Vita in Versi

Vita in versi

Haiku

Gelati Yo-Go,

Duemila diciannove

nel cono d’ombra.

 

Andri270719 Parafrasi = il gelato artigianale, se di qualità, diventa un qualcosa di artistico e quello di Massimo Guardiani lo è ancora più degli altri. Quando si sceglie un gelato, il comportamento psicologico di ciascuno di noi rasenta quello dei bambini. Anche se fosse un ottantenne a dover decidere i gusti con cui definire il proprio cono d’ombra durante una calda serata d’estate, l’euforia di quei momenti è pari a quella di quando si sceglie un giocattolo. Tra i tanti gusti esposti nei frigo delle gelaterie artigianali, la scelta è difficile e complicata. Trovarsi tra numerosi clienti ed avventori non facilita tale, delicata, operazione. I colori sono così belli e le ondate di creme e di cioccolato, di frutta fresca e di frutti di mare così invitanti che la scena rimarrà per sempre impressa nella nostra memoria. È già trascorso qualche minuto, tra spinte di gente maleducata e di bambini che circolano tra le gambe come potenziali attentatori dei nostri abiti, ma io non ho ancora scelto i due gusti che dovranno delineare, in maniera consapevole, la passeggiata serale. Chissà se sarà il caso di aggiungere la panna al cono, anche questa è una decisione etica che richiede coraggio, domattina sveglia alle sei per andare a correre sul lungo mare e bruciare gli stravizi alimentari. Tuttavia il gelato non è un vizio bensì una benedizione, e non solo per la bocca, lingua, gola, ma soprattutto per la psiche. Finalmente, siamo al dunque, se non mi decido entro il 2019 sarò costretto ad andare indietro nella fila, dietro di me gli avventori proclamano e scandiscono gusti ai ragazzi addetti al montaggio del cono, con solennità di voce e senza tentennamenti, manco fossero in tribunale a testimoniare sulla bontà delle amarene o della crema al caffè. Nel mio caso non è così! Due gusti, abbandonati negli angoli meno luminosi e più periferici del frigo a vetro, scelgono me e sussurrano ad una ragazza, vestita con la pettorina ed i capelli raccolti in uno chignon, il mio nome. Incredibile, sono loro che hanno deciso per me e non il contrario. Che infinita tristezza nelle gelaterie in cui i vari gusti sono confinati in tristissimi contenitori cilindrici, di acciaio!

commenta