E’ durata tre ore l’autopsia sul corpo di Antonio Di Vito, 38 anni, morto lo scorso 14 agosto nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Termoli. Il medico legale incaricato degli accertamenti irripetibili, avvenuti alla presenza dei consulenti di parte (la famiglia e i medici) ha concluso il lavoro nella camera mortuaria prima delle ore 20 di oggi, 21 agosto. Si è riservato di depositare il referto completo entro settembre, prelevando campioni di organi e soprattutto del cuore per gli esami di laboratorio che saranno effettuati a Foggia. Quindi ha relazionato direttamente al pm, la dottoressa Ilaria Toncini.
La famiglia di Antonio Di Vito, 38 anni, chiede la verità sulla morte di quel ragazzone, che la mattina dello scorso 14 agosto è entrato in ospedale sulle sue gambe e non è più uscito. I medici che lo hanno visitato e curato prima che la situazione precipitasse, a loro volta, spingono perché si faccia chiarezza, certi di aver fatto tutto quanto era in loro potere e consapevoli, allo stesso tempo, che la medicina non è una scienza esatta.
Cosa è accaduto ad Antonio Di Vito lo stabilirà, appunto, l’autopsia. Il medico legale incaricato dal pm di Larino ha cominciato l’esame nella camera mortuaria del san Timoteo intorno alle 17 e 30 di oggi, 21 agosto. Mauro Ciavarella, dell’Università di Foggia, affiancato dal suo staff, dovrà ora stabilire principalmente se la causa del decesso sia riconducibile a un aneurisma dell’aorta addominale, a una rottura improvvisa e acuta dell’aorta, come sospettano anche i medici che hanno preso in carico il 38enne per due volte nello spazio di poche ore. Prima a mezzanotte del 13 agosto, quando il paziente è arrivato lamentando un forte mal di stomaco e riferendo di aver bevuto una bevanda ghiacciata, e poi il mattino successivo, quando è nuovamente approdato nel nosocomio di contrada Mucchietti, accompagnato dai familiari.
La situazione sarebbe diventata irrecuperabile in poco più di un’ora. L’ospedale, che a sua volta ha avviato una inchiesta interna, sostiene che la corsa contro il tempo non è bastata a salvare la vita al giovane, dimesso la sera precedente “dopo tutti gli accertamenti e gli esami, che non avevano rivelato nulla di anomalo” e precipitato in choc emorragico intorno alle 10 e 30 del giorno dopo, quando “è stato seguito da medici, rianimatori e infermieri in maniera costante, malgrado le disperate condizioni nelle quali lavora il reparto di Emergenza”, che nei giorni di Ferragosto è stato preso d’assalto come e più di sempre, mentre il personale continua a essere carente.
La famiglia, che ha chiesto l’intervento dei carabinieri nei minuti successivi alla certificazione della morte, ritiene invece che qualcosa sia andato storto. Vuole sapere perché è stato dimesso la notte precedente, e perché il loro congiunto è morto in pochissimo tempo sotto gli occhi e le mani dei dottori, che lo avevano già intubato per portarlo in sala operatoria.
La cartella clinica è stata sequestrata e sull’episodio, come richiede la prassi, è stata aperta una inchiesta che segue la denuncia dei familiari. Due medici – rispettivamente in servizio la notte del 13 e la mattina del 14 agosto – risultano indagati dalla Procura della Repubblica. Entrambi, difesi dall’avvocato Antonio De Michele, hanno nominato un consulente di parte ognuno che presenzia all’autopsia. La famiglia di Antonio Di Vito è invece rappresentata dall’avvocato Angelo Sbrocca, che ha ricevuto ieri l’incarico professionale. Anche in questo caso è stato nominato un consulente di parte, un medico legale che assiste agli accertamenti tecnici nell’interesse dei familiari di Antonio Di Vito, i cui funerali saranno celebrati giovedì pomeriggio alle ore 16 a Santa Maria degli Angeli, a Termoli.
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