Campobasso

La Regione prepara la bonifica dell’hotel dei vip. Ma il ‘nuovo Roxy’ slitta ancora: ecco il progetto

Entro la fine di agosto dovrebbe iniziare almeno l'intervento di sanificazione dell'area antistante piazza Falcone e Borsellino. Il presidente della Regione Donato Toma, proprietaria dell'immobile, annuncia l'avvio delle operazioni: "Ho dato mandato al Dipartimento". E conferma il project financing partendo dal vincitore del concorso di idee voluto da Frattura nel 2014. Come sarà il nuovo Roxy? Lo spiega a Primonumero l'architetto Nicola Guglielmi.

“Ho dato disposizione al Dipartimento competente di procedere con quanto richiesto dal Comune di Campobasso”. Ecco la contromossa del presidente della Regione Molise, Donato Toma, dopo la diffida ricevuta lo scorso 25 luglio da Palazzo San Giorgio per intervenire sulla zona dell’ex Roxy. Però la diffida firmata dal sindaco Roberto Gravina impone solo un intervento di “bonifica, sanificazione e recinzione dell’area, ai fini della tutela del decoro urbano“.

E’ solo l’ultima azione in ordine temporale. Prima di lui anche l’amministrazione Battista – una volta eletto il governatore Toma – aveva provveduto per ben due volte a chiedere un intervento del proprietario dell’immobile risalente agli anni ’80 e pagato 7 milioni di euro durante la legislatura Iorio.

Certo, l’edificio non sarà abbattuto come auspicato da chi teme rischi dovuti a crolli. L’opera di risanamento dovrebbe avvenire a stretto giro e la situazione sbloccarsi entro fine agosto, anche perché se non agirà la Regione provvederà il Comune con propria ordinanza.

La bonifica dell’area di Piazza Falcone e Borsellino è comunque solo una soluzione tampone. La demolizione dell’ex Roxy e la riqualificazione dell’intera area slittano ancora. Lo scorso febbraio Toma annunciò la volontà di abbattere lo stabile: “Abbiamo 2 milioni e 500mila euro già in bilancio”, disse. Ma a distanza di cinque mesi, l’abbattimento del vecchio hotel resta ancora nel capitolo delle intenzioni.

“Stiamo studiando il project financing – spiega il governatore. – Partiremo dal progetto vincitore del concorso di idee che sarà messo a bando. E – spiega – nel caso di progetto di finanza i 2 milioni e 500mila euro in bilancio saranno dirottati sulle strade molisane. Questo mese – chiude il presidente della Regione Molise – conto di affrontare tutta la questione con la Giunta”.

L’ex hotel Roxy – ad onor di cronaca – è stato tirato in ballo anche per quanto riguarda il cosiddetto Contratto Istituzionale di Sviluppo. L’amministrazione Battista aveva candidato il progetto nell’ambito dei finanziamenti concessi per il Contratto di sviluppo. Sappiamo com’è finita: il piano non aveva il benestare della Regione nè il Comune di Campobasso poteva disporre di un immobile di cui non è proprietario. Tanto che l’attuale primo cittadino Roberto Gravina ha deciso di cambiare del tutto strada presentando altri progetti per la città capoluogo.

Ma come dovrebbe essere il ‘nuovo Roxy’? Lo studio dell’architetto Nicola Guglielmi è risultato vincitore dell’ultimo concorso di idee bandito dal governo Frattura nel 2014 per la realizzazione della nuova sede regionale e la riqualificazione dell’intera area circostante che comprende anche l’ex stadio Romagnoli.

“Se non ci sono abbastanza fondi – chiarisce subito l’architetto – tra le varie ipotesi per sbloccare la situazione, ci sarebbe quella di provvedere alla demolizione immediata del Roxy con una prima riqualificazione dell’area, per poi andare avanti con l’intero progetto in una fase successiva. Ci vorrebbero circa 3 milioni di euro per questo primo step” – risponde Guglielmi, – cifra che non si allontana poi molto da quei 2 milioni 500mila euro già inseriti nel bilancio regionale.

