Mannaia sul san timoteo

Ortopedia, c’è un solo medico: da giovedì stop alle urgenze, continuano i ricoveri

Sarà firmato il 25 luglio il provvedimento che sospende temporaneamente le attività in urgenza nell’Unità Operativa del San Timoteo. Ma dalla Asrem garantiscono che continueranno i ricoveri e gli interventi chirurgici che si possono programmare. In servizio, in questo periodo, solo il facente funzione: manca il secondo reperibile e determinate attività non possono essere portate avanti. Nicola Felice presidente del Comitato S. Timoteo: "Un massacro, ci faremo promotori di referendum per staccarci dal Molise".

Il reparto di Ortopedia del San Timoteo chiude alle urgenze e all’attività non programmabili, restando aperto solo per i ricoveri ordinari. Già domani, 25 luglio, scatterà la sospensione delle attività di urgenza nella Unità Operativa termolese, dove i medici in servizio non bastano a garantire gli standard minimi di sicurezza.

Primonumero.it ne aveva parlato già due mesi fa, raccontando di una eccellenza abbandonata a se stessa, che sta morendo in silenzio. Ora la conferma che non tutte le attività possono essere garantite. E la Asrem decreta lo stop momentaneo delle urgenze.

Non si tratta di una chiusura del reparto, comunque, ma di un atto inevitabile stante la presenza di un solo dottore, Giuseppe Gagliardi (che è anche il facente funzione) che per legge non è sufficiente a garantire la sicurezza in caso di interventi urgenti. Manca il secondo reperibile. Un medico è in malattia, e rientrerà non prima di 15 giorni. Un altro è andato via definitivamente, un terzo è in ferie e un quarto non può fare le reperibilità perché beneficia della 104. La conseguenza è che con un solo dottore procedere alle urgenze diventa “fuorilegge”.

Secondo il Comitato San Timoteo si tratta di una chiusura in piena regola, ma dall’Azienda sanitaria – dopo la verifica di Primonumero.it – smentiscono.

“Avevamo già purtroppo previsto questa situazione – scrive in una nota il presidente Nicola Felice – e ora l’annuncio della dirigenza dell’azienda sanitaria è purtroppo prossimo. Anche questo provvedimento – chiarisce Felice – presumibilmente sarà giustificato, come per il Punto nascite (per il quale proprio oggi davanti al Tar Molise c’è l’udienza tra le parti, Comuni e partorienti da un lato, commissario e Asrem dall’altro, ndr) perché manca la sicurezza non essendo, con il poco personale rimasto in servizio, in grado di garantire continuità alle attività di ricovero, bensì solo la possibilità di coprire i turni per le urgenze”.

Sono soltanto 4 i medici in servizio a Ortopedia, uno dei quali non fa la reperibilità per motivi di salute. In questo momento, tra ferie e malattie, è rimasto solo il facente funzione e non si dispone di un secondo medico reperibile. “Impossibile la turnazione in questa circostanza” dicono dall’azienda sanitaria di Campobasso. “Ma stiamo salvaguardando al massimo i pazienti. Il 118 avrà disposizione di portare i casi urgenti al Cardarelli, mentre il reparto resta aperto per i ricoveri ordinari e le consulenze”.

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“Una situazione – aggiungono i vertici Asrem – che durerà fino a quando non rientreranno dalle ferie e dalla malattia gli altri medici in servizio”.

La convenzione siglata con Andria non è evidentemente stata sufficiente a tamponare l’emergenza camici bianchi e il ricorso a medici esterni, annunciato dallo stesso governatore Toma alla vigilia del ballottaggio di Termoli durante il comizio finale del sindaco eletto Francesco Roberti, non ha avuto il risultato sperato.

D’altra parte da tempo Ortopedia è in forte sofferenza. Dispone di 15 posti letto, compresi i 3 in day surgery, che sono sempre al completo. Malati che aspettano anche settimane per essere operati in quanto mancano gli anestesisti e i tavoli operatori non si possono nemmeno programmare. Impossibile perciò garantire una turnazione “normale”.

Questa situazione si è venuta a creare nel giro di pochi anni, con i pensionati che non sono mai stati rimpiazzati mentre i pazienti sono aumentati. La Asrem è ricorsa a turni aggiuntivi del personale in servizio, messo davanti a un carico di lavoro disumano e spesso tramite “ordini di servizio e reperibilità notturne” anche superiori al massimo previste dalla legge.

Tante le proteste partite dallo stesso reparto, mentre la dirigenza Asrem ha sempre sostenuto che i concorsi per assumere ortopedici e anestesisti sono andati deserti: nessuno ha risposto. E ora, benché non ci sia ancora alcun atto ufficiale, il reparto è in una crisi irreversibile tanto da porsi come “non sicuro” e dunque a fortissimo rischio sospensione.

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Enorme l’amarezza e la rabbia del comitato San Timoteo, impegnato con parte della popolazione in queste settimane nella battaglia a difesa del Punto nascite. “Molti fatti – scrive l’ingegner Felice – dimostrano che da alcuni lustri questo territorio non riceve l’attenzione dovuta e che merita da parte della classe politica, degli enti e degli organismi di programmazione regionale. Per Termoli è il circondario – è l’amara sintesi – è arrivato il momento triste ma necessario distaccarsi dalla regione Molise e chiedere l’annessione alla confinante regione Abruzzo”.

Lo stesso Comitato vuole farsi promotore di un referendum finalizzato a chiedere il distacco dalla regione Molise così come disposto nell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione. Una strada drastica, che suona anche come una provocazione, ma che potrebbe essere l’unica chance di salvare la sanità bassomolisana.

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