L'autunno caldo si avvicina

Crepe in maggioranza, Toma chiede sostegno ai parlamentari ma avvisa il centrodestra: “Uniti contro inciucio Pd-M5S”

Un appello all’unità della coalizione che lo supporta e all’intero Molise. Così il governatore in una insolita nota firmata ‘Gruppo consiliare Toma presidente’ e non appunto come numero uno istituzionale della Regione. Dalla crisi di governo infatti potrebbero arrivare importanti novità politiche per la nostra regione.

Che sia l’autunno imminente la stagione calda della maggioranza Toma è sensazione condivisa in ambienti politici. Ma prima ancora che l’estate possa passare in archivio, è proprio il presidente regionale a far sentire la propria voce. “Insieme si vince, a livello istituzionale e politico” scrive il governatore che chiede unità: al Molise politico perché porti avanti le proprie battaglie con una voce sola. E alla sua maggioranza, perché sia compatta davanti al possibile “inciucio fra Pd e M5S”.

Il riflesso della crisi di governo che domani potrebbe vivere una giornata decisiva in Parlamento arriva anche a Campobasso e dintorni. Toma prova a giocare d’anticipo e lo fa con una nota piuttosto insolita, a iniziare dalla firma. Che non è il presidente regionale Donato Toma, bensì il gruppo consiliare Toma presidente.

Sottigliezze che in politica hanno sempre un significato. “Siamo nel pieno dell’estate, a livello nazionale con una crisi di Governo in atto, a livello regionale con due elezioni provinciali imminenti. Come sapete sono refrattario alle lunghe liturgie politiche e non mi interessa praticarle, lascio dunque ai partiti queste incombenze. Di una cosa però sono certo: il Molise ha bisogno di unità” spiega il numero uno della Regione.

Una richiesta che un po’ sorprende, viste le continue frizioni che hanno accompagnato in questo anno e mezzo di governo la sua maggioranza, e i rapporti non proprio idilliaci con gran parte dei parlamentari che rappresentano il Molise a Palazzo Madama e a Montecitorio. Coi pentastellati, in particolare, più di qualche screzio c’è stato.

“Serve unità istituzionale – dice ora Toma – da parte di chi in Parlamento rappresenta i nostri territori, per rafforzare le nostre posizioni e risolvere tavoli di crisi e problematiche a cui la nostra amministrazione regionale sta lavorando. Da questo punto di vista, sempre ragionando in termini istituzionali – scrive Toma parlando in terza persona -, il Presidente della Regione considera strategica l’interlocuzione con Deputati e Senatori molisani: insieme dobbiamo far sentire la nostra voce a Roma per risolvere, ad esempio: la questione ex lavoratori ITR, che necessita del definitivo varo di un apposito decreto; la riprogrammazione dei fondi comunitari e di sviluppo e coesione che passa necessariamente per gli organismi centrali; l’accordo di partenariato sui fondi comunitari che ha necessità di interlocutori stabili. E così via, l’elenco è molto più lungo”.

Il governatore non nega il confronto, chiede però che si faccia sintesi. “Possiamo sviluppare anche un’accesa dialettica politica (la dialettica è il sale della democrazia), ma fuori Regione si va assieme, Governatore e delegazione parlamentare, senza corse in avanti per screditare chi sta arrivando con l’unico fine di difendere o reclamare i diritti dei molisani: non è una guerra fra chi ha vinto in Molise e chi (forse) ha vinto negli enti sovraordinati. Da questo punto di vista la mia porta sarà sempre aperta e la mia disponibilità sempre totale”.

Al tempo stesso però Toma sveste i panni di presidente regionale e infila quelli di capo politico. “Anche a livello di partiti – e qui parlo come capo della coalizione che ha vinto le elezioni regionali nel 2018 – c’è bisogno di unità: per le elezioni provinciali di Isernia e Campobasso il suffragio non è popolare, ma dei gruppi politici”.

Telecamere mura borgo

Che il centrodestra non sia un blocco compatto infatti non lo dimostrano solo le accuse di una maggioranza claudicante, che si è recentemente incartata sulla posizione ai più sgradita dell’assessore Luigi Mazzuto, sulle nomine degli enti sub regionali (vedi la ‘guerra’ Iorio-Micone) e sulla vicenda dei contratti istituzionali di sviluppo che ha visto proprio il governatore nell’occhio del ciclone per il caso Ecomont.

Lo certifica anche e soprattutto il fatto che le elezioni provinciali, ormai un mero giochetto politico a uso e consumo di partiti e gruppi di potere distanti anni luce dai cittadini, abbiano visto il centrodestra spaccato a Isernia e incollato con l’Attak all’ultimo minuto a Campobasso.

Ad Isernia sarebbe stato più opportuno avere un solo candidato e non scatenare un braccio di ferro nell’ambito del centrodestra – ammette il governatore -, se non altro per dare una immagine granitica della coalizione agli osservatori politici”.

Ma c’è ancora la partita di Palazzo Magno, dove il sindaco Francesco Roberti del centrodestra sfiderà il collega di Portocannone, Giuseppe Caporicci. A quest’ultimo Toma non riserva belle parole politicamente parlando, e pazienza per i rapporti istituzionali.

“Alle provinciali campobassane è vitale andare coesi e non perdere un solo voto, considerato che il PD ha proposto una candidatura a Presidente della Provincia, sulla carta molto debole politicamente, ma che tale potrebbe non essere considerato il fumus di inciucio con i grillini”.

Infine un messaggio che pare criptato ma che sicuramente i destinatari, bontà loro, capiranno. “Un’ultima notazione: le verifiche politiche non si fanno sui social, non si annunciano dal balcone mentre si “stendono i panni”, ma si fanno nelle riunioni di coalizione. Vorrei che ognuno di noi ricordasse la favola di Esopo “Al lupo al lupo!” ed il suo finale. Ed allora che settembre ci porti umiltà, consapevolezza di essere forti se uniti, una visione politica di lungo periodo costruita con i giusti passi nel breve volgere di una legislatura. Donato Toma come sempre c’è. Per fare le cose perbene”.

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