In Box

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Per il mare, fuori dal fossile!

In nome della giustizia climatica e contro le grandi opere inutili ci sono state in Italia ed in Europa grandi mobilitazioni con centinaia di migliaia di persone, un coro polifonico si è levato dalle strade e dalle piazze: cambiare il sistema, non il clima, per uscire da un modo di produzione che, in nome del profitto, sta portando il mondo verso la catastrofe. Dalla manifestazione dei 100.000 a Roma il 23 marzo scorso si è avviato un percorso che sta superando parzialità e localismi per costruire un grande movimento unitario per la difesa del vivente e del futuro.

Una scommessa avvincente, che in un’assemblea di Ancona dell’11 maggio si è materializzata in proposte pratiche ed organizzative, come una serie di azioni comunicative e dirette lungo tutta la riviera adriatica previste per il 20 luglio, da sud a nord, nelle spiagge, lungo il mare, per dire No alle trivelle, ai gasdotti, alla devastazione dei nostri territori, all’esproprio dei beni comuni, ambiente, paesaggio, qualità della vita e per esigere la sempre più urgente bonifica dei siti inquinati .

Fuori dal fossile, per un altro concetto di sviluppo, di energia alternativa, di un nuovo rapporto con la natura, fuori dal giogo delle multinazionali “estrattiviste” e di rapina, del capitale finanziario e dei governi complici. Eni è il  simbolo massimo di tutto ciò, anche se tenta di rifarsi il look con qualche pennellata green. E’ stato la causa principale del disastro ambientale in Nigeria, della devastazione delle foreste in Malesia ed Indonesia per le monocolture da cui estrarre l’olio di palma per la bio-masse. La nuova carta strategica di Eni e delle sue consorelle punta, oltre che sul petrolio, sull’estrazione di gas altrettanto pericoloso del carbone, e ciò  riguarda direttamente i nostri territori ( vedi gasdotto Chieti Larino, che sta distruggendo il Bosco di Corundoli a Montecilfone, e stoccaggio gas Sul Sinarca).

I Combustibili Fossili causano non solo i mutamenti climatici, ma anche  quell’ “apartheid climatico” che già  costringe milioni di esseri umani alla fuga ed a migrazioni per mancanza di risorse e possibilità di vita.

Resistere e bloccare tutto ciò è non solo un diritto, ma un dovere etico e politico. Indignarsi non basta: organizziamoci per agire dal basso!

Costringiamo le amministrazioni locali ed il governo nazionale a dichiarare lo stato di emergenza climatica. Anche in Molise il 20 luglio ci mettiamo in gioco con un’azione simbolica che dice no alla distruzione del mare, alla plastica, all’inquinamento selvaggio, alle trivellazioni, ai gasdotti inutili e pericolosi e ai serbatoi di stoccaggio gas. Il momento giusto è ora, non abbiamo più tempo!

Partecipiamo tutti, siamo tutti coinvolti, come diceva De Andrè, e liberiamo il mare e al terra dalle devastazioni e dai veleni che minacciano i nostri beni comuni: ci vediamo alle dieci e trenta a Termoli, sulla spiaggia libera sotto il Muraglione del Castello, vicino alla Cala Sveva.

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