Campobasso

Import di macchine con frode: due dei commercianti campobassani indagati non potranno dimorare in Molise

La squadra mobile in collaborazione con guardia di finanza e Agenzia delle Entrate aveva smantellato un mercato di auto parallelo. Il meccanismo è quello dei raggiri carosello, sistema grazie al quale le vetture erano rivendute dai concessionari a prezzi inferiori a quelli di mercato. Ieri sono state eseguite le prime misure cautelari a carico di due imprenditori finiti nel mirino degli inquirenti

A cavallo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 la squadra mobile di Campobasso (in collaborazione con Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate) smantellò una rete di imprenditori impegnati nel commercio delle auto di importazione ma messe in vendita a prezzi più bassi di quelli previsti sul mercato attivando un giro di fatture false in circolo con il meccanismo delle frodi ‘carosello’. Poi, l’evasione dell’Iva accertata pari quasi a cinque milioni di euro.

Quarantotto persone, tra titolari di concessionarie e operatori del settore, furono denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’erario.

Per due imprenditori il procuratore Nicola d’Angelo aveva chiesto la misura cautelare in carcere, per quattro quella ai domiciliari.

Ieri, gli uomini della squadra mobile hanno eseguito  due  ordinanze di divieto di dimora in regione a carico di due dei commercianti di autovetture del capoluogo finiti nel registro degli indagati.

Provvedimento che arriva a conclusione tra gli uffici della procura e quelli del Gip.

Sì, per il giudice per le indagini preliminari Gip Veronica D’Agnone – subentrato alla collega Teresina Pepe che precedentemente invece in fase investigativa aveva finanche concesso le intercettazioni telefoniche sull’inchiesta – aveva ritenuto di rigettare la richiesta avanzata dal Pm Nicola D’Angelo. Da qui il ricorso al Tribunale del Riesame.

Che nei confronti di due degli indagati, in accoglimento della richiesta del Procuratore della Repubblica, ha emesso le  due misure cautelari personali del divieto dimora, una per la Regione Molise e l’altra per le Regioni Molise e Campania, al fine di prevenire  il reiterarsi dei reati.

Le indagini della Polizia, sono iniziate nel 2016 proprio a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate che, in fase di analisi, aveva intercettato un abnorme aumento di immatricolazioni di autovetture cui non facevano seguito gli attesi versamenti di imposta sul valore aggiunto.

L’attività degli indagati, tutti rivenditori di autoveicoli della provincia di Campobasso, consisteva nell’immatricolare, frodando l’Iva, autovetture di provenienza comunitaria grazie alla creazione di falsa documentazione esibita anche in nome e per conto dei clienti in fase di immatricolazione. Le autovetture immatricolate in evasione sono centinaia. Ed è tuttora al vaglio degli inquirenti la posizione di diversi clienti, non tutti ignari della truffa che c’era a monte per il cospicuo risparmio di denaro.

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