Sarebbero fuggiti dopo aver perforato il tubo

Esplosione a Rocca di Papa, molisani i 3 operai che avrebbero bucato la condotta. Fuggiti e rintracciati a Isernia

Sono stati fermati alcune ore dopo l'esplosione che ha devastato il Municipio romano causando 4 feriti gravi i tre uomini di origine molisana impegnati nelle attività di carotaggio ieri mattina. Al vaglio degli inquirenti i tempi: la Procura di Velletri cerca di capire cosa sia accaduto tra le 9 del mattino e le 11.18, ora esatta della deflagrazione. I carabinieri hanno rintracciati i tre uomoni tra Monte San Giovanni Campano (dove ha sede la società che li aveva ingaggiati per l'attività in oggetto) ed il Molise, dove vivono. Secondo l'ipotesi iniziale si sarebbero accorti di aver perforato la condotta del gas e sarebbero fuggiti . Gli operai sono stati ascoltati dal pm e già oggi potrebbero finire sul registro degli indagati.

Dopo l’esplosione accaduta a  Rocca di Papa, l’aspetto più inquietante, che lascia perplessa anche la Procura di Velletri, riguarda il tempo intercorso tra le 9 del mattino e le 11.18, ora esatta della deflagrazione.

Gli inquirenti devono chiarire due aspetti, Il primo:  se la foratura della condotta sia stata accidentale e se gli operai erano consapevoli di cosa ci fosse sotto al manto stradale.

Il secondo ben più rilevante, considerato poi l’elenco dei feriti, riguarda l’allarme che non sarebbe partito nel momento esatto in cui la tubatura è stata danneggiata. Per una inconsapevole sottovalutazione del rischio o per la deliberata scelta di fuggire in preda al panico? Delle due l’una, e oggi potrebbe già arrivare una prima risposta.

E loro sono tre operai molisani impiegati in una ditta molisana che lì a Rocca di Papa stava eseguendo i lavori finiti sotto accusa.

Già oggi potrebbero finire sul registro degli indagati.

Impiegati in una ditta della nostra regione a cui aveva fatto ricorso la TecnoGeo per eseguire i carotaggi del terreno, sono stati rintracciati dopo diverse ore dalla deflagrazione dai militari della compagnia di Frascati a 150 chilometri dal piccolo comune dei Castelli: avevano quasi raggiunto Isernia. Che si fossero dati alla fuga dopo aver compreso il danno recato alla conduttura del gas? È questa una delle principali domande che si è posto il procuratore capo di Velletri, Francesco Prete.

Ieri sera sono stati ascoltati per ore dal pm Giuseppe Travaglini insieme al responsabile della TecnoGeo con sede a Monte San Giovanni Campano in provincia di Frosinone nella caserma del nucleo operativo dell’Arma di Grottaferrata. Gli investigatori hanno messo sotto sequestro le loro apparecchiature. Dalle prime ricostruzioni compiute dagli inquirenti sulla dinamica della deflagrazione, i tre operai avevano da poco bucato il terreno con una trivella, intaccando la conduttura di metano.

A quel punto però, piuttosto che dare l’allarme, sembra che abbiano ricoperto il foro con uno straccio e siano scappati senza dare l’allarme. Tant’è vero che il metano si è propagato lungo la cavità fuoriuscendo in strada per diversi minuti prima dell’esplosione. Dal momento in cui i tre uomini sono stati visti allontanarsi dal piccolo cantiere fino alla deflagrazione sono passati almeno 40 minuti. E le forze dell’ordine, carabinieri e polizia, sono arrivati sul posto quando purtroppo la facciata dello storico palazzo comunale era già crollata, i vetri delle finestre esplosi, in aria era alto il fumo dell’incendio divampato negli uffici e i feriti stavano ancora scappando in strada per chiedere aiuto.

Più informazioni
commenta