Nuove perquisizioni nel carcere di Campobasso, e anche in questo caso gli investigatori non ne sono usciti a mani vuote.
I carabinieri del comando provinciale di via Mazzini, su delega di una delle procure pugliesi i cui uffici stanno lavorando ad un’inchiesta ritenuta ancora “top-secret”, hanno eseguito nelle scorse ore una perquisizione nella Casa circondariale di via Cavour.
Un blitz inaspettato da parte degli ospiti dell’Istituto di detenzione che ha consentito ai militari di Campobasso di scoprire uno dei detenuti probabilmente “attenzionato” dagli organi inquirenti mentre parlava tranquillamente con uno di quei micro-cellulari che spesso finiscono per entrare finanche nei penitenziari.
L’uomo, scoperto, ha consegnato il telefonino ai carabinieri che hanno segnalato e quindi relazionato sull’esito positivo della perquisizione. Nuovo materiale probatorio quindi è stato inviato alla procura inquirente, che lavora ad un’indagine probabilmente finalizzata a smantellare – tra le altre cose – proprio la capacità di gestione di traffici illeciti (sempre più frequente) anche da dietro le mura carcerarie.
A dimostrarlo anche l’ultima indagine della squadra mobile di Campobasso, denominata “Alcatraz” coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo.
A ottobre scorso gli agenti di via Tiberio hanno eseguito sette misure cautelari personali e 2 misure reali (sequestri preventivi di circa cinquantamila euro e di un veicolo utilizzato per il rifornimento di droga da San Severo e da Napoli).
Inoltre, a fronte di 25 denunciati all’Autorità giudiziaria per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furono eseguite decine di perquisizione, all’esito dell’indagine fu dimostrato la capacità di interazione tra alcuni detenuti e le mogli che, dall’esterno, avevano acquisito pieni poteri sul traffico di droga seguendo proprio le indicazioni dei mariti reclusi.
L’indagine di ottobre nasceva da un altro blitz, condotto nel penitenziario di via Cavour e sempre dalla Squadra Mobile di Campobasso.
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