Parola all'esperto

Un maggio da brividi e ci attendono ancora freddo e pioggia: “L’estate? Sarà diverso”

Intervista al direttore di meteoinmolise.com Gianfranco Spensieri: "Questo mese è sempre stato di transizione e la neve in montagna non così anomala. Sulla bella stagione difficile fare previsioni ma non c'è correlazione con quanto avviene adesso. I cambiamenti del clima? Finalmente è visto come un problema"

In pochi ricordano di aver avuto i termosifoni accesi a metà maggio, almeno negli ultimi anni. Ed è quello che sta succedendo adesso. Molti invece postano su Facebook le foto di un anno fa, quando di questi tempi in Molise ci si poteva godere il primo tuffo in mare o un assaggio di tintarella. E invece fa un freddo che ci costringe a dormire ancora col piumone, che fa indossare giacconi e cappelli, che fa prendere tosse e raffreddore. Vale la pena chiedersi quanto c’è di anomalo e cosa c’è da attendersi dalla prossima estate. Ecco quindi qualche domanda all’esperto, il direttore di meteoinmolise.com, Gianfranco Spensieri.

 

 

Direttore, ricapitolando: neve a Capracotta, 3-4 gradi nel capoluogo, pioggia per giorni sulla costa. È sbagliato il calendario o cosa?

“Il mese di aprile e quello di maggio, per antonomasia, sono mesi di transizione. Fasi, pertanto, soggette a repentine escursioni termiche. Negli ultimi anni, questi periodi, non solo sono stati limitati nel tempo ma sono avvenuti sempre più di rado. Tranne brevissime parentesi, sono aumentate in maniera esponenziali le ondate di caldo anche intense a maggio dando, quindi, la sensazione che tale mese potesse essere più rappresentativo del periodo estivo che primaverile. Ma non è così e non deve sorprendere affatto, nel caso di specie, la neve in alto Molise che è molto più frequente da quello che si pensa”.

 

È stato scritto che il 15 maggio 2019 è stato il più freddo degli ultimi 50 anni. È così?

“Maggio 2019 sicuramente verrà ricordato come tra i più freddi degli ultimi anni; per alcune località, si pensi a Roma, è un dato che non trova riscontro dal 1973. Sul Molise, se dovesse proseguire questo trend, potrebbe risultare come il più freddo degli ultimi 29/30 anni”.

 

Come si spiega scientificamente quello che sta accadendo?

“Le cause vanno principalmente ritrovate in un Final Warming avvenuto tra il 24 ed il 25 Aprile.  Si tratta di un fenomeno noto che avviene tutti gli anni e coincide con la fine del vortice polare stratosferico (che tornerà in autunno), sostituito da un anticiclone polare.

Un vortice polare indebolito che ha consentito il distaccamento di nuclei di aria fredda che hanno raggiunto latitudini molto meridionali”.

 

Qualcuno dice che questo smentirebbe il famigerato riscaldamento globale della Terra. Vogliamo spiegare che invece ne è l’esatta conferma?

“Ti ringrazio per la domanda che mi permette di chiarire, spero, definitivamente questo aspetto. È già capitato che alcuni quotidiani abbiano erroneamente messo in dubbio il Global Warming, solo perché in determinate zona del nostro Paese facesse più freddo. In primis è necessario, nuovamente, sottolineare che le rilevazioni che vanno a costituire il grande bacino di interesse in tal senso sono mondiali, e a livello mondiale, le temperature medie purtroppo sono in costante aumento. L’ ‘anomalia fredda’ sulla nostra penisola comunque non va contro il riscaldamento globale. Gli eventi estremi e cambiamenti repentini sono, probabilmente, gli effetti più diretti di detta situazione”.

 

E per le precipitazioni?

“Anche a livello pluviometrico, seppur potrebbe rimanere intatta la quantità di mm/anno e quindi il regime/annuo, va evidenziato come tale regime ora, abbia un aspetto decisamente più irregolare. Giova, infine, ricordare la differenza tra clima e tempo: la prima indica le variazioni atmosferiche in un’area geografica per un lungo periodo (anni) mentre il secondo riguarda le condizioni meteo di un certo istante”.

Gianfranco Spensieri

Cosa si sente di dire a proposito della manifestazione tipo ‘Frydays for future’ e della giovane attivista Greta Thunberg? Siamo al punto di svolta per una vera presa di coscienza della crisi dell’ecosistema? O rischia di essere un fenomeno mediatico?

“Per la prima volta il problema, perché di tale si tratta, del clima è divenuto pubblico ed ha avuto una diffusione imponente. Il problema è concreto, esiste e come riportato in diverse pubblicazioni di natura scientifica va studiato al fine di trovare delle soluzioni nella misura più rapida possibile. Sull’aspetto mediatico non mi soffermo: dico semplicemente che era necessaria una presa di coscienza ed il fine giustifica i mezzi”.

 

Passando al Molise, possiamo dare per conclusa questa specie di infinita coda invernale?

“Diamo oramai per conclusa la fase più fredda di maggio. Ma questo non significa che non avremo nel corso dei prossimi giorni, ancora possibilità di temperature decisamente sotto la media ancora possibili almeno per altri 5-7 giorni. A seguire, dovrebbe (finalmente), indebolirsi la spinta delle correnti fredde settentrionali che dovrebbero riguadagnare latitudini più settentrionali. Sembra che, dopo tanti anni, l’estate intesa come caldo intenso e periodo avaro di precipitazioni, voglia rispettare il calendario meteorologico”.

 

Cosa ci aspetta nei prossimi giorni?

“Nella settimana entrante avremo diffusa variabilità con alternanza di schiarite ed annuvolamenti. Per altro, il passaggio, di una nuova perturbazione seppur di matrice atlantica, probabilmente tra mercoledì e giovedì, darà luogo a rovesci sparsi. Le temperature saranno più miti rispetto ai giorni scorsi ma ancora sotto la media del periodo”.

 

Sappiamo che non è prudente azzardare previsioni a lungo termine, ma dobbiamo preoccuparci anche per l’estate che verrà? Ci aspetta una brutta stagione, invece che la classica bella stagione?

“Domanda da un milione di dollari. Qui non possiamo che basarci sulla statistica. Da uno sguardo attento, è evidente come non vi sia alcuna correlazione tra le condizioni meteo del mese di maggio e trimestre estivo. Abbiamo avuto alcuni periodi molto caldi a maggio (penso alla forte ondata di calore avvenuta nella seconda parte del 2017) con estate che poi si è fatta notare per la frequente instabilità ed estati invece decisamente calde dopo un mese di maggio instabile. Dalle prime indicazioni, l’estate 2019, dovrebbe essere piuttosto in linea con la media del periodo”.

 

Guardando invece agli effetti di questo clima insolito, cosa possiamo aspettarci? Potrebbero esserci danni seri sulle coltivazioni? Di certo non si potrà parlare di siccità questa estate, giusto?

“L’Agricoltura, come spesso accade, è quella che paga il prezzo più importante dei cambiamenti climatici. Le repentine variazioni termiche mettono il comparto agricolo a serio rischio di produzione. Anche quest’ anno la fase finale di marzo e quella centrale di aprile (dove si arrivò a toccare anche i 24-25 gradi) avevano dato luogo a pensare ad un’estate anticipata con tutte le conseguenze del caso.

A livello pluviometrico, siamo sostanzialmente molto in linea con la media storica. Se dovessimo tornare a parlare di siccità nel prossimo periodo, non sarà certamente per colpa del clima”.

commenta