Campagna elettorale agli sgoccioli

Partiti inadempienti sulla ‘Spazzacorrotti’, i certificati penali degli aspiranti consiglieri ‘latitano’

Entro la giornata di ieri - 19 maggio - partiti e movimenti in corsa alle Amministrative di domenica prossima 26 maggio avrebbero dovuto inviare curricula e certificati penali per la pubblicazione sul sito del Comune di Campobasso. All'appello ne mancano cinque: Fratelli d'Italia e Forza Italia per il centrodestra, La Sinistra e Centro democratico per il centrosinistra e Orlando Iannotti (Forconi). "Se non ci sono, vuol dire che non sono stati inviati", riferiscono dal Municipio. ma non è vero: Fratelli d'Italia ha consegnato la documentazione tre settimane fa e la mancata pubblicazione online è responsabilità del Comune. Gli inadempienti rischiano pesanti sanzioni: da 12mila a 120mila euro. E tra i condannati compare il leghista Roberto De Angelis.

Quasi tutti ritardatari, altri sono addirittura inadempienti e latitante anche il Comune di Campobasso che, in alcuni casi, ha omesso di pubblicare sul proprio sito la documentazione consegnata dai partiti.

Sono scaduti ieri – 19 maggio – i termini per inviare curricula e certificati penali (rilasciati dal casellario giudiziario) dei candidati consiglieri comunali in corsa alle Amministrative di domenica prossima 26 maggio. Nuovi obblighi sono stati introdotti dalla legge numero 3 del 9 gennaio 2019, la famosa ‘Spazzacorrotti’ fortemente voluta dal Governo, che esclude i condannati in via definitiva dalla pubblica amministrazione e favorisce la totale trasparenza su candidati e finanziamenti ai partiti. Insomma un po’ nel solco della legge Severino che ha introdotto l’incandidabilità o la sospensione dagli incarichi degli eletti colpiti da condanne.

Per la prima volta la ‘Spazzacorrotti’ detta le regole pure per le Comunali: le amministrazioni sono obbligate a realizzare in un’apposita sezione ‘Elezioni trasparenti 2019’ in cui rendere nota tutta la documentazione sugli aspiranti consiglieri. E fra i 309 competitors ce n’è uno con una condanna: è il leghista Roberto de Angelis, sanzionato di 200 euro dal Tribunale di Campobasso per aver violato l’articolo 392 del Codice penale (Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose) per fatti successi nel 2009.

Curricula e certificati penali dovevano essere pubblicati anche sui siti dei singoli partiti e movimenti in corsa. E bisognava provvedere in tal senso entro l’11 maggio: “I partiti hanno l’obbligo di pubblicare sul proprio sito internet il curriculum vitae fornito dai candidati e la relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non oltre 90 giorni prima della data fissata per la consultazione elettorale”.

Ma ci sono alcuni partiti in corsa alle Amministrative che non si sono nemmeno ‘attrezzati’ in tal senso, creando un apposito sito Internet ‘regionale’. Nello schieramento che sostiene la leghista Maria Domenica D’Alessandro, per consultare i certificati penali e i curricula dei candidati di Forza Italia bisogna accedere al sito nazionale, con numerosi problemi di navigazione per accedere alla sezione dedicata alla trasparenza e agli obblighi imposti dalla ‘Spazzacorrotti’.

Documentazione che invece i cittadini più curiosi possono visualizzare sui siti Internet nazionali dei Popolari, di Fratelli d’Italia, della Lega e di E’ Ora (https://eoracampobasso.wordpress.com).

In regola con la legge numero 3 del 2019 anche il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico, La Sinistra per Campobasso e ‘Io Amo Campobasso’: siti internet tutti aggiornati. Anche nel caso di Centro democratico bisogna consultare il sito internet nazionale, ma non ci sono tutti i certificati penali dei candidati.

Peccato che non tutti abbiano rispettato il termine del 19 maggio per inviare i certificati sul sito del Comune di Campobasso. Ad oggi mancano Forza Italia e Fratelli d’Italia per il centrodestra che sostiene Maria Domenica D’Alessandro, La Sinistra e Centro Democratico per il centrosinistra di Antonio Battista. Ma in questo senso alcuni problemi dipendono dai Comuni. Per esempio, parlando di Fratelli d’Italia, “la documentazione dei curricula e dei certificati penali è stata consegnata integralmente il giorno delle presentazione delle liste, quindi a fine aprile”, chiarisce Quintino Pallante. Eppure, malgrado il Municipio li avesse, non sono stati pubblicati sul sito. 

In questo caso il problema è addebitabile all’ente, non al partito. Discorso simile per Forza Italia: “Il link con i curriculum ed i certificati penali di Forza Italia è stato inviato sulla pec del Comune giovedì scorso”, riferisce Maurizio Tiberio.

Ci sono poi i casi “positivi”. I primi ad attenersi alla normativa vigente sono stati la Lega e la sua candidata sindaco. On line pure i certificati penali dei Popolari, del Movimento 5 Stelle e di Roberto Gravina, di Antonio Battista, del Pd e del movimento ‘E’ Ora’.

In alcuni casi ci sono stati ritardi nell’inserimento della documentazione. “Il MoVimento 5 Stelle ha provveduto a pubblicare sul proprio sito Internet curriculum e certificati penali e li abbiamo inviati agli uffici elettorali per la pubblicazione sul sito Internet del Comune”, aveva riferito l’aspirante sindaco Roberto Gravina. Solo successivamente c’è stata la pubblicazione sul sito del Municipio di Campobasso.

Assente la documentazione sulla candidato dei Forconi Orlando Iannotti, mentre ieri Io amo Campobasso ha inviato la certificazione nel rispetto della normativa di legge.

“I certificati che non sono stati pubblicati non ci sono stati inviati”, riferiscono dall’ufficio elettorale di palazzo San Giorgio. “Li invieremo in giornata”, riferiscono i ‘ritardatari’. “Ancora non avevamo tutti i certificati dei candidati”.

Diversa la situazione a Termoli: a parte un paio di aspiranti consiglieri comunali (Enrica Giovannelli, candidata per Diritti e libertà, e Federica De Santis del Pd), poi i partiti in corsa hanno rispettato la ‘Spazzacorrotti’. Certo, il sito del Comune non è sufficientemente chiaro, ma con un po’ di pazienza si trova il materiale.

Occhio, però: chi non rispetta gli obblighi di legge, oltre a fare una figuraccia con gli elettori che vorrebbero conoscere i requisiti dei candidati da scegliere fra sei giorni, i partiti rischiano sanzioni che va dai 12.000 euro ai 120.000 euro come previsto dalla legge.

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