Campobasso

Omicidio al Circolo sannitico ma è solo per finta: ecco il fascino degli Csi italiani

Nell’ambito della mostra itinerante che per la tre giorni di Corpus Domini ha fatto tappa anche a Campobasso, la polizia scientifica in una straordinaria esposizione di reperti e macchinari utili allo svolgimento delle indagini, ha allestito uno spazio per simulare un delitto nella Campobasso del 1500 mostrando come sarebbe stato risolto oggi con l’intervento degli agenti chiamati alla ricerca di tracce utili alla ricostruzione di un delitto

Sembra il set di Csi e invece non siamo a Las Vegas né Miami e né a NY.

Siamo invece a Campobasso, nella sede del circolo sannitico (palazzo della Prefettura) dove è esposto in questi giorni il cuore della storia di uno dei reparti più ambiti della polizia di stato quello della Scientifica.

Il fascino degli Csi italiani è racchiuso tutto qui: in un’esposizione denominata  “Frammenti di storia” che racconta l’Italia e i fatti del Paese attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della polizia scientifica.

Ad inaugurarla è arrivato in città il direttore della Direzione centrale anticrimine, Francesco Messina; accolto dal questore Mario Cageggi e Concetta Esposito direttore del gabinetto interregionale della polizia scientifica per la Campania ed il Molise.

La galleria di documenti e immagini è capace di fermare il tempo ripercorrendo alcuni dei momenti più importanti che hanno contribuito a scrivere la storia d’Italia ma è anche capace di condurre il visitatore nell’epoca moderna attraverso le nuove strumentazioni con le quali oggi la scientifica non è soltanto in grado di risolvere sempre più spesso e in tempi rapidi delitti che diversamente rischierebbero di restare impuniti ma anche  di intervenire in caso di calamità naturali.

E allora eccola l’inedita foto di Benito Mussolini con tutti i capelli. Ecco anche il cartellino fotosegnaletico di un giovane antifascista quale era Sandro Pertini, i reperti del sequestro di Aldo Moro, le stragi di Capaci e di via d’Amelio, i “pizzini” di Bernardo Provenzano, il conflitto a fuoco e la morte del terrorista di Berlino Amis Ambri…   Ma queste sono soltanto alcune delle affascinanti testimonianze storiche riportate al Circolo Sannitico di Campobasso.

Qui, infatti, gli agenti della scientifica hanno allestito una scena del crimine di un delitto commesso nella Campobasso del 1500 per dimostrare come quel delitto sarebbe stato risolto nel XXI secolo con l’avvento della nuova tecnologia a disposizione di un corpo (la polizia scientifica) che vanta una storia nata nel 1903 e che oggi  vanta nuove tecnologie digitali, grazie alle quali si sviluppa un lavoro certosino e scrupoloso per blindare quella che viene chiamato la “prova regina”, la chiave di svolta di un delitto.

Un vero e proprio progetto culturale quello che esprime questa mostra fotografica capace di raccontare l’Italia attraverso le impronte, le immagini, i sopralluoghi della polizia scientifica.

Il questore di Campobasso ha detto: “La mostra è arrivata nel capoluogo in questo bellissimo scenario e testimonia una tradizione millenaria su cui si è costruita la società contemporanea.  Dimostra, inoltre, come la Polizia di Stato viva il territorio e sia profondamente inserita nel tessuto storico e sociale”.

Entusiasta del successo ottenuto finora da questa esposizione che sta facendo il giro di diverse città italiane, anche la dottoressa Concetta Esposito che ha riferito come “la mostra sia un esempio virtuoso di sinergia tra le istituzioni dello Stato che condividono una visione di sicurezza dei cittadini e della società nel segno della cultura”.

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