Campobasso

La messa crismale dà il via i riti della Settimana santa: poi i sepolcri e la processione del Cristo morto

Nel pomeriggio di giovedì 18 aprile, alle ore 18, Messa in Coena Domini – Ultima Cena - e lavanda dei piedi con i 12 apostoli della Confraternita Pia Unione san Giovanni, presso la chiesa di san Giovanni Battista a Campobasso

Con la Messa Crismale si entra nel vivo dei riti della   Settimana Santa.  Giovedì 18 aprile, alle ore 10, presso la chiesa di San Pietro apostolo a Campobasso, il clero diocesano riunito intorno all’arcivescovo GianCarlo Bregantini, rinnova le promesse sacerdotali, mentre i ministri straordinari –laici e religiose- ricevono il mandato per svolgere il loro compito soprattutto verso le persone malate.

La benedizione del sanctum crisma, olio degli infermi e dei catecumeni, è il fulcro centrale della liturgia che ruota attorno alla Messa Crismale.  Esso è un composto di essenze e profumi tipici di diverse località quale segno di unità.  Anche quest’anno la diocesi di Locri-Gerace rinnova il gesto (avviato dall’allora vescovo di Locri mons. GianCarlo Bregantini) di comunione con le altre Diocesi italiane, facendo dono dell’essenza del bergamotto per profumare l’olio del Crisma. L’essenza viene offerta dal Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria da sempre impegnato a valorizzare e salvaguardare questo prezioso agrume che cresce esclusivamente nella provincia reggina.

“Un fiume di grazia – nelle parole del vescovo Bregantini –  che verrà significato dal dono del profumo, versato nell’olio del crisma, pienezza della odierna consacrazione liturgica. L’olio come l’aria, l’acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore”.

Nel pomeriggio di giovedì 18 aprile, alle ore 18, Messa in Coena Domini – Ultima Cena – e lavanda dei piedi con i 12 apostoli della Confraternita Pia Unione san Giovanni, presso la chiesa di san Giovanni Battista a Campobasso presieduta dall’arcivescovo Bregantini. Il Triduo Pasquale attraversato dall’Ultima Cena (Messa in Coena Domini), passa per la possibilità di vegliare con lui nel Getsemani durante la notte tra giovedì e venerdì, adorazione notturna in tutte le chiese della diocesi, fino ad arrivare alla Passione del Venerdì Santo . Il fascino del Triduo, infatti,  consiste anzitutto nel celebrare quasi in tempo reale  (secondo antichi documenti in  una sorta di Orologio della Passione) ogni momento vissuto da Gesù a partire dall’Ultima Cena (Messa in Coena Domini, giovedì alle 18).

Il canto del Passio, l’adorazione della Croce e l’austera solennità del venerdì Santo  ci introdurranno  nel silenzio del Sabato Santo. Oltre ai momenti liturgici ci sarà quello della pietà popolare con la processione del Cristo morto e dell’Addolorata, lungo le vie della città accompagnati dal Canto del “Teco Vorrei, o Signor” del maestro De Nigris di Campobasso su versi di Pietro Metastasio eseguito da 700 cantori popolari.

Il triduo o mistero pasquale nelle sue diverse tappe culmina con la veglia pasquale di Resurrezione di sabato e con le Celebrazioni Eucaristiche di domenica,  Pasqua di Resurrezione.

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