La maratona in consiglio

Bilancio ‘lacrime e sangue’, Toma raddrizza il tiro: più fondi al sociale. In Aula nuova lite con Greco (M5S)

Con 13 sì e 7 no il Consiglio regionale ha approvato il bilancio pluriennale. Unanimità dei voti invece sul maxiemendamento del governatore e che accoglie le proposte delle minoranze: finanziamenti tolti alle comunità montane e assegnate alle attività sociali e ai piccoli comuni. Scintille alla fine della maratona: il consigliere pentastellato chiede una commissione d'inchiesta per accertare cosa sia avvenuto in Aula quando il governatore avrebbe pronunciato il famoso anatema sul "cancrus".

Per le opposizioni ha “un’anima bianca e un’anima nera” (copyright di Greco, M5S) e conferma “una pressione fiscale troppo alta per i molisani” (dice Fanelli, Pd). Il neo più grosso è l’aumento del costo dei biglietti per il trasporto pubblico (autobus e treni). Ma il bilancio di previsione pluriennale 2019-2021 da 2 miliardi e 400 milioni di euro approvato dal Consiglio regionale (13 sì, 7 no) contiene almeno il tentativo di assegnare più risorse al sociale e di tagliarle a quei ‘carrozzoni’ che sono diventate le Comunità montane.

E questo tentativo si traduce nel maxi emendamento presentato ieri pomeriggio (6 maggio) dal presidente della Regione Donato Toma e sottoscritto da maggioranza e minoranza. Infine, viene votato all’unanimità. Il provvedimento da 3,3 milioni di euro prevede, ad esempio, 500mila euro per gli Ambiti territoriali sociali. Finanziamenti in pratica tolti alle Comunità montane.

E poi: 200mila euro per l’esodo degli operatori della formazione professionale; 385mila euro all’anno, per tre anni, per il diritto allo studio universitario; 40mila euro per aiutare i ragazzi che non riescono a seguire i corsi a causa di patologie; 30mila euro per l’istituzione del Fondo per il reinserimento dei cittadini molisani rientrati dal Venezuela; l’incremento di 130mila euro all’anno, per tre anni, del finanziamento agli enti locali in favore degli interventi realizzati dai Comuni a sostegno dell’affido familiare.

E ancora: 400mila euro per il Fondo per non autosufficienza, 50omila euro per favorire il ripopolamento dei piccoli comuni e 200mila per lo sgombero neve; l’aumento di 50mila euro della legge regionale ‘Interventi a favore di soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare’; contributi (60mila euro) per l’attività del conservatorio ‘Perosi’ di Campobasso e per il Parco dell’Ulivo di Venafro (50mila euro). E poi: 30mila euro all’anno per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere proposto dalle consigliere Matteo, Calenda, Romagnuolo, Fanelli e Manzo (“il capitolo di spesa è ora finanziato per un importo annuale di 110.000 euro – commentano – per un  sostegno forte e deciso da parte della Regione nella lotta alla violenza di genere”).

“Sono contento che abbiamo trovato una sintesi dopo polemiche (anche a volte inutili). Don Milani diceva che ‘da soli non si risolvono i problemi, le soluzioni condivise si chiamano politica. Mentre le soluzioni individuali si chiamano avarizia’. E credo che abbiamo fatto politica”,  il commento finale del presidente Donato Toma nella parte finale della maratona che per sette giorni ha ‘inchiodato’ il Consiglio regionale. Sui contestati costi della politica: “La Regione ha abolito i vitalizi, io non lo percepirò come voi”, ricorda ai consiglieri e in particolare agli esponenti di M5S che avevano presentato una serie di emendamenti sul tema. Il governatore non nasconde che “avrei voluto un bilancio migliore e risorse maggiori“.

Positivi i commenti della maggioranza, a cominciare dal relatore del provvedimento in Aula, il presidente della prima commissione Andrea di Lucente: “La giunta ha fatto tesoro dei suggerimenti dei consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza. Ha capito che servivano soldi per le fasce più deboli, per il Fondo regionale per la non autosufficienza, per le borse di studio agli studenti universitari, per i farmaci di fascia C, per i ragazzi delle comunità. Abbiamo tracciato una rotta precisa, ovvero quella di non lasciare indietro nessuno. Di fare proposte e di trovare il giusto equilibrio tra risorse esigue ed esigenze del territorio”.

“Era evidente – insiste la collega Filomena Calenda – che i fondi previsti per il sociale non sarebbero stati sufficienti per ricoprire i tanti interventi richiesti e che sono attesi da numerosi molisani. Ritengo che la decisione di stanziare maggiori fondi per il sociale rappresenta un segnale forte da parte di questo governo a favore delle categorie più fragili”.

Le opposizioni votano a favore del maxiemendamento perchè, spiega ad esempio Micaela Fanelli (Pd), accoglie “numerose proposte presentate dal nostro gruppo consiliare” che è “riuscito ad ottenere più soldi per il sociale, per il diritto allo studio, per le famiglie, per il contrasto alla violenza di genere (insieme alle altre consigliere), per il rientro dei nostri connazionali dal Venezuela e per gli ambiti territoriali sociali”.

Poi il capogruppo dem, che aveva presentato una ‘contromanovra’ e chiesto tra le altre cose di tagliare le tasse sulle imprese, esprime la sua contrarietà al bilancio pluriennale perchè “mantiene una eccessiva pressione fiscale sulle spalle dei molisani, come, ad esempio, quella derivante dall’aumento del 40% del costo del biglietto del trasporto pubblico, a fronte della scarsa qualità dei servizi in favore dei viaggiatori”.

Posizione simile viene espressa dai 5 Stelle. Sul maxi emendamento si esprimono favorevolmente: “Siamo riusciti a garantire 500.000 euro in più per finanziare la legge quadro sulle politiche sociali che prevede una serie di interventi attraverso gli Ambiti sociali. Risorse che serviranno anche a finanziare misure per il diritto allo studio e misure di sostegno alle famiglie e agli assistenti dei molisani che devono sottoporsi a un trapianto o che soffrono di una malattia rara. Questi fondi sono parte dei 900.000 euro inizialmente previsti dalla Giunta Toma per le Comunità Montane in liquidazione dal 2011”. Confermato il no al bilancio pluriennale: “Se fossero stati tagliati i costi della politica, avrei votato a favore”, scandisce Greco.

Seduta finita? Assolutamente no. C’è il tempo di assistere ad una nuova lite tra il portavoce di M5S e il presidente Donato Toma. Il primo interviene dopo l’anatema che gli aveva scagliato il governatore (il famoso “cancrus”) e sulle accuse di blasfemia che gli erano state rivolte dal presidente dell’assise Salvatore Micone. “Lei è inadeguato”, tuona Greco che propone l’istituzione di una commissione di inchiesta che accerti quanto avvenuto in Aula.

“Questi metodi non ci appartengono”, replica Micone. Da parte sua, Toma chiede di riprendere i video “in cui Greco si rivolge nei miei confronti come un cane arrabbiato e in cui ironizza sul mio stato di salute”. La querelle insomma continua.

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