantino. “Nonostante i proclami – aggiunge – a oggi i laboratori non sanno né quando nè come partiranno gli investimenti della nuova motoristica”.  

Ad alimentare la paura c’è anche la produzione del fly fire in Polonia. Nell’impianto di Bielsko-Biala di proprietà di Fca Powertrain, già medaglia d’Oro del World Class Manufacturing dal 2012, poche settimane fa è stato sfornato il centomillesimo motore della famiglia di propulsori fly. Sebbene la versione fatta in Slesia sia diversa da quella di Termoli, l’interrogativo è giustificato: “Cosa si intende fare esattamente a Termoli? Lo stesso tipo di propulsore che già si fa in Polonia? Il mercato lo richiede? E in che misura?” Le domande di tarantino sono le stesse dei lavoratori, che domandano con insistenza di conoscere quanto personale gli avanguardistici motori promessi potrebbero impiegare, “perché è importante ora capire se i numeri dell’investimento potranno essere garantiti dagli attuali livelli occupazionali”. “Chiaro poi – dice ancora il sindacalista – che è sempre il mercato a decidere e a stabilire i reali volumi produttivi”.

Intanto la Fiom Cgil chiede insieme alla Rsa di stabilimento un tavolo urgente in Regione sulla questione auto. La nota è stata inviata a tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza e di opposizione, “perché su questo bisogna essere tutti compatti. Lo stabilimento di Termoli è il più grande della Regione ed è chiaro interesse del governo regionale conoscerne le prospettive future”.

Tanto più che domani, 26 settembre, i sindacati incontreranno i vertici di Termoli sulla procedura di mobilità aperta da Fiat per 130 lavoratori, incentivati a lasciare il posto in fabbrica su base volontaria con aiuti alla pensione o al licenziamento.  I termini scadrebbero teoricamente il 30 settembre, ma è quasi scontato che verranno prorogati fino a fine anno, perché il numero di quanti hanno alzato la mano non è arrivato alla quota indicata dalla azienda.

Una buona notizia però c’è. Ed è che finalmente il Governo ha deciso di convocare un tavolo sull’auto. Lo fa il Ministero dello Sviluppo economico di Stefano Patuanelli, al quale si sono rivolti i sindacati di diversi stabilimenti italiani fra i quali appunto quello di Rivolta del re. “È necessario che al tavolo siedano sindacati e imprese a cominciare da Fiat Chrysler Automotive, esperti per individuare gli strumenti utili ad affrontare questa fase di riduzione del mercato nazionale e di transizione ecologica, con il passaggio all’elettrico – le parole di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile Automotive – Bisogna coinvolgere tutte le forze per un piano nazionale di trasformazione dell’Industria motoristica che abbia come principali riferimenti l’ambiente e l’occupazione”.

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