Termoli

Il Macte è realtà, ora il Molise ha un nuovo museo d’arte contemporanea: “Un piccolo miracolo” fotogallery

Con il percorso espositivo denominato ‘Art is easy’ è stato inaugurato il Macte, il Museo di arte contemporanea di Termoli, che ambisce a divenire un polo culturale d'eccellenza per il Molise tutto. In mostra una selezione delle opere accumulatesi nelle varie edizioni del Premio Termoli dal ’55 ad oggi. In totale sono circa 500 le opere del patrimonio che sarà così ‘restituito’ ai cittadini che potranno fruire di un’esposizione permanente

Un giorno felice per la città. Il Museo d’arte contemporanea di Termoli, dopo i lavori di ampliamento e ristrutturazione, ha aperto le porte ieri, 28 aprile, mettendo in mostra alcuni dei suoi ‘gioielli’. Con l’opera di Giuseppe Chiari “Art is easy” inizia il primo percorso espositivo del neo-nato Macte con cui la curatrice Laura Cherubini – critica d’arte, titolare di cattedra all’Accademia di Brera e tra le massime esperte di arte contemporanea – ha voluto veicolare una sorta di manifesto programmatico: “L’arte contemporanea è complessa ma anche facile, cerca il dialogo col pubblico e può essere fruita. Avvicinatevi al museo, abituate i bambini e i ragazzi a venirci”.

Perché un museo è un fatto importante per la vita di una città e, come ha chiaramente espresso la stessa professoressa Cherubini, “quando nasce un museo è una giornata di festa, gioia e felicità”. Lo è per i cittadini termolesi in particolare, che potranno così ‘riappropriarsene’, ma anche per i turisti che potranno fruirne. È nato un nuovo polo culturale di qualità in Molise. “Il museo 5 anni fa non c’era – ha ricordato Valentina Fauzia del Comune di Termoli nel presentare ai tanti invitati il percorso fatto -. Era un luogo abbandonato e quando siamo venuti qui la prima volta ci pioveva dentro”.

Il lavoro compiuto è un risultato importante per il mondo della cultura, per Termoli e per la regione tutta. Un’impresa che ha richiesto moltissimo lavoro e in cui tanti non hanno creduto. “Avremmo potuto arrenderci molte volte di fronte alla sfiducia di chi non credeva in questa ‘follia’”, così la Fauzia cui si è associata la curatrice Cherubini: “Era un’impresa impegnativa e quando mi è stata proposto di farne parte ero sì onorata ma anche perplessa perché credevo che non ce l’avremmo mai fatta e invece si è fatto un piccolo miracolo”. Al miracolo hanno contribuito anche Arianna Rosica, che ha affiancato la Cherubini nella curatela della mostra, e il restauratore Gaetano Fanelli – anche lui proveniente dall’Accademia di Brera – che ha “resuscitato le opere che erano precipitate in uno stato di grigiore” perchè relegate per tanti, troppi anni in luoghi non adeguati alla loro conservazione.

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Le opere, appunto. Quelle selezionate dalle curatrici sono circa 60 delle 500 della collezione accumulata a seguito delle varie edizioni del Premio Termoli che si sono succedute dal ’55 ad oggi e per cui va ringraziato il maestro Achille Pace e il suo instancabile impegno, senza il quale Termoli non avrebbe un ‘giacimento’ così prezioso di opere d’arte di prim’ordine. Le opere in esposizione testimoniano la ricerca artistica che ha animato la scena culturale italiana dal dopoguerra ai giorni nostri e sono collocate nelle 7 sale di cui ora consta il Museo.

Opere che si collocano nell’arco temporale che va dagli anni ’60 alla prima metà dei ’90 firmate da artisti quali Carla Accardi, Giulio Turcato, Franco Angeli, Tano Festa, Sergio Lombardo, Achille Perilli, Gastone Novelli, Mario Schifano, Dadamaino, oltre al già citato Achille Pace e a tanti altri. Nella sala centrale, la ‘rotonda’, sono stati invece omaggiati due grandi artisti che hanno partecipato al Premio: Mario Ceroli con un’opera in legno del ’68 e Gino Marotta, artista molisano, col suo ‘eden’ di piante e animali in plexigras (foto sotto).

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Il museo di via Giappone, somigliante ad una chiocciola nella sua architettura, al cui interno si trovano un open space centrale (circolare) e le 7 sale espositive con le loro fulgide pareti bianche, non è che all’inizio della sua nuova vita. È prevista anche la creazione di una biblioteca di settore che nascerà a corredo del già funzionante museo. A gestire l’opera la Fondazione Macte finanziata da un socio privato. Ma “questo non è che l’inizio”, come affermato dalla Cherubini che ha sottolineato come il lavoro sia in fieri e ci si dovrà dotare di nuove e formate risorse professionali per portare avanti un museo che guarda all’internazionalizzazione. “Termoli lo merita, è una città antica ma in via di sviluppo, con un’avvenire davanti”.

 

Il progetto del Macte si inserisce in un più generale progetto di riqualificazione urbana della città intera e della zona in cui prima insisteva un mercato rionale; le sale espositive non erano che i box destinati alla vendita.

Ai termolesi e a tutti coloro che lo vorranno non resta che immergersi nella magia dell’arte contemporanea. Il museo sarà aperto al pubblico dal 1 maggio, con un’esposizione permanente, dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

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