Il decreto blocca-proroghe

Il commissario “firma” la chiusura di pediatria e Punto Nascite. Domani incontro con sindaci e Asrem  

Con decreto del 20 giugno il Commissario alla sanità Angelo Giustini elimina la possibilità di rinnovo per il pediatra di libera scelta che per alcuni mesi ha dato man forte al San Timoteo, richiamando ai vincoli imposti dal Tavolo Ministeriale. Una decisione che di fatto crea il presupposto per la chiusura del reparto, come pure del Punto Nascite. Situazione irreversibile per carenza di medici. Domani a Termoli i sindaci incontrano i vertici Asrem per un incontro al quale è stato invitato lo stesso commissario straordinario.

Si chiude? Una domanda che inquieta, toglie il sonno a medici e pazienti (almeno quelli che si sono accorti dello sprofondo in cui è precipitata la sanità molisana) e preoccupa i sindaci, che anche in qualità dei primi garanti della salute pubblica stanno provando ad affrontare, con pochi mezzi e pochissime competenze specifiche, un dramma che si fa più urgente di ora in ora. Pediatria e Punto nascite dell’ospedale San Timoteo di Termoli: si chiude?

Una risposta certa non c’è perché non esiste ancora alcun atto aziendale a certificare le “saracinesche” abbassate nelle due unità operative al secondo piano del nosocomio di contrada Mucchietti. Ma c’è un decreto con il quale il commissario straordinario alla sanità Angelo Giustini “firma” la chiusura di pediatria e, per riflesso, del Punto nascita dell’ospedale. Non è una firma tecnica, certo. Ma un presupposto che porta inevitabilmente a questa conseguenza. Di fatto, abolendo la possibilità di proroga dell’incarico al pediatra di base aggiunto al personale ospedaliero in servizio, si chiude alla soluzione prospettata tra molte cautele nei giorni scorsi. Ovvero rinforzare i tre pediatri con un quarto – come avveniva fino ad alcune settimane fa – in modo da consentire una turnazione a norma di legge considerando la necessità delle ferie.

Il pediatra aggiunto garantisce difatti anche la copertura delle notti e viene “usato” all’occorrenza nel reparto di Ostetricia, dove i camici bianchi sono ugualmente in sofferenza e dove si profila una identica inattuabilità dei turni con soli tre medici, le ferie e la necessità di attenersi ai riposi imposti dalla norma sulla sicurezza (per medici e pazienti).

Il commissario straordinario Angelo Giustini, che vive di burocrazia ed è espressamente chiamato ad attuare il Piano di Rientro senza corsie preferenziali, senza escamotage fantasiosi, ha tenuto conto nel suo decreto (il n.81 del 20 giugno) delle osservazioni ministeriali, che consentono di ricorrere al pediatra aggiunto esclusivamente in condizioni di “eccezionalità”, ovvero quando i pediatri del territorio di riferimento non abbiano raggiunto il massimale dei pazienti, che si aggira sugli 880 bambini. Nel caso del Molise, a quanto pare, prima di potere aprire al rinnovo del contratto al pediatra di libera scelta in ospedale, occorre saturare i numeri della legge, in base ai quali a ogni pediatra vengono affidati tot bambini. Nessuna eccezione rispetto alle condizioni critiche in cui versano i reparti di Pediatria degli ospedali molisani: il commissario analizza i dati, valuta i report dei tavoli ministeriali e trae le conseguenze: rinnovare il contratto al pediatra aggiunto non si può. Quello che si può fare è far ruotare i pediatri tra i tre ospedali molisani. Ma i pediatri sono soltanto tre sia a Campobasso che a Termoli che a Isernia

Così cambia il decreto precedente, eliminando dallo stesso l’espressione “con possibilità di rinnovo”. E aprendo, in concreto, alla chiusura estiva del reparto del San Timoteo, come pure del Punto Nascita. Argomento, questo, del quale si parlerà domani – mercoledì – a Termoli. I sindaci del bassoMolise, ospiti del neo eletto sindaco di Termoli Francesco Roberti che sta seguendo molto da vicino l’evolversi della situazione, avranno infatti un incontro a porte chiuse con i vertici dell’Azienda sanitaria. Il commissario Giustini dovrebbe essere presente. Il condizionale è d’obbligo, ma la speranza comune è che non diserti l’invito.  

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