La roulette russa della sanità

La sciagura della Neurochirurgia che non c’è. Neuromed assicura “consulenze a distanza” e supporto medico ‘part-time’

Mentre al Cardarelli il reparto è chiuso da due anni, l'Asrem chiarisce in una nota le attività che saranno assicurate in base al protocollo stipulato con l'istituto di Pozzilli "compatibilmente con le esigenze organizzative di Neuromed". Ecco perchè l'azienda sanitaria ha "provveduto ad informare alcuni degli ospedali extraregionali vicini, dotati di U.O.C. di Neurochirurgia come Pescara, Foggia, San Giovanni Rotondo, Benevento, oltre quello di Teramo". Ospedali lontani e raggiungibili dopo ore per patologie che richiedono un intervento urgente. Comitati in rivolta: "Il destino dei molisani è morire? Gli unici tre neurochirurghi dell'ospedale di Campobasso vengono impiegati tra Ortopedia e pronto soccorso. Bisogna rescindere la convenzione e attivare l'eliporto, mentre il governo deve riconoscere che il Molise ha diritto ad un presidio ospedaliero di secondo livello". Intanto i commissari alla sanità non parteciperanno alla seduta del Consiglio regionale di martedì 30 luglio.

Il Molise è sotto shock dopo la ‘bomba’ scoppiata ieri: in caso di emergenze neurochirurgiche, non è sicuro che Neuromed garantirà il proprio intervento nonostante una convenzione rinnovata otto giorni fa dall’Asrem. Invece il Cardarelli, si sa, è da tempo fuori gioco dal momento che il reparto di Neurochirurgia è chiuso da due anni.

E in questa disastrosa situazione la stessa azienda sanitaria regionale ha “provveduto ad informare alcuni degli ospedali extraregionali vicini, dotati di U.O.C. di Neurochirurgia come Pescara, Foggia, San Giovanni Rotondo, Benevento, oltre quello di Teramo, per assicurare, se necessaria, la propria collaborazione, in previsione dei futuri accordi interregionali, previsti dalla normativa vigente”.

In pratica, ospedali raggiungibili dopo ore e solo dopo aver percorso in ambulanza strade inadeguate. La Bifernina, ad esempio, in questo periodo tra semafori, rallentamenti e corsie ridotte è un inferno. E’ domenica? Non si sa se si troverà un medico a disposizione. Una roulette russa insomma perchè in caso di patologie come l’ictus è vietato perdere tempo.  

L’Azienda sanitaria regionale spiega in una nota inoltrata nelle redazioni giornalistiche perchè è stata costretta a chiedere agli ospedali di Abruzzo, Campania e Puglia di poter inviare pazienti con emergenze neurochirurgiche. La prima motivazione è la mancanza di operatori sanitari, in particolare di medici specialisti ospedalieri: “E’ un’emergenza nazionale” che coinvolge dunque la stessa Asrem che “sta vivendo un momento di grave crisi legata fondamentalmente alla carenza di personale”.

Secondo motivo: la Neurochirugia dell’ospedale Cardarelli è stata disattivata due anni fa, come programmato dal Programma Operativo Straordinario 2015-18. Un atto che ha decretato anche il ridimensionamento di quello che sarebbe dovuto essere il punto di riferimento della rete ospedaliera regionale.

E’ da questo momento che le emergenze neurochirurgiche sono diventate di competenza del Neuromed. Peccato che ci siano tre condizioni fondamentali previste nell’accordo. Innanzitutto, esplicitano ancora dall’Asrem, l’istituto di proprietà della famiglia Patriciello offre “consulenza a distanza” e dà “disponibilità all’eventuale  ricovero presso l’Ircss del paziente per la patologia non tempo dipendente di competenza neurochirurgica”. Situazione simile in caso di patologie tempo-dipendenti di competenza neurochirurgica di pertinenza vascolare e/o traumatica, quando lo richiedono i pronto soccorso degli ospedali molisani: Neuromed garantisce sempre “consulenza  a distanza in urgenza e la  disponibilità all’eventuale  ricovero del paziente”.

