Campobasso

Grandi musiche, la collaborazione con Fred Buongusto e il ‘nuovo’ Teco vorrei. Tabasso, il primo artista ‘pop’ del Molise

E' stato un viaggio tra i ricordi della storia campobassana il convegno organizzato dal Centro studi e dedicato al maestro che operò tra il 1920 e il 1940 nel capoluogo. "Tabasso è stato il costruttore dell'identità di questo territorio". Al musicista è stata dedicata una strada.

È stato un viaggio nei ricordi, nella Campobasso che tra gli anni Venti e gli anni Quaranta cambiava profondamente, perdeva il suo aspetto contadino e iniziava a diventare borghese. E’ in questo contesto che Lino Tabasso, maestro d’indiscusso valore, arriva nel capoluogo molisano lasciando un’impronta fondamentale. O meglio, per usare le parole del professore Vincenzo Lombardi, ex direttore della biblioteca provinciale ‘Pasquale Albino’, “Tabasso è stato uno snodo fondamentale per la costruzione dell’identità e della tradizione culturale di questo territorio”.

Al maestro che ha lasciato un patrimonio culturale inestimabile la città ha dato un doppio tributo ieri, 30 marzo: prima il convegno organizzato dal Centro studi che porta il suo nome e poi l’inaugurazione della targa con l’intitolazione della strada dedicata a lui dopo la decisione del Comune che ha accolto la proposta del MoVimento 5 Stelle.

Tabasso

Particolarmente emozionato il 93enne figlio Giuseppe, famoso giornalista italiano, che con il Molise conserva un legame speciale, tanto da essere iscritto da quattro mesi nell’Albo dei giornalisti del Molise. Era presente al convegno organizzato dalla professoressa Rosa Socci, anima della Polifonica Monforte. Anche per lei commossa: il padre ha collaborato con Tabasso.

“Mio padre – le parole di Giuseppe Tabasso – ha dato un’identità alla città, ma dietro questa targa ci sono poeti come Trofa, Spensieri, Altobello, Quircio, Nina Guerrizio e tanti altri dalla cui collaborazione sono nate opere che sono diventate un patrimonio per la cultura campobassana”. Del resto, ci sono artisti che sarebbero rimasti ignoti o sarebbero stati dimenticati se loro versi non fossero stati resi popolari dalle interpretazioni che ne diede il maestro.

Tabasso

Questa non è stata l’unica opera di “popolarizzazione” di cui Tabasso fu autore. “Il maestro – ha raccontato durante il convegno il professore Vincenzo Lombardi – ebbe una intuizione tecnica cambiando la tonalità del ‘Teco vorrei’ di De Nigris. Quella musica che era stata scritta per spazi interni, ma grazie a Tabasso divenne quella che tutti oggi conosciamo, con una partitura per le grandi bande e il cambio della tonalità. Quando la scrisse, probabilmente Tabasso (che aveva avuto esperienze nel musicare i film muti dell’epoca, ndr) la immaginò come se la processione fosse un film”. Quindi, “questa – per usare le parole di Lombardi – fu la prima operazione ‘pop’, nel senso di ‘popular’, massmediatica che avvenne a Campobasso”.

Indimenticabile anche la collaborazione con Fred Buongusto, agli inizi della sua carriera.

Tabasso

Insomma Tabasso, che nacque nel 1896 a Guardia Sanframondi (in provincia di Benevento), lasciò un’impronta decisiva sin dal suo arrivo: era il 1924 e fu chiamato a dirigere il teatro Modernissimo. Lui stesso era orgoglioso del legame con la città: “Io – soleva dire – sono in fondo più campobassano di chi lo è per nascita perché io lo sono per scelta”. Una scelta che ora è sigillata per sempre nella memoria storica della città con una strada che porta il suo nome. Un altro tassello dunque dopo il conferimento della cittadinanza onoraria che nel 1975 l’allora amministrazione comunale gli conferì per aver fatto “cantare, suonare, ballare, divertire e commuovere alcune generazioni di molisani”. Il prossimo passo sarà la cittadinanza benemerita, così come annunciato da Giovanna Viola presidente della commissione cultura a Palazzo San Giorgio nel convegno di ieri.

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