Elezioni & spartizioni

Molise Acque, finisce il commissariamento a costo zero. Al nuovo presidente l’incarico da 80mila euro l’anno

La giunta guidata da Donato Toma ha cambiato strada rispetto alle scelte dell'ex governo di centrosinistra: nominato Giuseppe Santone, fino a pochi giorni fa consigliere politico dello stesso governatore. Geometra campobassano di 52 anni, nel 2014 si era candidato con Forza Italia ottenendo 122 preferenze.

L’ultimo presidente era stato l’avvocato campobassano Piero Neri (quota Pd, corrente rutiana ndr), nominato dall’ex presidente Paolo di Laura Frattura. Poi nel 2016 la svolta, complice anche la ‘lite politica’ con Roberto Ruta: Molise Acque, sommersa di debiti, venne commissariata. Lo stesso Frattura designò l’ingegnere nonché dirigente regionale Massimo Pillarella. Un incarico a costo zero.

Ha deciso di fare scelte diverse il governo di centrodestra guidato da Donato Toma. Fine del commissariamento, ci sarà una nuova governance: vertice dell’azienda speciale affidato a Giuseppe Santone, fino a pochi giorni fa consulente economico dello stesso presidente (si è dimesso lo scorso 13 aprile per “ragioni di opportunità politica”, dicono da palazzo Vitale). Avrà un costo per le casse pubbliche: Santone riceverà 80mila euro di compenso. Tutto è riportato nero su bianco nella delibera approvata dalla Giunta regionale il 12 aprile e pubblicata ieri – 16 aprile – sul sito ufficiale della Regione Molise.

Ma chi è il nuovo numero uno di Molise Acque?
Giuseppe Santone è un geometra campobassano di 52 anni. Esperto in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, ha messo le sue competenze al servizio di diversi enti sia pubblici che privati. Decine gli incarichi ottenuti negli anni scorsi, tra cui la presidenza del consiglio di amministrazione della casa di riposo Pistilli tra il 2010 e il 2011, e l’amministrazione di una società di comunicazione che deteneva “I fatti del Nuovo Molise” quotidiano regionale nato dalle ceneri del “Nuovo Molise”.

Uomo vicino all’ex sindaco di Campobasso Gino Di Bartolomeo, ha fatto parte della sua maggioranza come consigliere comunale nell’ultimo periodo della legislatura di centrodestra. Nel 2013, quando l’allora primo cittadino diede una ‘rispolverata’ alla sua squadra di governo, Santone subentrò all’ex assessore Livia Mucci come primo dei non eletti in quota Progetto Molise. A lui andarono una mini delega alle Politiche sociali prima é ai Lavori pubblici poi. Questo gli permise di operare gomito a gomito con l’esecutivo rimasto in larga parte fuori da palazzo San Giorgio alle successive elezioni comunali (2014). In quella giunta c’era anche l’attuale governatore Donato Toma candidato, esattamente come Santone, nell’unica lista a sostegno della rielezione di Gino Di Bartolomeo, quella di Forza Italia. Appena 122 le preferenze ottenute dal presidente di Molise Acque in quella tornata.
Santone – stando almeno al suo curriculum vitae – non ha mai conseguito una laurea: dal 2011 è iscritto al corso di scienze della formazione all’università telematica Pegaso di Napoli.

Giuseppe Santone e Donato Toma collage

Per Toma ha evidentemente le qualità giuste per guidare un ente così importante nella gestione del servizio idrico. L’ingegnere Massimo Pillarella (direttore del Secondo Dipartimento in Regione) aveva gettato la spugna lo scorso 29 novembre, quando aveva fatto presente “l’oggettiva difficoltà a svolgere nel modo migliore l’incarico di commissario straordinario di Molise Acque”.

Per cercare di ricomporre la governance dell’azienda di via Depretis e reperire le migliori professionalità, la giunta aveva pubblicato un avviso. Tra i candidati 46 sono stati considerati idonei. Tra questi, oltre a Santone, compaiono diversi amministratori e professionisti “noti” che si erano fatti avanti. Come l’ex presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis, l’ex consigliere regionale Adelmo Berardo, l’attuale presidente del Corecom Fabio Talucci, il numero uno dell’Anci Molise nonché sindaco di Pescopennataro Pompilio Sciulli, l’avvocato ed esponente leghista Michele Marone (suo fratello Giorgio è stato direttore generale di Molise Acque fino al 2018, ndr).

E ancora: ci hanno provocato pure l’ingegnere Antonio Malerba, ex assessore al Comune di Termoli ed ex presidente di Molise Acque, e l’avvocato Fausto Parente, considerato molto vicino ad Aldo Patriciello (è stato candidato nel liste di rialzati Molise nel 2013 e fino a qualche tempo fa era considerato in pole per la nomina da presidente del CdA dello stesso ente).

Hanno presentato la loro candidatura anche il sindaco di Mafalda Egidio Riccioni, quello di Campodipietra Giuseppe Notartomaso, l’ex assessore al Comune di Campobasso Nicola Cefaratti, l’ex primo cittadino di Guglionesi Bartolomeo Antonacci e quello di Jelsi Mario Ferocino.

Infine, nell’elenco degli idonei, compaiono pure Fabio Sebastiano, ingegnere triventino e nell’orbita Neuromed, l’ingegnere ed ex direttore generale di Molise acque Luigi d’Orsi (coordinatore di Centro Democratico, uno dei movimenti della coalizione targata Paolo Frattura, ndr), Biagio Testa (candidato nel 2011 nella lista Grande Sud all’interno dello schieramento che sosteneva Michele Iorio), l’avvocato nonchè fondatore del movimento politico di centrodestra ‘Molise Libero’ Gianfederico Cecanese, l’imprenditrice Angela Maria Crolla.

Alla fine, dicono gli osservatori politici, Toma ha scelto un “suo” uomo, colui che ha seguito le riunioni del centrodestra per la scelta del candidato sindaco di Campobasso. Qualcuno lo ha definito un “atto di forza”, un po’ come l’azzeramento della giunta dello scorso gennaio. Forse una scelta per far capire agli alleati che nessuna ‘poltrona’ potrà essere ‘barattata’ in campagna elettorale.

Agli altri partiti restano le ‘briciole’: i due posti da membri del consiglio di amministrazione di competenza del Consiglio regionale.

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