Doppio week-end di divertimento

Migranti in balia di un polpo gigante e la paura del terremoto: a Larino sfila l’attualità fotogallery

Dalla metafora del Mediterraneo che inghiotte i barconi della speranza ai Vigili del Fuoco eroi nell'emergenza sisma passando per il nucleare fino alle tasse: così Larino celebra l’attualità ed esorcizza la paura di un futuro ignoto. E per chi si fosse perso il Carnevale, quest’anno la sfilata raddoppia con i carri del 9 e 10 marzo.

Ne è passato di tempo dalle fotografie che ritraevano i giovani maestri cartapestai accanto ai carri sgangherati o intenti a lavorare sui progetti di quelli che sarebbero diventati la principale attrazione di marzo. Da ieri, al posto di quei bozzetti ci sono scenografie di maschere stravaganti, colori variegati e risate che hanno trasformato Larino, riempendola di gioia e divertimento. Quella larinese è una tradizione antica che affonda le radici nel tempo e nell’impegno delle amministrazioni comunali che, assieme alle associazioni tra cui spicca Larinella e agli abili lavoratori della cartapesta, è in grado di trasformare una semplice sfilata in pura magia.

La manifestazione, che da quest’anno può vantarsi del riconoscimento Mibac del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha aperto i battenti con la parata di ieri, sabato 2 marzo: i giganti di cartapesta ed i gruppi travestiti hanno sfilato tra i palazzi antichi e la folla, accorsa numerosissima per tagliare il traguardo della 44esima edizione di una delle manifestazioni più attese e più originali della regione. Un oceano di persone ha invaso il comune frentano, patria archeologica di una regione che racconta le meraviglie storico-artistiche di uno dei territori più saccheggiati del passato, in attesa di scoprire a quale evento si sarebbero ispirati i sei carri, preparati nei mesi scorsi, che hanno preso vita tra le abili mani dei maestri cartapestai.

Il tema è sempre a sorpresa e anche quest’anno l’attesa è stata ripagata alla grande con i corpi di balli, dame, cavalieri, jolly ad animare la serata. Gli spettatori hanno ammirato i giganti, ispirati agli eventi attuali, ma che nascondono un messaggio ben più profondo: esorcizzare la paura attraverso la bellezza ed il movimento dei giganti e rinascere, più forti di prima, come un’araba fenice.

E quale fatto, se non il terremoto che per ben due volte ha terrorizzato il Molise, avrebbe potuto rappresentare al meglio questo passaggio? Il carro allegorico, proposto dall’associazione Officina dell’Arte ed intitolato ‘Io non ho paura’ non solo scaccia il terrore per il sisma, ma omaggia degli Eroi, con la e maiuscola, che durante le tragedie mettono a rischio la propria vita per salvare gli altri: i Vigili del Fuoco. Decine di ballerine, adornate con il rosso ed il giallo, colori simbolo del corpo del 115, hanno ballato attorno al carro. Lo sciame è stato rappresentato da un enorme dinosauro scheletrico che si è abbattuto sui palazzi con tutta la sua rabbia, scardinando la tranquilla normalità dei molisani.

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A seguire la costruzione de I gatti randagi in collaborazione con Modellarte dal titolo ‘Il bagaglio umano’ che affronta un tema più che mai attuale e lancia un messaggio ricco di umanità: #restiamoumani. Le figure raccontano il terribile viaggio che i migranti intraprendono alla ricerca di una vita migliore che possa dar loro la dignità che ogni essere umano dovrebbe avere. Tra la tristezza dovuta alla necessità di lasciare i propri cari, l’ansia di non riuscire a superare il lungo viaggio e la paura del rifiuto una volta giunti in Europa, il carro porta le figure di un enorme drago blu con al seguito un polipo gigante, metafora del Mediterraneo, pronto ad inghiottire l’imbarcazione carica di speranze.

Maestoso il carro allegorico ‘Incantatopi’ creato dall’Associazione Carnaval e dedicato all’ex premier Matteo Renzi, che prende le sembianze di un moderno e gigante pifferaio, attorniato dai topi e sostenuto da un enorme cobra. Il messaggio? Renzi sarebbe colpevole di aver illuso, secondo quanto immaginato dagli ideatori del carro, milioni di italiani con la sua politica disfattista.

‘Il canto del pollo spennato’ proposto dall’Associazione Gioventù Frentana mostra un gigante verde, quasi un moderno Hulk, in compagnia di altri più piccoli e di alcuni polli che vengono ripetutamente schiacciati tra le mani del colosso. Anche qui l’ispirazione è tratta dalla quotidianità e richiama la ribellione degli italiani (immaginati come polli) nei confronti dell’eccessiva tassazione che li strangola costantemente.

Legato a questo importante tema c’è ‘La solita favola italiana’ del Gruppo Selvaggi che iconizza lo sfruttamento dei lavoratori attraverso la storia del povero Pinocchio vessato da Mangiafuoco che lo trattiene nelle sue grinfie, incantandolo con promesse effimere e continuando a sfruttarlo per il proprio tornaconto.

Ultimo, solo in elenco, il carro del Gruppo Larinella ‘Ritorno al passato’ che analizza un’altra grande paura, il riarmo atomico. Il terrore viene proposto tramite un enorme dinosauro, un T-Rex per l’esattezza, e tre dei leader mondiali più potenti – e spaventosi – di tutti i tempi in qualità di cavernicoli: il Presidente degli USA Donald Trump, seduto su una bomba atomica quasi come se fosse un’altalena, il leader supremo della Corea del Nord Kim Jong-Un nelle vesti di un primitivo con tanto di lancia al seguito ed il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin che stringe, in una delle mani, la testa ormai scheletrica di un dinosauro.

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Il Carnevale di Larino è, ormai, un appuntamento consolidato che, per la prima volta nella storia, vedrà un fine settimana in più: il 9 e 10 marzo, infatti, si potrà ammirare, ancora una volta, la sfilata dei monumenti di cartapesta, alti anche 13 metri, lungo le vie di Larino. Il tutto contornato dalle danze colorate delle scuole di ballo e dalla musica sapientemente selezionata nei mesi scorsi.

Tra una sfilata e l’altra, anche tanto intrattenimento con i volti noti della tv ed un’area giochi dedicata ai soli bambini. La realizzazione di queste opere d’arte richiede impegno e dedizione: si tratta di una professione tramandata di generazione in generazione, con artigiani preparatissimi che contribuiscono alla lunga creazione dei carri. Durante la festa più colorate del calendario diventa tutto lecito, dagli scherzi, come cita il proverbio, alle abbuffate ed alle degustazioni dei piatti dello street food che trovano posto in un’area dedicata in via Marra.

E se la nascita dei carri allegorici, dai bozzetti alle costruzioni, resta un segreto da portarsi nella tomba, non si può dire altrettanto del successo che questo evento riesce ad incassare anno dopo anno. Tanto che occorre avviarsi qualche ora prima dell’inizio della parata per cercare di accaparrassi un posto in prima fila e tocca schivare le teste dinanzi per riuscire a fotografare i carri in tutta la loro sofisticata eleganza. Un’immagine che resterà per sempre nella mente, e nel cuore, di coloro che hanno preso parte alla kermesse.

Ecco una carrellata di foto, che rappresentano un messaggio d’amore e libertà, con le splendide fotografie di Nicola Cappella e Carmen Vasile.

 

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