Nel progetto presentato dal professionista, al posto del vecchio hotel degradato sorgerebbero due palazzi a consumo energetico zero, di massimo dieci piani, uno per la sede della Giunta e l’altro per quella del Consiglio e degli uffici regionali. Una struttura direzionale sviluppata in profondità verso quelle che attualmente sono le scalinate dell’ex Romagnoli.

La porzione costruita sarebbe limitata in favore dello spazio verde circostante che diventerebbe una sorta di “collina verde” con piante autoctone che si svilupperebbero fino al Parco 5 luglio, da dedicare in quota parte ad attività che possano servire l’intera zona. “Ci siamo impegnati – spiega l’architetto Guglielmi – per evitare di sviluppare un’idea puramente scenografica, ma progettare strutture fortemente integrate nel contesto urbanizzato e antropizzato, di salvaguardia delle identità locali, di facile memorizzazione per la popolazione, ecosostenibili ed effettivamente realizzabili per una realtà come Campobasso. La proposta progettuale prevede un punto strategico di partenza delle principali linee di composizione e di forma del nuovo quartiere direzionale, lo stesso utilizzato alla fine degli anni ’30 per edificare la facciata concava del Palazzo Incis su Piazza Savoia.

L’obiettivo è stato quello di ricreare una piazza accogliente, ad emiciclo. Abbiamo proposto un’ampia zona verde su tre livelli scalati, destinata ad orto, un forte richiamo alla nostra tradizione agro-pastorale.  Al primo livello sulla piazza saranno realizzati filari di uva “tintilia”, al secondo livello saranno collocati i nostri alberi di olivo, al terzo piantumazione autoctone di frutta antica. Tutti i cittadini, in particolar modo i bambini avranno la possibilità di vivere durante tutto l’anno le fasi stagionali.

Una passerella pedonale che scavalca la ferrovia da viale Manzoni e accede sulla piazza “Romagnoli”, invece, valorizzerà l’uso dei parcheggi su viale Manzoni. Così il sistema della mobilità è stato completamente risolto. Con provenienza da Roma, Napoli o Termoli, tramite la tangenziale si giunge allo svincolo universitario, si sale allo svincolo su via Vico e si accede all’altezza di Via Novelli- Via Gazzani  ai parcheggi sotterranei sotto il Romagnoli”.

Il progetto di Guglielmi prevede infatti, nell’area dell’ex Romagnoli, tre livelli di parcheggio pubblico interrati con accesso da Via Novelli-Via Gazzani per circa 700 posti auto, oltre ad un livello parcheggio (100 posti) sottostante la quota di via Albino, destinato al personale della Regione. La superficie complessiva è di circa 20.000 mq. L’idea è quella di favorire una mega Ztl in centro, liberando dai parcheggi via Roma e viale Elena.

L’intero progetto sarebbe realizzabile entro tre anni dall’apertura dei cantieri. Per quanto riguarda i costi, “se tutto dovesse realizzarsi come opera pubblica – spiega l’architetto Guglielmi – parliamo di 50 milioni di euro attraverso finanziamenti pubblici, come potevano essere quelli recuperabili attraverso il Cis – precisa. – Ipotizzando un progetto di finanza si parlerebbe, invece, di circa 35 milioni di euro”.

Poi ci sono anche i ricavi derivanti dai parcheggi. Si parla di circa 4 milioni di euro nello studio di fattibilità. “L’opera – precisa Guglielmi – è concepita per il pieno ritorno finanziario dell’investimento totale in 12 anni. Il concorso di idee offre un grande vantaggio, che è quello di accorciare enormemente i tempi. Per quanto riguarda l’ex Roxy abbiamo un’opera che è già effettivamente costruibile. Il problema di fondo – chiude amaramente Guglielmi – è che le amministrazioni comunali e politiche devono avere gli attributi per potersi prendere le responsabilità e segnare la storia. Questa è la realtà”.

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