Il furto è stato scoperto questa mattina ma potrebbe essere stato portato a segno diverse ore prima.
Sta di fatto che qualcuno avrebbe trovato le chiavi della cassaforte dove vengono conservati i farmaci più “a rischio” e – approfittando dell’assenza di personale nelle ore ‘morte’ – avrebbe agito quasi indisturbato.
Sono sparite 25 fiale di oppioidi sintetici, creati in laboratorio. Nello specifico il farmaco si chiama “Disufen” ed è a base del principio attivo “Sufentanil Citrato”, appartenente alla categoria degli anestetici generali. Utilizzati per gli interventi chirurgici e la terapia del dolore cronico, si tratta di oppioidi fino a cento volte più potenti della sola morfina.

Dall’ospedale di Monte Vairano sono state rubate una trentina di fiale per un totale di diverse migliaia di euro. Quando stamane i medici si sono accorti che dalla cassaforte mancavano i farmaci non hanno potuto far altro che allertare il 113.
Sul posto quindi è intervenuta una pattuglia della squadra volante, gli uomini della digos insieme ai colleghi della polizia scientifica. Hanno quindi eseguito i rilievi, acquisito impronte e raccolto testimonianze per ricostruire la dinamica del furto.
Poi, hanno portato via i nastri delle telecamere di videosorveglianza dai quali potrebbero venire fuori elementi importanti ai fini investigativi. Dopo il furto che è avvenuto a marzo scorso, infatti, la Fondazione Giovanni Paolo II ha aumentato i dispositivi di sorveglianza a tutela della struttura: le sale operatorie fra l’altro sono in un’ala opposta rispetto al settore dove si trovano i degenti.
Dunque chi è entrato nel reparto, potrebbe essere qualcuno che conosce bene il centro specialistico.
Il furto contiene un segnale che si può leggere sotto molteplici aspetti. Primo – appunto – chi ha rubato sapeva esattamente cosa stava prendendo. Secondo, il ladro deve aver avuto un canale di smercio già aperto: perché un farmaco così specifico, a differenza delle droghe tradizionali, è molto più complicato da piazzare sul mercato delle droghe.
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