Enti & assunzioni

La storia infinita della Protezione civile: precari a casa, ora il nuovo concorso per assumere

La Regione Moise ha deciso di avviare il bando per quattordici dipendenti per la sala operativa. E' l'ultimo capitolo di una lunga odissea iniziata sette anni fa tra concorsi, licenziamenti, inchieste della magistratura e mancata stabilizzata del personale. E ora la nuova selezione voluta dalla giunta Toma all'interno di un piano più ampio di assunzioni all'interno dell'ente rischia di mettere fuori gioco chi è stato già formato. Ecco perchè per qualcuno il concorso 'puzza' di clientelismo.

C’è un nuovo capitolo della lunga ‘saga’ chiamata Protezione civile. Il governo targato Toma ha deciso di tornare ad assumere per rafforzare anche il personale dell’ente che ha vissuto una stagione d’oro dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002 e la relativa ricostruzione. L’azione è stata inserita nel più ampio piano di reclutamento dell’organico previsto dalla giunta regionale e approvato lo scorso 29 luglio.

Sarà quindi indetta una nuova selezione per reperire complessivamente quattordici dipendenti da impiegare tra il Centro funzionale e la sala operativa. Nel dettaglio, si legge nella delibera numero 289, si cercano quattro dipendenti per la categoria “C” profilo professionale “amministrativo contabile”, altrettanti (sempre di categoria C) per il profilo “tecnico amministrativo”, due per il settore “D1 amministrativo contabile” e altri quattro lavoratori per la categoria “C” profilo professionale “tecnico amministrativo”.

Una decisione maturata dopo aver verificato che c’è bisogno di “professionalità aggiuntive” e che oggi occorrono “competenze quantitative e qualititave” dovute “all’accrescimento dell’efficienza dell’organizzazione, delle strategie e degli obiettivi da realizzare, dell’accrescimento e dello sviluppo professionale delle risorse umane interne”. Ecco le motivazioni inserite nella delibera per giustificare un’operazione che ha già fatto storcere il naso a qualcuno.

Perchè, è l’opinione di alcuni, è una scelta che in pratica fa tornare le lancette del Molise indietro nel tempo. E’ per questo che ha generato malumori che da qualche giorno serpeggiano tra coloro che in Protezione civile hanno lavorato e che sono stati mandati a casa dopo aver vinto il precedente concorso indetto dall’ex governo Iorio che aveva affidato all’architetto Antonio Giuseppe Giarrusso la direzione dell’ente.

Parliamo della selezione avvenuta nel 2012 per assumere 218 dipendenti a tempo determinato. Chi viene selezionato inizia a fare pratica sul campo, si forma.

Quando cambia il governo regionale e si insedia Paolo di Laura Frattura, tutto viene rimesso in discussione: i soldi per pagare il personale era finito proprio per le assunzioni ‘gonfiate’ avvenute in passato. Nel frattempo anche la Procura aveva voluto vederci chiaro sulle assunzioni affidando alla Squadra Mobile le indagini.

Nel 2016 i 218 contratti a tempo determinato scadono e non vengono rinnovati. A detta dei precari, sarebbero potuti essere stabilizzati con il decreto Madia. Ma in quello stesso anno viene indetta un’altra procedura concorsuale per la neonata Arps, Agenzia regionale per la ricostruzione post sisma. Solo venti i posti a disposizione. Ma la selezione viene impugnata davanti al giudice.

Conclusa la battaglia giudiziaria, il governo Toma ci riprova con il nuovo concorso per assumere quattordici dipendenti. Un concorso che, per qualcuno, ‘puzza’ di clientelismo. Perchè solo pochi mesi fa (3 ottobre 2018) l’attuale giunta aveva approvato una delibera per “valorizzare le esperienze lavorative in Regione” e aveva proceduto ad una ricognizione del personale, per capire chi aveva caratteristiche tali da poter essere assunto. Una ricognizione che evidentemente per la Regione non deve aver dato gli esiti sperati se quel progetto di “valorizzazione” dei dipendenti è stato abbandonato per procedere con i nuovi concorsi. 

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