L'Ospite

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Lettera aperta sul Macte

Essendo venuto a conoscenza dell’inaugurazione del MACTE di Termoli dalla stampa nazionale di settore e da testate locali, ma anche attraverso i social network, in qualità di Direttore Artistico del MAACK, Museo d’Arte Contemporanea Kalenarte, Casacalenda (CB), desidero innanzitutto fare gli auguri all’ultimo seme in ambito culturale gettato. Ho avuto modo di verificare che molti artisti presenti con la propria opera nella Collezione non sono stati invitati all’evento inaugurale: probabilmente una semplice dimenticanza, ma che denota che la finalità di tale momento è stata diversa da quella attesa da anni.

Da anni infatti aspettavamo una buona notizia e, come si suol dire, meglio tardi che mai. La realtà nuova del Macte sappiamo avere un cuore antico. Conosciamo molto bene la storia di ieri e dell’oggi, nonché le traversie nebulose e le glorie del PREMIO TERMOLI. Ma sappiamo anche che ci troviamo oggi di fronte a due storie diverse: il PREMIO TERMOLI ed il giovane Macte che altra cosa è. Speriamo che si consolidi e resti davvero permanente, senza una data di scadenza, come abbiamo letto (settembre 2019) e cresca e si arricchisca.

Ci piace solo vedere le cose in modo limpido, trasparente e il più possibile corretto. Ecco allora che rimettere le cose in ordine aiuta anche a non fare errori. Conosciamo il Termoli e non pochi sono stati gli errori fatti in un passato lontano ma anche abbastanza prossimo nei confronti di un territorio che ha forse come rimando, in più occasioni, espresso giudizi non proprio positivi.

Un lavoro certamente straordinario quello di Achille Pace e delle varie amministrazioni locali. Oggi leggiamo, veniamo a sapere casualmente, che esiste il Macte, un nuovo museo a Termoli, nel Molise, e sappiamo anche che si aggiunge come ultimo arrivato alle realtà esistenti: il MAACK e il Museo di Isernia.

In qualità di Direttore Artistico del MAACK e della Galleria Franco Libertucci, ma anche semplicemente di artista presente nella collezione, forse avrei gradito un invito non solo destinato a me, ma da poter estendere alle persone che da decenni hanno lavorato in questo ambito e si occupano di Arte Contemporanea sul territorio. Saremmo venuti non solo in pace, ma con piacere e avremmo brindato insieme a voi. I legami sono forti e ci rammarica vederli quasi recisi. Non eravamo ancora MAACK, ma un semplice gruppo di sognatori quando nell’agosto del 1990 abbiamo invitato Achille Pace che con stupore partecipò al nostro primo evento e augurò lunga vita al nostro progetto. Si chiamava Kalenarte 1990. L’anno successivo, superando ogni ostacolo burocratico….ed il collega architetto dirigente del comune di Termoli forse ricorda, un cospicuo numero di opere del PREMIO TERMOLI approdano a Casacalenda per una mostra straordinaria curata da Alessandro Masi. Era il 1991 .

Un anno dopo il 1992 sempre a Casacalenda nel Molise arrivano Hidethoshi Nagasawa, Alfredo Romano e Fabrizio Fabbri. L’evento è stato curato da Patrizia Ferri. Con loro abbiamo dato abbrivio all’avventura del Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea, oggi Maack, che comprende anche la Galleria Civica Franco Libertucci. Cose da visionari.

Molto lavoro di semina, ma abbiamo raccolto tante soddisfazioni: proprio quest’anno ad esempio è arrivato il riconoscimento dei Club Unesco e dal 2012 siamo tra i Luoghi del Contemporaneo nel censimento del MIBACT.

Non possiamo raccontare qui tutto: una storia lunghissima non entra in una semplice lettera.

È da precisare, per evitare comunicazioni non corrette a chi conosce le storie del territorio e a chi le conoscerà, che è il MAACK il Primo Museo d’Arte Contemporanea del Molise e ci siamo da sempre augurati che ne potessero arrivare altri creando un clima culturale esteso e rivolto al futuro.

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