In che condizioni si trova il Cardarelli di Campobasso? Nell’ospedale più importante del Molise, che proprio per questo motivo meriterebbe un occhio di attenzione in più da parte della politica, si stanno vivendo le stesse difficoltà che caratterizzano gli altri nosocomi regionali: organici carenti, personale sanitario allo stremo e una struttura obsoleta. Tuttavia medici, infermieri e operatori sociosanitari continuano ad assicurare la massima professionalità come racconta in questa lettera il medico Ernesto La Vecchia.
“Entri in un ospedale fatiscente, cemento che non è più armato, in alcune parti l’igiene è un atavico ricordo. Imbocchi corridoi degni di un maratoneta, entri in camere in cui l’arredo è un antico ricordo, il cielo è nero e pensi che possa diventarlo ancora di più.
Invece, in barba ad ogni previsione, il cielo si rasserena per “colpa” del personale sanitario tutto che ti accoglie con professionalità e disponibilità; e mano a mano che vivi quella ambiente ti rendi conto di quanta umanità e abnegazione quel posto traspiri; e poi ti lasci favorevolmente coinvolgere, nè senti le preoccupazioni, mai la rassegnazione e allora ti viene posto davanti tutto quello che sapevi ma che non conoscevi: piante organiche all’osso, difficoltà a coprire turni e ferie.
E la cosa che continua ad affascinanti è che nessuno molla, tutti aspettano forse tempi migliori, tutti continuano a dare sempre di più.
Grazie a queste donne e a questi uomini per quello che profondono ogni giorno facendo slalom incredibili tra la malasanità e la mala amministrazione.
Questo è un quadro che accomuna tutti i reparti del nostro ospedale, dal pronto soccorso ai reparti del quinto piano.
Io sto vivendo questi ultimi giorni tra il reparto di Ginecologia e reparto di Neonatologia. Due reparti strategici per tutta la regione, due reparti non sotto organico ma al lumicino, due reparti con organici eroici e stacanovisti, reparti dove si accettano nuove di te e dove si consente di proteggerle nei primi passi in questo mondo che è pronto ad alimentare i venti della malasanità e che non si ferma mai a considerare quanto di buono abbiamo e che mai si unisce al personale sanitario per battaglie non propagandistiche, ma a difesa della vita.
Un grazie grande quanto l’amore di un padre, di un nonno, di chi sta con voi in prima linea. Permettiamo che continuino ad esserci”.
Ernesto La Vecchia
commenta