Napoli-termoli, un unico destino

Salvatore Di Sirio, l’insegnante di arti marziali dal cuore poetico che sogna di pubblicare un libro

Un poeta gentiluomo, dall’animo antico e che sogna un mondo meno duro: Salvatore, 52enne trapiantato termolese, di desideri ne ha tanti ed ha tutta l’umiltà e la bontà d’animo per rendere questo mondo, un posto migliore.

Un duro dal cuore tenero che riesce a plasmare la realtà che lo attornia ed a ricavarne splendidi versi che trasmuta in canzoni e poesie: è Salvatore Di Sirio (in foto con il cantautore Bungaro), napoletano doc ma termolese d’adozione, un poeta ed autore eccezionale che porta alto il nome della città che lo accoglie dal 1973 grazie ai suoi versi che parlano all’anima umana e che, recentemente, sono stati protagonisti di una serata a San Gimignano durante l’evento ‘Spazio d’Autore’ in omaggio a Rino Gaetano, dopo essere stato invitato lo scorso anno quando gli organizzatori gli hanno chiesto di salire sul palco per recitare una delle sue poesie: “Lavoravo nella security dell’evento che, in passato, era ospitato a Termoli. Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti e mi hanno chiesto se volessi partecipare. Ero felicissimo e sono partito”.

Salvatore nasce a Napoli 52 anni fa ma, appena bambino, si trasferisce con la sua famiglia in Molise dove attualmente vive e lavora in Fiat, in palestra e nel settore della security. Lui, l’uomo dalle “mille sfaccettature”, come ama definirsi, si sente un istrione, come il suo “animo che tira fuori tante sfumature diverse”. Fisico statuario, muscoli scolpiti e quell’aria un po’ da duro di film hollywoodiani: a vederlo così, infatti, si comprende subito che Salvatore ha la passione per le arti marziali e per la palestra. Ciò che non salta subito all’occhio, però, è il suo cuore e non solo perché sia celato all’interno della cassa toracica. Per conoscerlo davvero è necessario scavare a fondo e far parlare il suo fuoco interiore.

La vita di Salvatore è ricca ed è legata alla sua città natale con il filo inossidabile del destino. Fan del grande Antonio De Curtis, in arte Totò, Salvatore scrive la poesia ‘A fatic (il lavoro, che prende ispirazione da ‘A livella) di getto o, sarebbe meglio dire, sono le parole che hanno afferrato la sua mano per prendere vita: “Mi sono svegliato all’approssimarsi di un novembre – racconta al telefono con Primonumero.it – Con i primi versi già in testa. Ho preso carta e penna ed ho iniziato a scrivere. Il resto è venuto da solo. Più andavo avanti, più le parole si trasferivano su carta, come per magia”.

La poesia, presentata all’evento ‘Spazio d’Autore’ lo scorso 9 agosto è autobiografica “anche se sono in molti a riconoscersi nelle parole”, ci tiene a precisare l’autore, e narra la storia di un padre ed un figlio, in cui il primo spiega al secondo l’importanza del lavoro al fine di condurre una vita onesta. “A gennaio del 2015 ho perso mio padre – ricorda Salvatore – C’è molto di lui nella poesia. Penso che tutti i padri e le madri del mondo sperino che i figli possano vivere un’esistenza onesta e dignitosa”. La stessa che lui augura a sua figlia, una “splendida donna di 21 anni”, ammette con una certa emozione.

Uno scopo, quello dell’onestà, che Salvatore non solo persegue fedelmente nel quotidiano, ma che insegna ai suoi allievi di arti marziali che, grazie a lui, imparano a non mollare mai e a non avere pregiudizi: “Troppo spesso abbiamo pregiudizi verso chi non conosciamo. Prendete, ad esempio, noi appassionati di arti marziali. Le persone ci vedono così muscolosi e pensano che siamo cattivi. Forse la colpa è dei film, che hanno ‘sporcato’ il nostro mestiere. Insegno ai miei ragazzi a vivere. Non mi interessa se vincono o perdono, per me vincono nel momento in cui decidono di partecipare ad una gara. Voglio che imparino a rialzarsi e ad andare avanti”.

La sua ispirazione trae il nettare per svilupparsi dalla vita quotidiana e dal mondo che lo circonda. Un universo talmente vasto che non trova spazio solo nelle poesia, scritte e recitate in napoletano, ma anche nelle canzoni: “Ho scritto una decina di poesia ed una trentina di canzoni. Ne ho una sulla vecchiaia ed una sui cazzimm”. Ma cos’è un cazzimm Salvatore? Lui ride e cerca di spiegarci il significato: “Può essere inteso in maniera positiva e negativa. Hai presente gli stronzi? Ecco, sono loro. Ne trovi di bonaccioni e di acidi e cattivi. La poesia parla proprio di questa continua lotta tra la cattiveria e la bontà che, dopo essersi incontrate, iniziano a discutere”. E alla fine chi vince? “Non c’è un vincitore, perché è l’eterna lotta che ognuno di noi vive sul ring della propria anima”.

Le canzoni, invece, prive ancora di una base musicale, sono un ventaglio di generi differenti, dal demenziale al romantico e parlano di temi attualissimi e su cui si dibatte in ogni ambito sociale, fin quasi a detestarsi l’un l’altro pur di avere ragione: amore, droga, bambini in guerra, razzismo. Sono custodite in un cassetto, proprio come i sogni, anche se Salvatore spera di poterle raccogliere in un volume: “Mi piacerebbe pubblicare un libro che contenga sia le poesie che le canzoni. Per ora sono poche, ma chissà che in futuro quest’idea non possa divenire realtà”.

Salvatore Di Sirio

Video della diretta grazie alla pagina Tvedo web tv

commenta