Viaggia sopra le mille adesioni il gruppo facebook nato dopo gli annunciati rincari del trasporto pubblico in Molise. La pagina, creata solo qualche giorno fa, si è già trasformata in un comitato (Trasporti efficienti Molise il suo nome) che protesta non soltanto contro gli aumenti dei biglietti ma anche contro l’inadeguatezza e l’inefficienza dei servizi offerti.
La premessa: “La Regione Molise ha da poco approvato la nuova legge di bilancio che prevede un aumento del 40 per cento del costo dei biglietti per treni e bus di servizio pubblico: ovviamente, a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini. Ora basta!”
Il movimento di contestazione, nato sui convogli e cresciuto a dismisura in rete dove tantissime persone stanno lanciando idee e proposte per opporsi a quanto deciso dal governo di centrodestra, punta a bloccare questo spropositato aumento legato al doppio filo al taglio da 300 milioni di euro deciso a livello centrale dal governo giallo-verde.
C’è chi propone una raccolta firme e chi addirittura di non pagare più il biglietto “fino a quando non scenderà sotto i 10 euro”.
Il comitato per ora si limita ad annunciare azioni eclatanti e mobilitazioni pubbliche ma intanto ha già riacceso i riflettori su un tema che è di attualità da anni e che rende la vita impossibile a studenti e lavoratori costretti a pagare di più a partire da giugno “senza alcuna giustificazione e a fronte di servizi che permangono da anni inadeguati e scandalosi”.
Di esempi, purtroppo, ce ne sono a bizzeffe e tutti accomunati da problemi di sovraffollamento, “corse esigue, mezzi in pessimo stato di manutenzione, tempi di percorrenza super dilatati (6-7 ore per 250 chilometri), partenze annullate senza preavviso, interruzioni improvvise e disastrose, che lasciano in balia del destino i poveri viaggiatori, in attesa di soluzioni alternative al proseguimento del viaggio e al raggiungimento della destinazione. Tutto ciò – perché anche questa una ovvia conseguenza – ha determinato, negli ultimi decenni, un graduale isolamento del capoluogo dalle principali città italiane, con tutti gli svantaggi che ne derivano a livello sociale, economico e turistico”.
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