Per qualcuno la svolta tanto attesa, per altri un’opportunità alternativa. Per tutti, di sicuro, una giornata particolarmente intensa; emotivamente quanto a livello intellettuale.
La chiamata alle armi e scattata puntuale e dalla giornata di ieri, 15 aprile, l’Università del Molise di via De Sanctis si è trasformata nel teatro di sogni e speranze, concitazioni e timori; nel banco di prova più gettonato, capace di indirizzare finalmente ambizioni e carriere ancora non pienamente realizzate.
Oltre 5000 candidati, in arrivo da diverse regioni d’Italia, sono infatti sbarcati all’Unimol per sostenere i test preliminari relativi al corso di formazione per il conseguimento della specializzazione delle attività di sostegno 2018/2019. Appena 370 i posti disponibili.
Un vero e proprio “boom” di partecipazioni per un percorso che permetterà ai più meritevoli di insegnare agli alunni diversamente abili.
Ieri un primo “assaggio”, con le prove per la scuola dell’infanzia e per la primaria; oggi, invece, le selezioni hanno riguardato la secondaria di I grado (dalle ore 7.30) e quella di II grado (dalle ore 14.30).
Uomini e donne di tutte le età, in una due-giorni particolarmente impegnativa, si sono riversati come un vero e proprio fiume umano dinanzi ai quattro ingressi allestiti all’interno della struttura di Campobasso per l’identificazione. Dall’Aula magna al Palaunimol, passando per le aule del II edificio polifunzionale, ogni spazio è stato destinato ai candidati, per l’effettuazione delle prove.
Una buona fetta di partecipanti, circa il 30%, proviene proprio dal Molise e dalla provincia di Campobasso in particolare; la percentuale più rilevante spetta però alla Campania, con oltre il 45% dei candidati registrati. Altri sono arrivati anche da Sicilia, Toscana e Umbria.
E oggi, seconda tornata di test, in circa 4mila hanno fatto visita alla struttura universitaria del capoluogo per prender parte alla sessione concorsuale.
Un numero enorme, che testimonia ancora una volta quanto diffusa e cocente sia l’emergenza lavorativa che continua a ferire il nostro Paese e il meridione in maniera ancor più significativa.
Tra la concitazione tipica del momento, le tensioni in successione e i fastidiosi dubbi da pre-esame, abbiamo avvicinato alcuni candidati.
“Vengo dalla provincia di Benevento – ci racconta la signora Rosa – ed essere qui oggi rappresenta davvero un’opportunità importante dopo anni di sacrifici, di studio e di continui spostamenti. Certo, le aspettative sono basse perché siamo tantissimi candidati e i posti a disposizione sono pochi. Passare i test? Sarebbe sicuramente una grande realizzazione, perché sono in terza fascia e da dieci anni ormai lavoro nell’ambito del sostegno, ma senza specializzazione. Ottenere un eventuale incarico significherebbe approfondire ulteriormente quello che già faccio a livello professionale, ma sarebbe anche un nuovo inizio che mi consentirebbe di liberarmi dal peso di alcune spese economiche, come quelle per i viaggi ripetuti che affronto da Montesarchio, paese in cui vivo, a Roma”.
A concorrere per un posto, però, non solo insegnanti già impegnati nelle dinamiche scolastiche, ma anche mamme con i bimbi o professionalità provenienti da altri settori: “Ho scelto di partecipare a questa selezione per garantirmi un’opportunità alternativa rispetto al mio lavoro attuale – spiega il 50enne Antonio – Ho insegnato, in passato, e mi piacerebbe tornare a farlo, anche se oggi sono impegnato in un ambito diverso. Vivo in Abruzzo e ho scelto di fare tappa in Molise, oggi, perché a livello burocratico l’organizzazione di questa giornata di test consentiva in realtà una gestione più veloce e immediata delle pratiche. A L’Aquila, ad esempio, era richiesto l’invio cartaceo dei documenti e il tempo a disposizione era più ristretto; inoltrando online gli incartamenti, così come proposto dall’Unimol, ho invece potuto fare tutto più velocemente. Sapevo che quest’anno ci sarebbe stato il boom di candidature, ma arrivare a Campobasso e constatarlo di persona mi ha sorpreso, impressionato. Questa mattina, in particolare, c’è stata un’affluenza davvero enorme e in alcuni casi sembrava addirittura che mi mancasse l’aria mentre ero in coda ad attendere”.
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