Regione molise

Consiglio inutile sulla sanità. Si litiga e alla fine si decide di riconvocare i commissari

Al termine di un dibattito fiume la maggioranza converge sulle proposte del Partito democratico di riconvocare i commissari (assenti oggi, 30 luglio) e di istituire una commissione speciale, a costo zero, che avrà il compito di "elaborare un documento condiviso di indirizzo sull'argomento sanità". Ma anche oggi in Aula non sono mancati scambi di accuse tra maggioranza e opposizioni e gli stessi esponenti del centrodestra. Uno dei nodi più intricati riguarda l'accreditamento al Neuromed che fa riferimento ad Aldo Patriciello, un alleato troppo importante per Donato Toma. Ogni anno la Regione paga 44 milioni di euro all'anno per le prestazioni erogate ai pazienti. Invece solo in autunno si conoscerà il nuovo disegno della sanità molisana: per ora il piano operativo 2019-2021, inviato ai Ministeri, è solo una bozza. Delusione tra i comitati.

Riconvocare i commissari alla sanità in Consiglio regionale (“possiamo venire qui pure a Ferragosto”, la provocazione di alcuni eletti) e istituire una commissione speciale: è il duplice risultato a cui arriva l’Aula dopo un dibattito durato ore e, soprattutto, avvenuto sulla sanità seppur in mancanza del ‘convitato di pietra’. O meglio del commissario Angelo Giustini e della sia vice Ida Grossi. Un forfait annunciato perchè, avevano già spiegato i due tecnici nominati dal Governo Lega-M5S, l’atto è al vaglio dei Ministeri della Salute e dell’Economia e dunque sarebbe stato impossibile illustrare davanti alla massima assemblea legislativa molisana il Piano operativo 2019-2021. Al momento è solo una bozza e i primi dettagli si conosceranno, trapela dagli stessi pentastellati, non prima di settembre-ottobre.

Certo, il forfait delude i rappresentanti dei comitati e delle associazioni di quartiere che questa mattina, dalle ore 10, hanno presidiato palazzo D’Aimmo. Tra loro pure l’ex sindaco di Campobasso Antonio Battista e gli ex assessori comunali Alessandra Salvatore ed Emma de Capoa. Avrebbero voluto ascoltare dalla voce dei commissari qual è il destino degli ospedali, in modo particolare dei presidi pubblici presenti in Molise e smantellati nel corso di 12 anni di commissariamento, come verrà ridefinita la rete sanitaria in Molise e in particolare quella dell’emergenza-urgenza dopo la richiesta di aiuto dell’Asrem inviata ai nosocomi di Teramo, San Giovanni Rotondo, Foggia, Pescara in caso di emergenze neurochirurgiche. Risposte che non arrivano.

Il presidente Donato Toma fa il punto sui debiti sottolineando, in avvio di seduta, che “nel 2018 il disavanzo da 15,7 milioni di euro è stato colmato con risorse proprie dalla Regione Molise, non con il contributo di solidarietà delle Regioni“. In pratica, “si tratta di risorse ricavate nell’ambito del Bilancio regionale ed era quanto richiesto dai Tavoli tecnici e dai commissari”. Poi una punzecchiatura al suo predecessore, Paolo di Laura Frattura: “Quando qualcuno ha affermato che i Bilanci sanitari 2016 e 2017 erano in pareggio, ha detto una cosa non giusta- Quello 2016 – spiega ancora Toma – aveva un disavanzo di 35 milioni di euro, nel 2017 era pari a 17 milioni, entrambi appianati da una quota di contributo concessa dalla Conferenza delle Regioni”. Solita storia di scaricabarile delle responsabilità.

Nel frattempo l’assenza dei commissari arroventa il clima in Aula. Anche perchè senza di loro il dibattito è “una operazione del tutto inutile – precisa il consigliere Pd Facciolla – “che non serve a nessuno, è inutile, diventa una farsa. Dobbiamo sapere quando i commissari possono venire in Consiglio, visto che sono pagati da noi, dai cittadini. Ci indichino una qualsiasi disponibilità per un qualsiasi giorno di questo mese. Essere disponibili va bene, essere fessi anche no”.

E’ questo uno dei cardini della mozione presentata dai consiglieri regionali Pd Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla e sul quale alla fine converge pure la maggioranza di centrodestra. Oltre a chiedere un nuovo confronto con i commissari “stabilendo una data certa”, l’atto prevede anche l’istituzione di una commissione speciale a costo zero che elabori un documento di indirizzo sulla sanità.

