Campobasso

La città dei Misteri e dei murales: l’arte urbana per valorizzare le periferie dimenticate fotogallery

Simone Carraro e Luogo Comune in città per realizzare gli ultimi due murales previsti dal progetto “Imbrartiamo - Street Art e Misteri” che l’Associazione Malatesta ha siglato con l’amministrazione Battista nel 2018. L’obiettivo è quello di creare un percorso attraverso i murales che culmini al Museo dei Misteri di Campobasso. Insieme a Nino Carpenito ripercorriamo la storia della Street Art che sta trasformando il volto dei quartieri del capoluogo di regione e attirando turisti. L’appello all’amministrazione comunale.

La città dei Misteri e dei murales si arricchisce di altre opere previste dal progetto “Imbrartiamo – Street Art e Misteri” che l’associazione Malatesta ha siglato con l’amministrazione Battista nel 2018. Due artisti italiani hanno vinto il bando pubblicato dal Comune di Campobasso in occasione dei festeggiamenti dei 300 anni dalla nascita del Di Zinno. Sono Simone Carraro di un paese in provincia di Venezia e Luogo Comune di Bologna.

Lo scorso 2 dicembre i due giovani artisti hanno visitato la città in occasione dell’uscita straordinaria dei Misteri, osservando minuziosamente lo stupore sui volti dei bambini, vivendo in prima persona le emozioni legate ad un tesoro dal valore inestimabile: gli Ingegni del Di Zinno.

Il progetto “Imbrartiamo – Street Art e Misteri” prevedeva la creazione di quattro opere, i primi due murales – che lasciano senza fiato i passanti – sono stati realizzati da Gomez e Andrea Ravo Mattoni. Il quartiere scelto è quello di Fontana Vecchia perché l’obiettivo, come spiega Nino Carpenito dell’associazione Malatesta, è quello di creare un percorso attraverso i murales che culmini al Museo dei Misteri di Campobasso. Quest’anno sono stati coinvolti nel progetto anche i bambini e i ragazzi degli Sprar attraverso due laboratori, uno curato da Smake dell’associazione Malatesta, l’altro dell’associazione Forma di Jesi.

Murales Campobasso

Gli artisti Carraro e Luogo Comune saranno in città fino a oggi, domenica 15 settembre. Preferiscono non farsi vedere in volto e non svelare le proprie opere che tra qualche giorno parleranno da sole. Con rulli alla mano dipingono le pareti di due palazzi popolari di Fontana Vecchia, fermati di tanto in tanto da gente che arriva per offrirgli un caffè. Questo fa capire come l’arte urbana stia colpendo anche le teste più ‘dure’. Come l’arte urbana possa cambiare anche l’identità e l’immaginario dei quartieri, soprattutto quelli delle case popolari. Come l’arte urbana possa rigenerare gli spazi, stimolare l’aggregazione, favorire il turismo e dare spunti alla politica.

Cerchiamo di dare una nuova identità ai quartieri, soprattutto a quelli periferici – commenta Nino Carpenito. – Non risolviamo i problemi di nessuno attraverso la Street Art, ma cerchiamo di offrire una nuova immagine ai quartieri e agevolare la loro fruizione. E anche un modo per creare un momento di incontro in una città in cui siamo spesso divisi”.

Non c’è solo un obiettivo legato al decoro urbano. Tutt’altro. Una grossa fetta del turismo in Italia negli ultimi anni è legata alle visite nei luoghi in cui si trovano opere di arte urbana. E Campobasso, con i suoi murales, è diventata un museo a cielo aperto.

L’associazione Malatesta tramite il festival “Draw The Line” – uno dei più importanti di Italia – dal 2011 sta trasformando gli angoli più perduti di Campobasso con opere di infinita bellezza e di attualità, capaci di far riflettere e di portare turisti nel capoluogo di regione. “Circa un centinaio all’anno, – dice Carpenito, – ma le visite sono in crescita e riguardano anche scolaresche di fuori regione”.

Ecco perché l’associazione Malatesta lancia l’appello alla nuova amministrazione di Campobasso. “Speriamo nell’aiuto del Comune per l’organizzazione della fruizione delle opere in città, magari attraverso la creazione di mappe da fornire ai turisti, e per la conservazione dei murales”. L’impegno dell’associazione Malatesta è un seme di speranza in una città che ha bisogno di riniziare a guardare a colori.

 

commenta