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Il Ministro dj e i nostri problemi locali

La propaganda del Governo procede ininterrotta: dalle spiagge alle piazze, reali e virtuali, il discorso populista contagia le menti e i cuori rancorosi di tante, troppe persone. Mentre i problemi reali vengono rimossi, il discorso razzista e violento si diffonde, trasformandosi in aggressioni fisiche e violenze verbali, sgomberi armati e leggi liberticide.

È di pochi giorni fa l’approvazione in parlamento del decreto sicurezza bis, che criminalizza la solidarietà in mare praticata dalle ONG e reprime il diritto al dissenso sociale in terra. Questo secondo decreto arriva dopo il primo che ha attaccato i diritti dei migranti stessi e il sistema di accoglienza diffuso sul territorio nazionale: si identifica dunque nello straniero il nemico pubblico esterno e in chi pratica lotte e solidarietà il nemico pubblico interno.

Le condizioni sociali di milioni di persone, però, non migliorano con questi provvedimenti: nel 2018 in Italia ci sono 5 milioni di individui in povertà assoluta e quasi 9 milioni di persone in povertà relativa (Istat). Il Mezzogiorno d’Italia boccheggia e sono centinaia di migliaia i giovani che lasciano il Paese in cerca di lavoro (come fanno i loro coetanei stranieri ai quali viene negato il diritto di muoversi liberamente). I diritti dei lavoratori non progrediscono, e le morti bianche sono tante, sempre troppe. Il reddito di cittadinanza è un provvedimento confuso, che mescola politiche sociali con politiche attive del lavoro, generando un minestrone contraddittorio.

Si accelera però per una riforma fiscale ingiusta, che distribuirà il reddito dal basso verso l’alto, contro il principio costituzionale che chi più ha più deve contribuire al benessere collettivo. La stessa autonomia differenziata, secessione dei ricchi, è ispirata agli stessi principi. Nulla si sta facendo per cambiare veramente l’Europa dell’austerità, promuovendo ad esempio un audit popolare sul debito pubblico per rifiutarne la sua parte illegittima.

Spaventa, perciò, ma non stupisce il consenso che riceve Salvini: il vicepremier leghista sta astutamente raccogliendo i frutti di decenni di politiche antisociali, che hanno aumentato le insicurezze delle persone. Le quali, identificandosi nel capo, si sentono finalmente protette e sfogano anni di frustrazioni sul capro espiatorio. Fa tristezza che uno storico lido di Termoli si presti alla parata del ministro dj: ci auguriamo che venerdì soffi il vento giusto, così anche lui godrà dell’accoglienza che il nostro depuratore riserva ogni giorno a tanti.

Noi lavoriamo dentro le marginalità sociali. Tocchiamo con mano il razzismo e l’egoismo che stanno prendendo il sopravvento. Crediamo però che si possa uscire dalla spirale pericolosa in cui siamo sprofondati a partire dall’attivismo sociale di chi non si rassegna alla deriva disumana in atto. Invitiamo tutti a riflettere: nessuno ci guadagna veramente nel continuare a dividere le comunità, fomentando paure. Ne va del benessere di tutti. Il discorso della propaganda si può perciò combattere dai nostri territori locali se si attuano politiche della cura e dell’attenzione ai bisogni sociali.

Perciò poniamo nuovamente due questioni che, tra le altre, ci paiono particolarmente urgenti:

– cosa si vuole fare per intervenire sulla questione casa? Quando saranno abitabili le palazzine popolari di Colle Macchiuzzo? E che si intende fare della ex caserma dei carabinieri? Quali politiche in favore di chi vive in strada? Come garantire a queste persone il diritto all’abitazione?

– E un’altra questione, il debito sanitario della regione Molise. Come si è formato, e perché? Siamo davvero noi cittadini i colpevoli? Si intende aprire finalmente un audit pubblico per provare a capirlo?

I discorsi di odio e razzismo sono facce del sistema capitalistico, insostenibile economicamente, socialmente, ecologicamente. Farsi carico, collettivamente, dei bisogni locali ci permette al contrario di tessere comunità inclusive, smontando nella pratica la retorica violenta della propaganda di governo.

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