Dopo otto mesi dalla scadenza del vecchio piano operativo – sottolineano Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla – non è più possibile navigare a vista. Senza informazioni, senza indirizzi, senza linee guida, senza possibilità, da parte del Consiglio regionale e della Regione Molise di individuare le priorità e suggerire soluzioni appropriate e necessarie.

Proprio per questo, per recuperare e rafforzare il ruolo che la Regione deve avere in un campo tanto importate quale quello sanitario, abbiamo anche suggerito al Presidente Toma, che siede al tavolo della Conferenza delle Regioni, dove non è sottoposto ad alcuna forma di commissariamento, di farsi promotore nel patto per la Salute degli indirizzi forniti dalla istituenda Commissione speciale e dal Consiglio regionale. Perché è quello il luogo in cui si assumono le linee di indirizzo politico, ad esempio per la sopravvivenza del punto nascita di Termoli e per la soluzione delle problematiche legate alle patologie tempodipendenti”.

Un risultato importante anche a livello politico: il Molise non poteva non trasmettere un segnale di compattezza a Roma. O meglio, secondo una definizione della stessa Fanelli, “un consiglio unito è un diluvio nel deserto”.

Nel centrodestra, invece, c’è chi come il consigliere Antonio Tedeschi chiede di invitare alla prossima seduta, oltre ai commissari anche i rappresentanti del Molise in Parlamento.

La lunga discussione inoltre mette di nuovo a nudo i litigi in maggioranza, con Andrea Greco (Popolari) che accusa Michele Iorio di aver creato “reparti per sistemare amici e parenti”. Un attacco che l’ex governatore non digerisce minacciando di non votare assieme alla coalizione di centrodestra (“Non possono accusarmi pesantemente e poi chiedermi di sottoscrivere un documento, io non mi sento parte integrante di questa coalizione”).

Pure Cefaratti decide di uscire in fase di voto non riconoscendosi nelle decisioni della maggioranza: “Parliamo di fantasmi, colpevoli. Ma non parliamo della sanità di cui i molisani hanno bisogno”.

Il Movimento 5 Stelle invece lancia ‘bombe’ contro il Neuromed che fa riferimento ad Aldo Patriciello, l’alleato più importante di Donato Toma oggi, nella scorsa legislatura di Paolo di Laura Frattura. E questo, a loro dire, spiegherebbe il progressivo sbilanciamento del budget sanitario a favore dei privati e penalizzando gli ospedali pubblici.

“Il Molise spende ogni anno 108 milioni per i privati accreditati: di questi 44 milioni vanno all’Ircss Neuromed, 39 alla Fondazione. Su una dotazione finanziaria complessiva di 574 milioni, in pratica,più di un quinto è assegnato ai privati, a differenza di quello che ad esempio succede in Abruzzo che assegna ai privati un decimo della dotazione finanziaria sanitaria”, dice Andrea Greco. A suo dire, se venisse ridotta la quota versata al privato e potenziato il pubblico, il Molise sanerebbe il debito sanitario.

Si parla (e viene contestata) la nuova convenzione con Neuromed per la Neurochirurgia, garantita dall’istituto di Pozzilli dopo la chiusura del reparto al Cardarelli. Convenzione che, a detta dei comitati, non garantisce la salute dei molisani in caso di emergenze neurochirurgiche.

M5S presenta un ordine del giorno in cui denunciano che “la produzione di un extrabugdet incontrollato da parte delle strutture private convenzionate ha fortemente contribuito a determinare un risultato di gestione negativo per il 2018 pari a circa 22 milioni di euro (come accertato nella riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza dell’11 aprile)”. In pratica, a loro dire a causare il debito sarebbero state Neuromed e Fondazione Giovanni Paolo II con prestazioni che hanno sforato il budget previsto in bilancio.

E dunque ora si “rischia un ulteriore innalzamento delle aliquote fiscali Irpef e Irap a carico di famiglie e imprese”. In parole povere: l’aumento delle tasse per i molisani. L’ordine del giorno però viene bocciato dall’assise. 

La prossima riunione del Consiglio si svolgerà il prossimo 7 agosto: in agenda un altro tema caldissimo, il lavoro.

Mentre il dibattito sulla sanità che si è svolto oggi a palazzo D’Aimmo delude i comitati e le associazioni di quartiere, attenti spettatori del confronto fra le forze politiche e in presidio in via IV Novembre.

 

 

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