La modella musa di salvador dalì

Benedetta Barzini rivela a MoliseCinema: “I tempi di Wharol? Solo carne in vendita”

A Casacalenda per presentare il documentario “La scomparsa di mia madre” realizzato dal figlio, sulla sua volontà di scomparire dal passato della top model affermata, Benedetta Barzini racconta il presente e gli anni di New York, il suo rapporto con Dalì e quando proiettava le luci psichedeliche con Andy Wharol ai concerti dei Velvet Underground. Di MoliseCinema dice: “Una rassegna fantastica, c’è fermento e tanta gente grintosa che vuole fare per passione”.

Quando ci vede armeggiare alla ricerca di un logo di MoliseCinema da inserire nell’inquadratura, non ci pensa su due volte. “Aspetta, che prendo una maglietta del Festival e la indosso”. Fantastico, pensiamo.

Comincia così il nostro incontro con Benedetta Barzini, la donna che negli anni sessanta e settanta spopolava sulle riviste di mezzo mondo. Top model internazionale, musa e amica di Salvador Dalì, musa anche di Andy Wharol e di tanti fotografi celebrati nel ‘secolo breve’. Ha lavorato duro in quel periodo, osservando tutto con distacco. Senza subire gli impulsi sfrenati di quel successo pieno.

Benedetta Barzini Molise Cinema

Poi tutto cambia, la vita, soprattutto, diventa reale e le propone altre occasioni, per esempio l’insegnamento all’Università di Moda di Urbino e tante altre esperienze fino a quella di oggi, che dopo una traiettoria infinita l’ha portata, non senza difficoltà, a essere protagonista del documentario “La scomparsa di mia madre” realizzato dal figlio, Beniamino Barrese: “Se mi conosci e mi vuoi bene, la risposta è no, gli ho detto quando mi ha proposto il progetto”.

Ma i figli sanno toccare i tasti giusti. Il film esce e arriva pure al Festival di Casacalenda, in concorso. Così, ci ritroviamo di fronte a questa icona della moda del Novecento sulla terrazza dei libri di MoliseCinema, del quale Benedetta Barzini dice: “Posto e rassegna meravigliosi, c’è fermento e voglia di fare, sono le persone che rendono belli i luoghi, vale per MoliseCinema e Casacalenda”.

Benedetta Barzini Molise Cinema

In effetti, l’ex modella si sta godendo la rassegna nella sua pienezza e genuinità. E’ in compagnia del produttore del film, Filippo Macelloni. Ha appena assistito alla presentazione del libro ‘Il brigatista’ di Antonio Iovane, che è il ritratto ben definito di un paese in cui la verità è sempre stata una contraddizione. Pieni anni settanta. Benedetta Barzini si lascia coinvolgere dalla ventata sferzante dei racconti di Iovane, compra una copia del libro, con dedica, indossa la maglietta del Festival e apre per noi lo scrigno dei ricordi.

La video intervista che segue è un condensato di cortesia, schiettezza, vivacità intellettuale. Parliamo subito della genesi del film e del rapporto con il figlio durante le riprese. Il suo desiderio di scomparire dai radar di un passato importante (ma per lei ingombrante) che si porta dietro, cozza con il desiderio del figlio. Ne viene fuori un conflitto che però di trasforma spesso in collaborazione, tutto testimoniato dalla telecamera, che registra anche quando è buttata su un tavolo. “La scomparsa di mia madre” è un film diverso dagli altri, un documentario che poteva fare solo il figlio, questo lo rende potente e coinvolgente per lo spettatore.

Benedetta Barzini si sente vittima dell’agguato biografico di Beniamino. Lo dice con ironia, dettata dal trasporto di una madre per il figlio, ovviamente, mentre quando parla degli anni di New York quando “con Andy Wharol proiettavo le luci psichedeliche ai concerti dei Velvet Underground, lui a sinistra io a destra” è piuttosto diretta: “Si trattava della vendita di corpi, non era molto interessante. Ho seguito tutto dall’interno ma con un forte distacco, solo con qui occhi di chi osserva. Pensandoci ora, l’America, New York, posare, salvarsi dalle trappole e non cadere nel vaso di miele della vanità: era difficile vivere in quegli anni”.

Di Lou Reed dice: “Era un ragazzino quando l’ho conosciuto, non era ancora… Lou Reed”. Parliamo anche del suo rapporto con Dalì: “Era un legame basato su un profondo affetto – dice – gli dicevo sempre di smetterla di tormentarsi i baffi”.

Benedetta Barzini Molise Cinema

Si emoziona quando ci dice che una sua ex studentessa sta per arrivare a Casacalenda dalle Marche per incontrarla e guadare il film. E’ diretta e sincera. Ha visto come il gira il mondo, non lo ha fermato, ma neanche ci è salita su. “Sono rimasta ancorata ai paletti che ho fissato, la dignità e l’autenticità soprattutto”. Autenticità come quella di MoliseCinema. Tutto romanticamente magico e vero. Anche per noi. Altrimenti un’ex modella di fama mondiale non indossa al volo una t-shirt per agevolarti il compito…

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