Dulcis in fundo, Neuromed garantisce “il supporto al servizio di neurochirurgia dell’ispedale Cardarelli mediante l’effettuazione di  attività di pronta disponibilità in relazione a particolari ed eccezionali condizioni, non riferibili ad assenze di lunga durata dei neurochirurghi Asrem, compatibilmente con le esigenze organizzative di Neuromed”. E’ questo che getta più di un’ombra su una pronta risposta in caso di emergenze. Cosa succede se avvengono nei fine settimana? Il Molise piangerà altri morti dopo Michele Cesaride e chi dopo di lui ha avuto la sfortuna di avere una emorragia cerebrale o patologie simili?

Troppi dubbi, zero certezze. E un allarme rosso che ha messo in ansia la popolazione molisana. Tutta. “Il destino di chi ha un’emergenza neurochirurugica è morire”, le parole durissime del dottor Tommasino Iocca. “Altro che viaggi della speranza, questi sono viaggi della morte”. 

comitato pro cardarelli sanità

I comitati perciò sono tornati a farsi sentire con più veemenza. Il ‘Pro Cardarelli’ e i rappresentanti delle associazioni di quartiere, ad esempio, questo pomeriggio (26 luglio) hanno incontrato la stampa per denunciare lo sfascio in cui versa l’ospedale di Tappino dove “sono rimasti tre neurochirurghi che, con il reparto chiuso due anni fa, vengono impegnati per consulenze a Ortopedia e al pronto soccorso”.

In conferenza stampa Iocca ha mostrato la lettera che l’Asrem ha inviato ai direttori delle Unità operative del Cardarelli in cui si parla di “una consulenza telematica” che i medici del Neuromed offrirebbero in caso di emergenze neurochirugiche. Dunque “continuiamo a pagare un servizio che Neuromed non fornisce”. Iocca parla di “un consuntivo di 400mila euro chiesti alla Regione Molise per i pazienti molisani per i primi quattro mesi del 2019. A questi si aggiungono altri 3,2 milioni per i pazienti da fuori regione. E paga tutto la Regione Molise che anticipa anche i soldi che dovrebbero pagare Campania, Lazio e le altre regioni che hanno pazienti che vanno a curarsi a Pozzilli”.

Il presidente del ‘Pro Cardarelli’ ha chiesto dunque la rescissione della convenzione con Neuromed  e il collaudo dell’eliporto del Cardarelli, di recente al centro di un’opera di rifacimento per volontà della stessa Asrem. Peccato che lì non sia mai atterrato un mezzo. 

“Una cosa positiva del Piano operativo di Paolo di Laura Frattura era la definizione del Cardarelli come hub” e quindi fulcro della sanità molisana. Una funzione messa in crisi dalle ultime scelte e che forse potrebbe cambiare nel nuovo Piano sanitario del commissario Angelo Giustini e del suo vice Ida Grossi. Un programma che non è ancora stato definito, è una bozza. E per questo i due commissari non parteciperanno martedì 30 luglio alla riunione sulla sanità del Consiglio regionale.

Infine anche il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, esponente del Movimento 5 Stelle, ha preso posizione sul tema: “Appare fin troppo semplice agli occhi di tutti i cittadini molisani come sia inevitabile evidenziare che la decisione assunta dall’Asrem è principalmente una conseguenza delle scellerate politiche sanitarie degli anni scorsi. Una considerazione questa che va tenuta ben presente per evitare di perseverare nello stesso tipo di errori, se così vogliamo definire quella lunga serie di sbagli commessi negli anni da chi ha amministrato questa regione”, ha sottolineato Gravina. “Oggi, in particolare, pensare di ricorrere all’assistenza in emergenza all’ospedale di Teramo, con la nostra viabilità ordinaria, è semplicemente un suicidio, non credo di dire nulla di fantascientifico.
Un emorragico è praticamente destinato a miglior vita. Oggi, ferme restando tutte le politiche strutturali da ripensare, è vitale assicurare un sistema di elisoccorso, l’unico capace di garantire trasporti più veloci, almeno diurni. Sarebbe un primo passo, non risolutivo, ma dobbiamo intanto necessariamente attivarci nel concreto per garantire soluzioni rapide per i cittadini”.

Ma è il momento che anche lo stesso Movimento 5 Stelle, tramite i suoi rappresentanti istituzionali, apra una trattativa a Roma con il ministro Grillo perchè, come ha detto anche il dottor Iocca, “il Governo deve riconoscere che il Molise ha diritto ad un presidio sanitario di secondo livello”.

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