La sfida elettorale a campobasso

Ballottaggio, dibattito nel Pd: “Intesa sui programmi con M5S o libertà agli elettori”. Durante: “Voterò Gravina”

Il segretario regionale dem Vittorino Facciolla delinea la strada: "Nessun sostegno al centrodestra". Mercoledì la decisione definitiva in Direzione. Invece l’ormai ex presidente del Consiglio comunale di Campobasso si è pronunciato sull’appuntamento alle urne del prossimo 9 giugno, motivando la sua posizione di sostegno al candidato dei Cinque Stelle, Roberto Gravina: “In cinque anni a Palazzo San Giorgio abbiamo anche condiviso battaglie comuni; è un supporto che va alla persona, che reputo seria e competente, non certo al Movimento”.

Nonostante la sconfitta del sindaco uscente dem Antonio Battista alle Amministrative del 26 maggio, il ballottaggio del 9 giugno tra Roberto Gravina (M5S) e Maria Domenica D’Alessandro (Lega) è inevitabilmente finito sull’agenda del Pd regionale. Un argomento che verrà dibattito sia nell’odierna riunione di segreteria, che in quella della direzione, prevista mercoledì.

“C’è un elemento chiaro come il sole: ed è che noi non appoggeremo sicuramente un candidato di centrodestra – spiega il segretario regionale Vittorino Facciolla – Però, non avendo posto in essere alcun apparentamento tecnico con i Cinque Stelle, dovremmo cercare una eventuale ricaduta sul piano programmatico, altrimenti lasceremo libero ogni nostro elettore di esprimere in base alla propria coscienza politica la sua preferenza. In ogni caso, il discorso verrà approfondito anche oggi in segreteria e mercoledì prossimo in direzione e gli organi decideranno”.

facciolla durante segreteria Pd

Intanto, dopo la ‘benedizione’ (via Facebook) di Lello Bucci e di altri esponenti del centrosinistra locale (come l’intellettuale Pierpaolo Giannubilo che aveva firmato il manifesto di ‘Io Amo Campobasso’), anche Michele Durante si schiera con l’aspirante primo cittadino di M5S. Il 2 giugno scorso infatti si è chiusa ufficialmente la sua esperienza politica a palazzo San Giorgio.

L’esponente del centrosinistra e del Partito Democratico, però, già presidente del Consiglio comunale di Campobasso nell’ultima legislatura, non rinuncia a manifestare la propria posizione ed il proprio orientamento di voto in vista del ballottaggio che eleggerà il nuovo sindaco del capoluogo, il prossimo 9 giugno: “È stato un onore enorme aver rappresentato questa città per dieci anni; continuerò a fare politica, anche se fuori dall’amministrazione. Ho tenuto a chiarire subito la mia posizione in vista del ballottaggio, perché credo sia in ballo il nostro futuro e tutti siamo chiamati a questa scelta democratica. Seppur ci fosse la remota possibilità di un seggio in Consiglio comunale per noi con la vittoria del centrodestra, non mi interessa: il mio voto andrà a Roberto Gravina per una serie di ragioni”.

E le ragioni del caso, appunto, sono da rinvenire nelle posizioni comuni espresse in merito ad alcune tematiche peculiari, nella stima personale verso il candidato pentastellato e soprattutto nella ostinata opposizione al centrodestra, a qualunque livello: “Voterò Gravina – spiega Durante – innanzitutto perché non ho mai votato la destra, da chiunque venga rappresentata. Voto Gravina perché l’ho conosciuto in cinque anni di Consiglio, tempo in cui l’ho visto svolgere una contrapposizione corretta, chiara, coraggiosa e qualche volta strumentale; ma quello fa parte dei giochi. Sia chiaro: non è un voto al Movimento Cinque Stelle, ma alla persona di Roberto Gravina. Personalmente, sento forte la necessità di votare, seppur scegliendo tra due schieramenti che non sono i miei: se infatti dovessi astenermi per rimarcare un presunto “antagonismo” a ogni costo e salvaguardare una fantomatica “equidistanza”, in una situazione del genere, diventerei l’antagonista di me stesso e non sentirei d’aver fatto il bene della comunità“.

Ad influire su tale orientamento, però, anche un percorso condiviso su alcune “battaglie” a livello amministrativo nel corso dell’ “era Battista”: “Con Roberto (Gravina, ndr) abbiamo condiviso battaglie comuni, come quelle relative all’egualitarismo, all’acqua pubblica, a diritti e unioni civili, al testamento biologico. Spesso c’è stata convergenza, in modo particolare sui temi etici, tra il mio pensiero e quello del gruppo consiliare pentastellato. Ripeto: non si tratta di un supporto ai 5 Stelle, perché non ho mai visto bene la loro sottomissione alla Lega; anzi, personalmente avrei gradito una vicinanza con loro qui al Comune, prima della presentazione delle liste, tre mesi fa. Ma ritengo che ormai il Movimento abbia cominciato il suo declino, e tra cinque anni non ne parleremo più”.

Sul centrodestra: “Si tratta, in un certo senso, anche di una scelta logica per me, perché il contraltare è rappresentato dall’impalpabilità di un candidato sindaco – quello di centrodestra – che io non conosco e che nemmeno la nostra città conosce. Ho avuto malinconia di non aver veduto in questa campagna elettorale una personalità come Gino Di Bartolomeo, che sono sicuro avrebbe liquidato l’attuale candidata sindaco. Il problema però è anche un altro: con una eventuale maggioranza D’Alessandro entrerebbero alla guida dell’amministrazione i tanti “globetrotter” della politica che da vent’anni siedono in maggioranza”.

Poi un flashback sulle primarie “saltate” e che probabilmente avrebbero consentito al Pd di scegliere un candidato sindaco più ‘gradito’ alla piazza: “Abbiamo perso le elezioni al primo turno e dunque sicuramente abbiamo fatto degli errori che abbiamo pagato. Oggi però il tempo delle domande è finito e abbiamo il dovere di confrontarci con le risposte. Aver scelto di non procedere alle primarie per scegliere il nostro candidato sindaco credo abbia indebolito la figura di Antonio Battista. Perché le primarie, seppure istituto imperfetto, sono sicuramente una realtà di partecipazione e condivisione, di unione e alleanza. Io le avevo chieste dal 4 marzo scorso”.

In questo quadro politico, a livello nazionale come sul piano locale, la sinistra ha necessità di recuperare il terreno perduto, oltre che una buona fetta di elettorato: “Ognuno ha le proprie responsabilità, io per primo, ma il Pd è l’unica risposta a quello che sta succedendo a livello nazionale e a quello che nei prossimi anni si riverbererà a livello di amministrazione. Il Pd è l’unica possibilità di opposizione a questa destra, ma c’è bisogno di una nuova proposta sulla base di nuove priorità. Chi vuole opporsi a questa destra non può che farlo attraverso il Partito democratico, anche a livello locale. Un’analisi del voto credo sia necessaria, ma richiede consapevolezza e sedimentazione. E dunque è un’operazione cui bisogna procedere con serenità, dopo un po’ di tempo. Nei temi della direzione regionale c’è anche la posizione da assumere nei confronti del ballottaggio”.

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