Guardialfiera

Alga tossica nel lago che rifornisce di acqua il BassoMolise: ripetuti i controlli, lunedì i risultati. Sotto accusa l’inquinamento umano

Ancora problemi all’invaso artificiale di Guardialfiera, di colore rossastro per la presenza di un’alga che sprigiona cianotossine e causa la moria di pesci. A valle la situazione non è rischio, per via della potabilizzazione, ma emerge il paradosso di dover ancora ricorrere all’acqua della diga perché non entra il funzione il Molisano centrale, pronto dopo oltre 10 anni.

Sono stati ripetuti questa mattina i controlli alla diga di Guardialfiera, che rifornisce di acqua tutto il Basso Molise. Il personale dell’Arpa su una imbarcazione dei Vigili del Fuoco ha effettuato un nuovo campionamento in diversi punti, i cui risultati probabilmente saranno resi noti lunedì prossimo.

È il terzo campionamento relativo alla verifica sulla presenza dell’alga potenzialmente tossica che da alcuni giorni ha modificato anche la colorazione dell’invaso di Ponte liscione, facendola virare sul marrone rossastro. Le altre due verifiche tecniche sono avvenute il 31 maggio e il 3 giugno scorsi, e hanno riscontrato una forte concentrazione di cianotossine, che in grandi quantità possono causare problemi di inquinamento dell’acqua.

Si tratta di sostanze che possono mettere a rischio la salute della fauna e anche la salute umana, ma la buona notizia è che nei precedenti campionamenti l’alga Aphanizomenon flos-aquae non è stata riscontrata a valle, quindi solo all’interno dell’invaso. Significa che l’impianto di potabilizzazione, quello che rende l’acqua destinata al consumo umano sicura sotto il profilo della salute, non manifesta la presenza di queste tossine perché i nitrati vengono abbattuti dal cloro.

Ora bisogna vedere se anche i nuovi esami daranno lo stesso risultato e se andranno incontro alle speranze degli operatori ambientali e dei cittadini, concentrate su una drastica riduzione dell’alga e un progressivo ritorno alla normalità delle condizioni del lago dove sono stati trovati in superficie pesci morti, peraltro come già accaduto qualche anno fa quando si è riproposta la stessa situazione.

Le ciano tossine sono il risultato della eutrofizzazione e sono formate da sostanze nutrienti, soprattutto nitrati presenti nei detersivi, nei fertilizzanti, nei pesticidi, negli scarichi industriali. Sotto accusa c’è proprio inquinamento dovuto all’uomo del fiume Biferno che viene convogliato nella diga del Liscione.

Tutto questo mentre i lavori per la realizzazione dell’ acquedotto molisano centrale sono stati ultimati da un pezzo, dopo oltre 10 anni di burocrazia e ritardi, ma il nuovo impianto non entra in funzione. E anche quest’estate, inspiegabilmente e dopo annunci da parte della politica che si stanno rivelando errai, si rischia di dover sostenere i mesi più caldi dell’anno, quelli caratterizzati da un largo consumo di acqua, facendo affidamento esclusivamente sull’acqua della diga artificiale la cui qualità non è certo le migliore possibile. Il molisano centrale al contrario dovrebbe portare nelle case della popolazione del basso Molise acqua di sorgente.

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