Sulle orme di rovazzi

Pellbusters band e il loro elogio in musica alla termolesità: “Così teniamo vive le tradizioni”

Si scrive Pellbusters Band si legge Termoli: una squadra composta da un gruppo di ragazzi originari della cittadina adriatica, che dal 2016 produce musica in dialetto termolese. Loro sono Luca Grassia leader e cantante, Antonio Emanuele Cannarsa co-fondatore, Daniele Leone alla chitarra ritmica, Luigi Farinelli chitarra solista, Giovanni Micucci bassista, Cristian Micucci batterista, Alessio Rosa subentrato dopo la partenza di Cristian per la Svizzera, Fabio Manso produttore di video e Rossano Menna produttore musicale.

Con il loro particolarissimo nome, a metà strada tra il termolese più stretto (pell inteso come sbronza o l’atto di fare l’amore per gli abruzzesi) e l’inglese (busters come acchiappa che ricorda il cartone Ghost Busters) la band è in grado di far sposare perfettamente fra loro musiche che hanno fatto la storia del rock, come i Queen ed i Pink Floyd, alla veracità del dialetto di Termoli. L’obiettivo? “Mantenere viva la tradizione”, come assicurano proprio loro ai microfoni di primonumero.it che li ha incontrati durante una sessione di prove.

Stargli dietro è difficile. Con la loro grinta ed energia positiva riescono a catapultarti in un mondo che non credevi esistesse ed anche intervistarli, cercando di restare seri, diventa un’impresa da titani: autoironici, simpatici e coinvolgenti sono in grado di farti sentire parte della band e tenere il tempo mentre suonano, o provare a star dietro alle parole delle loro canzoni, è quasi un obbligo.

Nati nel 2016, i Pellbusters sono inseparabili e, malgrado gli impegni della vita siano sempre maggiori, non perdono l’occasione per ritrovarsi tutti assieme: “Ci siamo conosciuti in palestra e da lì non ci siamo più separati – racconta il leader Luca ai microfoni di Primonumero.it –  Abbiamo fondato la Pellbusters Band un po’ per scherzo, un po’ per ironia dentro una cameretta. Abbiamo postato un video su facebook che ha ricevuto numerose reazioni e condivisioni e ci siamo ripromessi di continuare”. Da qui in poi è stato un successo dopo l’altro e, seppur il mondo musicale sia abbastanza selettivo, i ragazzi non si perdono d’animo e continuano per la loro strada, guidati dalla passione per la termolesità.

Sfruttando temi sociali, la band riesce a comporre testi di satira sociale e parodie goliardiche che, oltre a compiere lo scopo per il quale sono nate, far ridere gli ascoltatori, riescono ad inviare anche un messaggio sociale a difesa delle tradizioni, lanciando un pensiero d’amore ad una terra tanto cara quanto bistrattata e mostrando splendidi scorci della città.

“Qui c’è poca movida – continuano i ragazzi – Nei locali spesso si esibiscono le solite cover band, che suonano le stesse canzoni, quelle più famose e che, spesso, non sono nemmeno del posto”. Perché accade questo secondo voi? “Perché ormai i locali hanno collaudato i rapporti con quelle cover band, che hanno un discreto seguito, e non vogliono rischiare con altre del posto”.

Una delle problematiche maggiori, per le band del posto, è proprio la carenza di spazi per le esibizioni ed una mancata destagionalizzazione dell’offerta: “Trovare le possibilità di suonare dal vivo è difficile – ammette la band – In più le serate con musica dal vivo si concentrano maggiormente nel periodo estivo. Viene da sé che in inverno, a parte i locali al chiuso dove è comunque difficile riuscire a suonare, non c’è alcuna possibilità. Eppure ci sono tante potenzialità in questa città, ma non si sfruttano a dovere”.

Con uno stile che si rifà molto ai video di Fabio Rovazzi, in grado di unire una parte recitativa a quella prettamente cantata, il gruppo ha al suo attivo numerosi video: Mazzancolle e San Bassele all’avventura sono divenute delle vere e proprie icone musicali termolesi. Una melodia che ti resta in testa per giorni e che, quando meno te lo aspetti, inizi a canticchiare all’improvviso.

L’ultimo, dal particolarissimo titolo Vivin C – Il male di vivere (video sotto), si avvicina molto allo stile dei trailer dei film musicali: dopo alcuni minuti, magistralmente recitati, si inizia a fare sul serio, con la musica dal vivo che accompagna la voce graffiante, profonda e dall’animo nero di Luca che riesce a fare suo qualsiasi palcoscenico, riempendo la scena con la sua comicità e bravura.

Una voce fuori campo racconta la divulgazione di un batterio che devasta l’umanità: “In una civiltà a noi sconosciuta, in un paese a noi remoto chiamato Molise, il virus prese anche l’ultimo individuo. Per lui non ci fu più speranza e fu così che iniziò una nuova avventura”.

Una risata irrompe nel silenzio e le scene iniziano a scorrere sullo schermo, veloci e lente, mentre la telecamera segue Luca che si allunga sui binari del treno prima di essere soccorso da un’ambulanza. Il silenzione viene interrotto dalla musica e la recitazione lascia spazio alla canzone: la band si traveste prima da Diavolo, in onore dei Misteri di Campobasso, poi elegante, con camicia e cravatta o rock con giacche di pelle e collane.

Dopo aver suonato dal vivo al Porto di Termoli durante la festività patronale di San Basso e diversi live, la band continua a produrre le proprie canzoni e sta già pensando a degli inediti: “Vorremmo sfornare il nostro primo cd che rappresenti totalmente noi e le nostre origini”. In allegato, oltre al video ufficiale ‘Vivinc C’, anche un live concesso in esclusiva ai lettori di Primonumero.it.

La Pellbusters Band ha una pagina facebook ed un canale youtube su cui caricano tutti i video e si tengono in contatto con i fan.

 

 

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