Il blitz e le intercettazioni

La guerra dei clan di San Severo per il controllo della droga: sei arresti in Molise, ci sono anche due donne

Spaccio di stupefacenti per conto delle famiglie mafiose di San Severo ‘Nardino’ e ‘Lapiccirella’, da tempo in conflitto a forza di violenze e omicidi. Sono nove le persone coinvolte (due solo indagate, un’altra ricercata) in Molise nell’operazione ‘Ares’

Sono in tutto nove le persone coinvolte in Molise nell’operazione ‘Ares’ scattata questa mattina 6 giugno prima dell’alba in ben sette regioni d’Italia. Tutte persone legate al traffico di stupefacenti e accusate di essere parte delle organizzazioni criminali di stanza a San Severo. O meglio, di diverse batterie di criminali, legate alle potenti famiglie dei Nardino, dei Lapiccirella e dei Testa.

In Molise la Polizia ha arrestato Giuseppe De Cato, classe 1975, di San Severo ma residente a Campomarino lido. Custodia cautelare in carcere anche per Giuseppe Spiritoso, classe 1956, foggiano che si trovava già nel penitenziario di contrada Arcano.

Quattro persone sono finite ai domiciliari: si tratta dei termolesi Nicola Consalvo, classe 1974 e Giuseppina D’Uva del 1978, di Diego Fratello, classe 1981, di Campomarino ed Enza Valentina La Porta di Campomarino, la più giovane di tutti, 24 anni. Risulta irreperibile invece il tunisino Sami Moncer, classe 1976, residente anche lui a Campomarino. Invece sono indagati M.G., 43enne di San Severo ma residente a San Martino e l’albanese B.F., stessa età, residente a Santa Croce di Magliano.

L’operazione ‘Ares’ dalla Polizia di Stato ha portato all’esecuzione di un provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta di quella Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 56 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose.

Secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari il vertice dell’organizzazione criminale dedita al traffico di droga era costituito dalle famiglie mafiose “La Piccirella” e “Nardino”, egemoni e contrapposte nel territorio di San Severo, di cui sono stati ricostruiti organigrammi ed interessi criminali.

La Dda rileva che è la prima volta che viene contestata l’associazione di tipo mafioso alla criminalità organizzata sanseverese, riconosciuta come autonoma ed indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose operanti a Foggia.

L’inchiesta ha evidenziato il ruolo egemonico del clan di San Severo nel traffico di droga nella Capitanata e che la spartizione dei relativi ingenti profitti costituisce un motivo di continue tensioni tra i diversi gruppi malavitosi che operano in quell’area.

Da qui le violenze e le decine di omicidi che si sono susseguiti in questi anni. “Le indagini hanno documentato – scrivono gli inquirenti – il sistematico ricorso alla violenza per l’affermazione territoriale e il conseguimento della leadership, nell’ambito di una cruenta contrapposizione fondata anche sull’eliminazione fisica dei rivali. In tale contesto, sono stati anche accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, testimonianza del metodo mafioso usato dagli indagati, come nel caso del tentativo di estorsione in pregiudizio di un commerciante locale, la cui abitazione (oltre che l’autovettura ed i locali dell’attività commerciale) sono stati danneggiati in più momenti con colpi d’arma da fuoco.

Le attività – svolte da una task force composta da investigatori delle Squadra Mobili di Foggia e Bari e del Servizio Centrale Operativo – sono state avviate nel 2015 a seguito di alcuni gravi episodi delittuosi verificatisi a San Severo. I successivi approfondimenti hanno consentito di ampliare il fronte investigativo, documentando il fiorente traffico di stupefacenti gestito dai sodalizi locali (nonché i relativi canali di approvvigionamento estero, tra cui l’Olanda) e valorizzando la mafiosità di quelle organizzazioni”.

L’operazione di questa mattina, supportata con 30 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha visto l’impiego di oltre 200 poliziotti in Provincia di Foggia e altri nelle province di Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo.

In manette sono finiti esponenti di Spicco dei clan mafiosi di San Severo, tra cui Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa, ritenuti ai vertici del clan “La Piccirella”, nonché Franco e Roberto Nardino, a capo dell’omonimo clan.

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